FRAU SACHER-MASOCH @ Teatro dei Conciatori: confessioni di una Venere in pelliccia

Si è chiusa domenica scorsa la due settimane di programmazione al Teatro dei Conciatori per FRAU SACHER-MASOCH. Dal 23 settembre al 2 ottobre Silvana De Santis ha indossato le vesti di Wanda (Aurora Rumelin) per lo spettacolo di e in omaggio a Riccardo Reim, e messo in scena da Antonio Serrano.

Al centro del palco la luce lentamente si accende su un cumulo di vecchie valigie, bauli e toilettes, in sottofondo le dolci note di un pianoforte. Come un carillon quando viene aperto fa alzare la bella ballerina, così si alza una vecchia donna ottocentesca tra oggetti impolverati, accatastata tra questi e nascosta sotto un cappello a falda larga. E' Wanda Frau Socher-Masoch, moglie e musa dello scrittore austriaco Leopold von Sacher-Masoch, all'epoca artista affermato, seduta in un punto di ristoro di una stazione ferroviaria, un angolo sperduto dell'Europa del nord, in attesa che arrivi il suo treno. "Un pianista" le fa compagnia (e da spalla), e in questa lunga attesa "la Venere in pelliccia" (è chiaro il riferimento al romanzo erotico dell'autore austriaco) inizia a raccontare la sua storia, il suo amore per lo scrittore e marito Leopold, per il quale incarnò il modello di donna crudele e carnefice da lui sognato, una dea con pelliccia e frustino

Frau Sacher-Masoch è uno spettacolo che porta in scena le confessioni che Wanda scrisse dopo la morte dello scrittore austriaco, nel 1906, su quel "vizio" del marito che ha caratterizzato il suo matrimonio, un contratto siglato sulla reciproca fedeltà al masochismo. Wanda (o meglio Aurora Rumelin), donna "dotata di personalità da vendere e determinazione", desiderata moglie-padrona, alla quale sarebbe stata permessa dal suo uomo qualsiasi crudeltà, persino la mutilazione se solo lei lo avesse voluto, ci confessa che si prestava a questi giochetti solo per amore, e solo per amore di Leopold lo accontentava indossando le pellicce che le regalava. Con Leopold, lo scrittore dell'amore, artista dall'animo sensibile e puro, si divertiva a giocare vestendo i panni delle di lui fantasie, ma col tempo il gioco s'era tramutato in infernale realtà. Pian piano dai suoi racconti emergono i ricordi di richieste sempre più insistenti, sempre più pesanti da digerire, come il ménage à trois con la loro domestica Marì. Era così che Leopold raggiungeva l’estasi, tramite il dolore fisico, l'umiliazione e l'insulto inferto dalla consorte nei loro giochi erotici. 
Il messaggio di Wanda al pubblico è una domanda che cerca un punto di equilibrio su un confine dai contorni indefiniti: qual è il limite tra amare alla follia e la follia a cui porta l'amore? Il suo è un dubbio a due facce, quella di una stessa medaglia in cui è assai difficile distinguere il sentimento dalla cattiveria, il piacere dal dolore, la richiesta dall'obbligo, l'erotismo dalla parafilia, la normalità dal vizio. 

Quella di Frau Sacher-Masoch è la storia di una donna che con estrema lucidità mette a nudo la sua follia, riuscendo a restituire la complessità di una mente insanamente innamorata. Silvana De Santis nel ruolo della moglie cattiva, ma anche anima pura, ci sta proprio bene. Non c'è gioco di luci, non ci sono cambi scena, non ci sono altri personaggi o voci. E' sola con quel blocco di oggetti scenici fatti di bauli e vecchie valigie, tutto ciò che ora le resta e che possiede e a cui rimane attaccata maledicendo il suo "folle amore", che domina ma da cui è essa stessa dominata. Nel suo monologo i personaggi a cui di volta in volta si rivolge, immaginari, frutto delle sue memorie, sono un trascurabile dettaglio, tanto da passare in secondo piano: la sua amica Frischauer, le sue compagne di scuola, il pianista, il proprietario del ristoro (o il capostazione?). 

Non importa con chi lei stia parlando o che intonazione abbiano le sue note delle ninnananna o canzoni, è importante cosa dice, cosa risponde, come reagisce, il suo imbarazzo, la sua rabbia, la sua follia e l'uomo che l'ha resa tale. Ciò che interessa è il rapporto tra i due coniugi. E' lì che risiedono i fantasmi del suo passato, quei ricordi che fanno male, che fanno ridere, che cerca di coprire, di difendere, di eliminare. Un rapporto inevitabilmente perverso. 

Riferimenti:
TEATRO DEI CONCIATORI
Frau Sacher-Masoch – dal 23 settembre al 2 ottobre
Regia Riccardo Reim-Antonio Serrano
Con Silvana De Santis

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