GUARDATE IL PAZZO @Non è un teatro per giovani: La ricerca delle verità nascoste

Dal 26 al 29 maggio 2016, è andato in scena GUARDATE IL PAZZO, scritto e diretto da Luca Pastore per il progetto NON È UN TEATRO PER GIOVANI, dedicato al dialogo e al confronto tra generazioni di artisti, dal 12 maggio al 5 giugno al Teatro Studio Uno. Una produzione della Compagnia Teatrale Artigianale I Cani Sciolti, di Frascati, Roma. Musiche originali di Mattia Juri Messina.

Chi sarebbe Gesù oggi? Come lo tratteremmo, lo riconosceremmo? Sarebbe un pazzo che sbatte la testa contro il muro di un ospedale continuando a raccontare la sua storia nonostante nessuno lo ascolti? Chi è questo personaggio? Un folle visionario, un uomo, un padre, un figlio, uno spettatore, una donna che ci siede accanto.
È lo stesso Dimitri D’Urbano che lo interpreta, o Margherita, una giovane ragazza tra il pubblico, classe 1991? Già dalle prime battute è chiara la provocazione che il testo, scritto e diretto da Luca Pastore, lancia al suo pubblico. GUARDATE IL PAZZO è una scrittura drammatica contemporanea e di stampo sperimentale che ha cercato di ricostruire e interpretare la figura storica di Gesù, fondatore del Cristianesimo, spogliandola della sua sacralità per mostrarci l’uomo, il padre, il figlio, il fratello. E in parte ci riesce, ma con gli altri personaggi.

Il più "umanizzato" è Maria, la madre, che ben si allontana dall’immaginario comune e che vediamo persino intenta ad impastare il pane. C’è poi Giuda, che appare meno colpevole di quanto la storia ci racconti, tradito e ucciso da Pietro. Sono sette gli attori in scena: Gesù (Dimitri D’Urbano), al centro e centro di ogni dolore e sofferenza fisica e spirituale, colui che si è opposto alla distruzione degli affetti e praticato l’amore, inteso come costruzione, di legami, di affetti, di una vita; Lucifero (Ludovica Avetrani), serpente e fratello di Gesù non riconosciuto: “Tu distruggi, io creo” gli ripete più volte; Maria (Miriam Messima), la madre; Giuda (Jawad Moraqib); Pietro (Claudio Filardi), che sputa su Gesù ed uccide Giuda, gridando a tutti ‘io vi seguirò e sarò la pietra a cui vi appoggerete nei secoli’; il padre Giuseppe (Antonio Pastore), che batte col suo martello il legno, simbolo della crocifissione, e i cui colpi raccontano più delle parole; Maria Maddalena (Sharon Alessandri) moglie di Gesù e madre di sua figlia Sara, ‘regina di popoli’, in mezzo al pubblico, davanti a lui.

La provocazione iniziale si perde verso metà spettacolo, quando si mettono insieme i pezzi, i ricordi, e si collegano i vari personaggi alla storia. Si parte da un uomo qualunque e si arriva a Gesù e al racconto della sua storia, a quella che tutti conosciamo, se non per qualche piccola variazione. E lì si resta.

La messa in scena è accompagnata dalla musica originale composta da Mattia Yuri Messina suggestiva ed evocativa e che, insieme alle luci, veicolano i corpi e raccontano il percorso che i personaggi compiono all’interno della vicenda: parlano poco, ma agiscono tanto. I loro corpi sono in continuo movimento, in tensione fisica ed energetica, ciascun attore è intento nella sua ricerca emotiva, del proprio dolore, del proprio ricordo da condividere con il protagonista.
Qui la "passione di Cristo" appare come una "passione di gruppo": corpi tremanti in stato di shock, sofferenti per l’amore che li lega a Lui, centro di tutto.
La storia la conosciamo, e pure troppo, e si conoscono anche le “verità” che sono state “nascoste o omesse” dalla dottrina (Gesù marito di Maria Maddalena e padre di Sara). Troppo dolore, questo sì, canonico. E ambiguo il concetto di felicità, di amore: la scena inizia e si chiude con tutti i personaggi che scherzano tra di loro felici, in armonia, come se nulla fosse accaduto, ma nel mezzo tutto è cambiato e non si può far finta di niente. Attenzione verrebbe da dire, nei ricordi a volte si inciampa, così come nei corpi che abbiamo intorno, i nostri legami.
 

 

Info:
GUARDATE IL PAZZO
Regia e testo
Luca Pastore

con
Dimitri D'urbano, Antonio Pastore, Claudio Filardi, Jawad Moraqib,
Miriam Messina, Sharon Alessandri, Ludovica Avetrani

disegno di locandina
Stefano Cipollari

E Prossimamente per NON è UN TEATRO PER GIOVANI

2-5 GIUGNO #Under 25

Contenuti

FINFIN Locandina 2016 A3-page-001

di e con Alessandro Businaro e Barbara Venturato

Gio-Sab ore 21; Dom ore 18

BIGLIETTO RIDOTTO A 8 EURO per i LETTORI DI GUFETTO  

“FIN.” non è soltanto una conclusione, un punto d’arrivo da cui non v’è più partenza. E’ precisamente il momento che lo precede. E’ un combattimento faccia a faccia, uno scontro all’ultimo sangue in cui le parole divengono come vere e proprie lame affilatissime che trafiggono senza pietà il corpo avversario. Un uomo e una donna, una luce glaciale e il palco vuoto che da anni li ha visti condividere tutto, anche la stessa professione di attori. Tra di loro però qualcosa è cambiato, e cambierà, profondamente. Niente mezze misure o eufemismi nel rispettivo flusso di considerazioni e accuse, che invece viene lasciato scorrere a ruota libera, trasformandosi in una terribile tempesta che stravolge e spazza via le sicurezze prima dell’uno e poi dell’altro, ogni volta impotente nel reagire rispondendo all’istante. Il fascino e il dramma di come un uomo e una donna, “lui” e “lei”, non possano inevitabilmente essere più gli stessi quando si giunge alla “cesura di un amore”.

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