IL GUARITORE @ Teatro Lo Spazio: il gioco della vita

Dal 7 al 10 novembre, va in scena al Teatro Lo Spazio "IL GUARITORE", una pièce in tre monologhi e un epilogo, per la regia di Riccardo de Torrebruna. L’opera, tratta dal "Faith Healer" del drammaturgo irlandese Brian Friel, mantiene vivo in sé quel particolare sapore d’Irlanda con cui era stata concepita sin dalla prima del 1979, a Boston (approfondimenti sulla biografia di Friel su BRITANNICA.COM) .

IL GUARITORE: al Teatro Lo Spazio rivive il peccatore resiliente di Friel

Tale particolare gusto è rintracciabile non solo nella fedele traduzione scelta (quella di Carla De Petris), quindi nel lessico utilizzato e nei costumi accuratamente studiati, ma anche nel taglio amaro con cui i tre attori interpretano il proprio ruolo. Un taglio diviso tra disperazione e resistenza, tra miseria e ricerca di fortuna. Emilio Dino Conti, Angela Sajeva e lo stesso Riccardo de Torrebruna (regista e attore della pièce) sembrano incarnare perfettamente l’immagine del peccatore resiliente.

I loro personaggi, raccontandosi tra menzogne e verità di difficile accettazione, sono perfettamente in grado di tessere la tela della vita. La loro, la nostra e quella del personaggio che interpretano.

La domanda a cui, durante la mesa in scena, non è possibile sfuggire è: “Qual è la verità?”. La risposta diviene man, mano più o meno certa ed è che la verità non esiste. Almeno, non ne esiste una soltanto. Era questo lo spirito con cui l’opera originaria era stata scritta e questo quello con cui, oggi, viene restituita.

IL GUARITORE: una piéce in tre monologhi dalla compagnia di Frank Malone

Lo spettacolo si sussegue di tre monologhi e di un epilogo, in cui ciascuno dei tre personaggi dice la sua in merito a vicende comuni. Molto, di quello che narrano e riferiscono, non coincide. L’epilogo dovrebbe chiudere i giochi, dovrebbe dire a chi dei tre converrebbe dar retta, chi dei tre sia il più lucido, il più veritiero, ma a ben vedere l’unica conclusione possibile sembra che la verità sia solo una questione di prospettive, di angolazioni, di punti di vista.

I tre personaggi narrano la loro rocambolesca vita da nomadi, raccontano alcune delle vicende che li hanno visti legati nella compagnia di Frank Malone. A parlare saranno proprio Frank, un guaritore dai poteri taumaturgici, Grace, sua moglie (o, in base al gioco delle parti, sua amante) e di Teddy, il suo agente. Lo spettacolo che per anni hanno portato, di città in città, era rivolto agli storpi, ai reietti della società, con lo scopo di guarire il pubblico sofferente dai propri malanni. Frank si definisce un artista e lo è. “Il fantastico Francis Malone guaritore” fa spettacolo e lo fa con l’unico scopo di condividere un dono. Ed è proprio in questo suo fare arte che va trovata la risposta a ogni domanda rimasta aperta, in merito alla o alle verità da ricercare, dentro e fuori lo spettacolo. L’artista ha un dono, ma è un dono che non capisce, che in fin dei conti non lo trascende. Dona luce, ma porta incertezze, dubbi, malumori, vite all’infuori di ogni limite. La verità è che gli artisti (in senso lato, quindi, tutte le persone più profonde, sensibili) si interrogano di domande che spesso non hanno risposte: è un cerchio infinito, è un rincorrere per essere rincorsi. Teddy stesso, in merito a questa affannosa corsa, a questa sofferenza infinita, dirà: “La verità è che nessun artista dovrebbe sposarsi mai”.

IL GUARITORE: un testo dal grande fascino simbolico al Teatro Lo Spazio

I monologhi tengono alta l’attenzione degli spettatori, che non trovano distrazioni all’infuori del proprio ascolto. Ciò è dovuto sicuramente all’altezza del testo, al fascino del suo simbolismo, ma anche alla passione degli attori sul palco. La convinzione che hanno avuto nell’abbracciare il proprio ruolo, nel farlo proprio e nel restituirlo con autenticità ha fatto sì che piccole incertezze di recitazione e la presenza di una dizione non sempre pulita, non abbia mai né rotto, né interrotto la magia che sono stati in grado di creare.

Ad aiutarli, una scenografia funzionale, essenziale ed evocatrice. Un grande telone legato alla figura di Frank, un giradischi e immancabili bottiglie di alcool conducono indietro nel tempo, in un mondo in cui il teatro girava di paese in paese come una terapia, con lo scopo di confortare, sublimare, a volte, guarire.

Info:
DAL 7 AL 10 NOVEMBRE
Dal giovedì al sabato ore 20.30
Domenica ore 17.00

IL GUARITORE

Una pièce in tre monologhi e un epilogo

(Faith Healer) di Brian Friel

Traduzione di Carla De Petris

Regia

Riccardo de Torrebruna
Con:

Emilio Conti, Angela Sajeva, Riccardo de Torrebruna

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