Botanica e relazioni umane si sono incontrati sul palco del Teatro Puccini di Firenze nel reading di Stefano Mancuso e Matteo Caccia dedicato al tema dei confini in tutte le loro declinazioni, fisiche, sociali, mentali. Per scoprire che, se gli uomini cercano di stabilire barriere per definire il mondo, in natura i confini non esistono.
A cura di Sandra Balsimelli e Marinella Veltroni
I CONFINI NON ESISTONO: Neurobiologia vegetale a teatro?
Cosa hanno in comune un neurobiologo delle piante e un attore e conduttore radiofonico che possa spiegare la loro presenza su un palcoscenico teatrale? Stefano Mancuso e Matteo Caccia condividono, nei loro specifici settori, l’arte di raccontare storie mostrando prospettive inedite da cui osservare il mondo. I CONFINI NON ESISTONO è un dialogo tra racconti che alternano storie di piante, dal libro del Prof. Mancuso “L’Incredibile viaggio delle piante” e storie di esseri umani, tratte dal repertorio vastissimo di testimonianze raccolte da Matteo Caccia nelle sue rubriche radiofoniche come “Storie di rinascita”. Non c’è altro che le loro parole, non c’è scena, non c’è azione drammatica, non c’è teatro: solo parole e immagini evocate che propongono la suggestiva e potente analogia tra mondo umano e mondo vegetale, così attuale in un momento storico in cui l’uomo tocca con mano gli effetti drammatici e non più solo collaterali del proprio ego-antropocentrismo. Storie di sopravvivenza, solitudine, fatalità e resilienza, ci accompagnano attraverso i confini di paesi lontani a conoscere i sopravvissuti di Hiroshima (i venerabili Hibaku jumoku, alberi capaci di rinascere dopo l’atomica), o le vicende di una coppia di giovani innamorati osservati dal vetro di una finestra di un appartamento di New York che, come uno schermo di un cinema, mostra impietoso e tenero le metamorfosi dell’amore attraverso l’esperienza della malattia e della morte.

I CONFINI NON ESISTONO: muoversi senza sradicarsi
Quello che colpisce è l’idea che i confini, nel mondo naturale come quello umano sembrano fatti apposta per essere violati: se non ci fossero e fossimo liberi di andare e venire, potremmo veramente essere felici. Gli alberi, ci ricorda Mancuso, anche se non si spostano, si ‘muovono’, come mostra una pianta che cerca il sole. Senza sradicarsi dalla loro terra, raggiungono ogni angolo del globo anche il più inospitale, interagendo col mondo tramite spore, semi portati dal vento o dagli animali, ed è grazie a loro che c’è vita su questo pianeta. II bisogno di regolamentare le migrazioni, con tutto ciò che di doloroso e complesso questo istinto al movimento si porta dietro, è solo un concetto umano. È’ l’uomo che mette i recinti e crede di essere un re: la natura è libera.
I CONFINI NON ESISTONO: l’inquieto cambiamento
Questa bella serata di narrazione avrebbe, forse, beneficiato di uno spazio più adatto e più intimo, con distanze meno marcate, appunto, tra narratori, fermi al loro leggio, e i molti spettatori in platea, affascinati e a tratti divertiti dalle parole nude che aleggiano nel teatro senza il supporto di musiche, immagini, azioni. L’atmosfera è quella di una chiacchierata tra amici, nella quale, tuttavia, si dissemina un’importante provocazione, frutto dei nostri tempi di inquieto cambiamento. L’antropocentrismo arrogante che percorre la nostra civiltà fino all’autodistruzione sta germogliando per reazione un figlio nuovo, che ci rivela parti indissolubili gli uni degli altri, fratelli del mondo vegetale e animale, pronti ad ascoltare con nuova consapevolezza la lezione di madre terra: non sopravvive il più forte ma il più intelligente, e intelligenza, oggi più che mai, è cooperazione tra i viventi, in armonia col tutto. “Il nostro si può certamente definire un pianeta verde: la Terra è un ecosistema sul quale regnano indiscutibilmente le piante“. (Stefano Mancuso e Alessandra Viola, “Verde brillante Sensibilità e intelligenza del mondo vegetale” Giunti, 2013)
Visto il 31 marzo al Teatro Puccini (Firenze)
I CONFINI NON ESISTONO
di e con Matteo Caccia e Stefano Mancuso
produzione Mismaonda