La “Guerriera” Giorgia Mazzuccato, dopo aver vinto il Premio Special Off al Finge Festival 2016 con il bellissimo testo “VIVIAMOCI, ritorna al Teatro Studio Uno con GESU’ AVEVA L’ERRE MOSCIA, un nuovo lavoro dal titolo ironico, involontariamente provocatorio (lo spettacolo ha avuto qualche problema ad andare in scena dalle sue parti) che pone Gesù al centro di una riflessione semiseria sul rapporto fra Religione e Società. Prendendo le mosse da una spassosa attualizzazione del Nazareno, lontana dal nostro immaginario lo abbiamo sentito più vicino. Non senza qualche facile risata di cuore.
Sulla scena, la sola Mazzuccato interpreta una Maria Maddalena in abiti moderni, immersa nel nostro mondo che un po’ non capisce, un po’ la spaventa. Scrive a Gesù raccontandogli “che cosa è successo all’Umanità” in sua assenza. Lui la chiamerà, scambiando con lei due chiacchiere e qualche profezia “spoiler” sui prossimi avvenimenti (che la regia si preoccupa di silenziare per non rovinarci la sorpresa). Segue una rievocazione del passato di Gesù riletto in chiave moderna, dove compaiono tuti i personaggi biblici che ben conosciamo, il Battista (quasi una star dei giorni nostri), Maria (una madre ansiosa) e Giuseppe (l’altro padre), Giacomo e Giuda (i fratelli), che li avvicina al nostro vissuto più semplice, e gli eventi topici (le nozze di Cana, il miracolo di Lazzaro, la camminata sulle acque, il Battesimo) anch’essi osservati da un punto di vista “moderno” e per questo, spiazzante.
Il Gesù della Mazzuccato ci appare un uomo come tanti, un po’ nerd capellone che però fa miracoli, affascinante ma con “la erre moscia” e altri dettagli fisici e caratteriali che non vi sveliamo. Il suo viaggio nel deserto diventa un viaggio in Erasmus dove si confronterà con Dei e Semidei ed esponenti di altre religioni, fino al Golgota e all’inevitabile esito che ben conosciamo.
In tutto questo viaggio fantasioso a ritroso nella vita pseudo-immaginaria di Gesù, la Mazzuccato condisce di ironia scanzonata ma anche sottilmente critica, un testo pieno di riferimenti alle grandi tragedie dell’umanità (numerosi i riferimenti alla cronaca nera, agli autoritarismi vecchi e nuovi, alla piaga del terrorismo) – perché ormai “La violenza è di tutti” –si afferma laconicamente. Presenti anche elementi “pop” (i riferimenti alla serialità televisive, vero mantra moderno) passando per piccoli intermezzi narrativi scherzosi, (una costante della Mazzuccato, già sperimentato in VIVIAMOCI) di situazioni immaginarie e paradossali – indimenticabile l’immagine di Gesù seduto al tavolo con altre divinità intente a giocare a “Risiko” con i paesi del Mondo.
Non mancano, neanche troppo sottese, in realtà, riflessioni sulla nostra società “Ci tiene umani il nostro istinto alla rivolta” e “Il mondo ha smarrito l’Amore” e sulle Religioni “alla fine tendono tutte alla stessa Meta”.
E vien da chiederci se questo spettacolo non sia in realtà frutto di un sentimento molto umano non tanto di curiosità, ma anche di mancanza di Lui, la stessa che proverebbe qualunque cristiano che crede, per fede, in qualcuno che non ha mai conosciuto davvero e che è lontano anni luce, come figura storica dal mondo moderno, una figura che manca e sfugge e per questo suscita un desiderio di riattualizzazione, di riavvicinamento, seppure scherzoso.
La Mazzuccato è come sempre istrionica, espressiva, convincente nei continui cambi di voce e di espressioni. Eppure il testo, per quanto brillante, resta inferiore per profondità e spessore a GUERRIERE e VIVIAMOCI, risulta a volte quasi felpato, dovendosi destreggiare in un argomento, la religione, quella cristiana in particolare, piena di aspetti delicati, da attraversare a pelo d’acqua (come avrebbe fatto Gesù), onde evitare di turbare gli animi più religiosamente sensibili.
