GLI OPINIONISTI @ Sala Uno Teatro: Io dico il senno: e n’era quivi un monte, solo assai più che l’altre cose conte

Dal 25 al 29 gennaio è andato in scena al Sala Uno TeatroGLI OPINIONISTI”, testo di Mario Borghi, regia di Cristiano Vaccaro, ultimo lavoro della compagnia Nogu Teatro.

Palloncini colorati accompagnano lo spettatore verso l’ingresso della sala, posti a segnalarne il percorso; invito alla festa. Lo spazio scenico, popolato anch’esso da numerosi palloncini, è un tripudio di colori. Un salotto rosso scarlatto: due divani al centro frontali al pubblico e due poltrone, ai lati, in proscenio; crea continuità circolare con la prima fila di spettatori, dando percezione di intimità, di prossimità agli astanti che sconfinano nell’azione performativa, spesso coinvolti direttamente nel corso dello spettacolo a parteciparvi. Questa soluzione scenica che abbatte drasticamente la più tradizionale frontalità, crea un parallelismo efficace, concretizzandolo visivamente e fisicamente, con il rapporto che la società contemporanea ha instaurato con la televisione. Tanto quanto la tv e i mass media più in generale sono entrati a far parte della vita domestica dei nuclei familiari, accompagnandoli nei diversi momenti di vita quotidiana, insinuandosi pericolosa nei salotti, nelle cucine, nelle camere da letto di ognuno, allo stesso modo, “GLI OPINIONISTI” si offre come grottesca parodia delle dinamiche relazionali e sociali innestate da questa ingombrante e insidiosa presenza. Il salotto scarlatto è quello dell’opinionista abilitata, interpretata da un’esilarante Ilaria Manocchio: donna delle pulizie, con addosso un abito fiorato anni ’50, bigodini in testa blu e fucsia, uno scettro in mano: un piumino elettrostatico variopinto con cui spolvera cose e persone. In questo salotto domestico si succedono le entrate di vari personaggi che si recano dalla regina delle opinioni per sottoporle le proprie idee e verificarne, attraverso di lei, la validità. Il metodo che la divulgatrice d’opinioni utilizza è agganciare ai palloncini dei cartoncini su cui sono impresse le idee dei visitatori: se il palloncino si alza in volo, è segno di legittimità.

I personaggi si succedono strambi e numerosi, l’assurdità di ciò che propongono è iperbole dei contenuti che vengono effettivamente proposti dal meccanismo televisivo, garante di ascolti, di cui, per abitudine, i fruitori non discernono più il ridicolo se non addirittura l’offesa. Spalla essenziale all’opinionista, per l’intera durata dello spettacolo, la sovrintendente tal dei tali, dubitando della buonafede della prima, vuole indagare circa la sparizione della targhetta affissa sulla porta di un dottore, causa della malattia di quest’ultimo, di cui lei crede responsabile l’opinionista stessa. Spalla essenziale, come si è detto, la sovrintendente interpretata da Antonietta D’Angelo, per la sua incredibile tenuta ritmica, sia fisica che verbale. Una capacità d’ascolto eccellente l’ha resa indispensabile sulla scena, punto di riferimento per gli altri attori, cardine puntuale di tutta la partitura ritmica su cui lo spettacolo si è strutturato. Sicuramente la migliore in scena.

I numerosi attori di cui il gruppo “Nogu Teatro” è composto, sono stati capaci di dar seguito alle proprie parti più che dignitosamente. Tutti armonizzati magistralmente dalla regia di Cristiano Vaccaro, presente anch’egli in scena nel prologo e nell’epilogo nelle vesti dell’intruso, colui che rifiuta di dare in pasto la propria opinione ai mass-media, colui che andato sulla luna, è tornato in terra col proprio senno ritrovato.

I tipi o gli stereotipi che si susseguono: due poliziotti, Aleksandros Memetaj, perseguitato da una serie di “perché” esistenziali declinati in tutte le lingue del mondo, e Valerio Riondino, angosciato di perdere il suo partner in un incubo apocalittico che vede la terra spaccarsi a metà, si affidano all’opinionista per il loro bisogno di contatto umano, perché “si sentono soli”. La soubrette televisiva, Chiara Acaccia, strepitosa nella sua tutina dorata, ha bisogno di conferme circa le disposizioni per il suo funerale: conservazione cibernetica delle sue idee, traslazione delle sue spoglie al CERN con sottofondo musicale dei Carmina Burana, accelerazione della sua materia con conseguente sparpagliamento del flusso quantico delle sue particelle in tutto l’aere, in diretta, ovviamente, in eurovisione e in bianco e nero.

È la soubrette a convocare nel salotto dell’opinionista altre tre presenze: la psicologa Giorgia Calcari, la sociologa Agnese Lorenzini e la scrittrice Stefania Capece Iachini. Queste tre attrici, presenti in scena sin dall’inizio dello spettacolo, svolgevano la funzione di vallette, accompagnando fisicamente e sonoramente le azioni sceniche. In ultimo entrano sul palco trasfigurate in altri personaggi, stereotipati anch’essi: ecco che la psicologa, stringendo e cullando tra le braccia un lembo di tulle della sua stessa gonna, simula una sorta di gravidanza isterica, mentre parla di psicanalisi; ecco la sociologa fashion, avvolta in un boa violaceo, ecco infine la letterata, con paglia tra i capelli e sulla vita, che parla romanzescamente dei classici. Convocate come opinioniste a loro volta, fanno il verso ai salotti televisivi spazzatura tanto diffusi.

Più che una storia, questo spettacolo, scritto da Mario Borghi, si propone di parlarci di una condizione, di una realtà: la montagna di immondizia offertaci dai mass-media, che inquina inevitabilmente le menti e le relazioni. Strumento di potere dunque, la televisione come tanto altro, intorpidendo la nostra capacità alla riflessione e al discernimento arriva a condizionare concretamente le nostre vite offrendoci modelli che non solo siamo portati ad accettare ma anche ad assumere. Una tematica tanto seria e grave viene però affrontata attraverso un registro, sia verbale che scenico, orientato verso la parodia, la comicità, il grottesco. Ciò che più di tutto, rende meritevole  questo impeccabile lavoro, è che dietro il riso non viene depotenziata, banalizzata l’acre polemica, tutt’altro. Il riso diventa strumento sovversivo efficace. Gli attori cantano, ballano, recitano, i personaggi si autoglorificano, si autocompiangono, si autoderidono, in un ritmo serrato, severamente rispettato e imposto da una mano registica consapevole che sa investire e guidare sapientemente l’attore in un lavoro sul corpo sonoro che partendo dalla faticosissima tecnica si eleva, abbracciando umilmente l’arte e amorevolmente lo spettatore. 

La festa è sicuramente riuscita. In chiosa gli attori salgono in platea e invitano il pubblico ad alzarsi, recarsi sul palco e danzare. L’effetto di spaesamento viene superato facilmente grazie a quell’abbraccio accorato in cui tutti i partecipati si sentono avvolti e rassicurati.

Visto il 9 gennaio 2017
GLI OPINIONISTI 
Regia di Cristiano Vaccaro
Testo di: MARIO BORGHI, CHIARA ACACCIA, GIORGIA CALCARI, STEFANIA CAPECE IACHINI, ANTONIETTA D’ANGELO, GIULIO DE BIASIO, STEFANO DE SANTIS, ILARIA MANOCCHIO, ALEKSANDROS MEMETAJ, VALERIO RIONDINO

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