Colmo della ironia mai canzonatoria che da sempre contraddistingue la Mazzucato già nei suoi precedenti lavori, il testo di GESU' AVEVA L’ERRE MOSCIA, ci preme sottolinearlo, non ha nulla di blasfemo o irrispettoso, ma anzi, di curioso e vagamente amaro. Pieno di analogie e similitudini, ci conduce in una vita di Gesù riattualizzata e per certi versi geniale in alcuni avvicinamenti fra passato e presente. Un percorso utile per riflettere sulla permeabilità del nostro mondo agli influssi delle Religioni e su quanto le abbiamo smarrite o mal interpretate fino ad ora.
E soprattutto emerge quel distacco del nostro Tempo dalle Religioni stesse, quell’allontanamento inevitabile, al quale forse sembra plausibile rimediare avvicinando la figura di Gesù a noi, piuttosto che sperare che l’Umanità faccia il contrario.
La Mazzuccato cerca dunque di umanizzare con ironia una figura volutamente “vaga” nei suoi tratti umani, sfuggente, trascinandolo nella nostra realtà che non l’ha mai conosciuto (fisicamente) e lo immagina, o dovrebbe immaginarlo, con tratti intellegibili e non con quelli inafferrabili dei versetti del nuovo Testamento. Uno sforzo di attualizzazione che ci convince e diverte, strappando più di un sorriso e, forse, avrebbe convinto o quanto meno fatto sorridere anche Lui, strappandogli un “grazie” proferito, chissà, con l’erre moscia che lo renderebbe così umano, forse troppo.
Info:
GESU’ AVEVA L’ERRE MOSCIA
|6-9 Ottobre| sala Teatro
di e con Giorgia Mazzucato | musiche di Mario Di Marco | costumi di Irene Tortora
PROSSIMAMENTE AL TEATRO STUDIO UNO:
Dal nostro Calendario spettacoli:
Dal 13/10/2016 al 23/10/2016
TOMMASO UN MAFIOSO IN PROVA
Web
BIGLIETTO RIDOTTO a 8 euro PRENOTANDO COME LETTORE DI GUFETTO
Tel: 349-435 6219
Sala Teatro
DI FABRIZIO MAZZEO CON GIORGIA FERRARA, LUCA FORTE, FABRIZIO MAZZEO REGIA AGLAIA MORA
ASSISTENTE ALLA REGIA ANDREA PAPALE
Napoleone è un mafioso che gestisce le attività illecite di una zona di Càlamo, città del Sud Italia. Tommaso, influenzato dall’ambiente in cui vive, decide di affiliarsi a cosa nostra: inizia così un corso per entrare a far parte della famiglia mafiosa di Napoleone.
Una nuova attività sorge nella zona di Napoleone e Tommaso viene scelto per fare la sua prima pratica di estorsione del pizzo proprio lì: lui prova ad applicare le regole imparate, ma trova di fronte a sé la bella Paola, proprietaria dell’atelier.
Una commedia brillante inedita che alterna momenti comici a momenti più amari e drammatici. È un atto unico che racconta, con un linguaggio paradossale e umoristico, il fenomeno mafioso.
Dal 13/10/2016 al 16/10/2016
QUELLO CHE RESTA DELLA FESTA
Luogo : Teatro Studio Uno, via Carlo della Rocca, 6
Città :Roma
Web
BIGLIETTO RIDOTTO a 8 euro PRENOTANDO COME LETTORE DI GUFETTO
Tel: 349-435 6219
Sala Specchi
DI CLAUDIA BALSAMO CON DANIELA DE BARTOLOMEIS REGIA CLAUDIA BALSAMO
Marietta Scognamiglio è nata in una numerosa famiglia del Sud. Un padre severissimo e una madre che cerca di gestire un marito-padrone e un padre gelosissimo. Poca istruzione per la ragazza, nessuna vita sociale, nessun divertimento, solo qualche messa nei giorni di festa, accompagnata da zie, nonne e comare.