FRANKENSTEIN IL RACCONTO DEL MOSTRO @ Teatro Filodrammatici

Dal 12 al 19 dicembre è in scena al Teatro Filodrammatici, all'interno della programmazione 'Il teatro è fatto di… mostri!", lo spettacolo "Frankenstein, il racconto del mostro" con Elio De Capitani. Con travolgente intensità il racconto si focalizza sulla parte centrale del romanzo scritto da Mary Shelley nel 1817.

Bastano un tavolino, un quaderno dove il mostro ha impresso le sue angosce e il suo malessere nei confronti dell'umanità e la maestosa presenza in scena di Elio De Capitani per accompagnarci in quel mondo fatto di apparenze e di pregiudizi. Un romanzo scritto da Mary Shelley due secoli fa alla tenera età di 19 anni, ma mostruosamente attuale.

Il mostro, creato dal Dottor Victor Frankenstein, vive un'esistenza all'ombra della "civiltà". Osserva gli uomini, i loro atteggiamenti e i loro comportamenti comunicando in una lingua a lui sconosciuta. Si concentra sullo studio di una famiglia di contadini che vive in un paese della Francia. La mostruosa creatura non conosce nulla della vita e delle relazioni fra le persone, ma in breve tempo quel nucleo familiare diventerà il suo "libro del sapere". Un essere con un'innata bontà d'animo, quella bontà presente in ognuno di noi nel momento in cui veniamo alla luce. Vuole sentirsi parte integrante del mondo accompagnato dalla sua bellezza interiore che purtroppo non corrisponde alle sue fattezze. Si rende conto, specchiandosi nell'acqua, di non essere in armonia con ciò che lo circonda e decide così di essere di supporto a quella famiglia solamente nel cuore della notte, quando l'oscurità gli permette di celarsi ed evitare un pericoloso confronto. Durante il giorno, ascolta i loro dialoghi e i loro racconti imparando a decifrare una serie di suoni che si tramutano in parole e che prendono forma attribuendo ad ognuna il giusto significato. La sua spiccata sensibilità gli permette di creare una forte empatia con la famiglia, assimilando e sviluppando di riflesso i vari stati d'animo.

Più apprende i misteri della vita e dell'essere umano, più il mostro inizia a porsi dei quesiti sulla sua stessa esistenza, facendo nascere in lui disagio e inappropriatezza nei confronti della civiltà.

Decide di andare allo scoperto e di presentarsi alla famiglia alla luce del sole per tentare un approccio diretto. Sarà il primo passo verso la scoperta del vero senso della vita e imparerà a conoscere due mostruosi aspetti che colorano con toni cupi il nostro vivere: il giudizio e il pregiudizio.

L'apparenza è un mezzo per sviluppare pensieri deviati e questo porta il mostro a una amara disperazione scatenando nuovi sentimenti come la rabbia, ira e odio.

Viviamo quotidianamente di apparenza. I nostri giudizi creano malessere e disequilibrio. Ci fa paura la diversità, ovvero tutto ciò che non riconosciamo; combattiamo questi mostri sviluppando aggressività e cattiveria e alimentando collera e ostilità che quindi rovesciamo sul prossimo con devastanti conseguenze. Una dissomiglianza che ci fa allontanare dalle persone senza conoscerne il più intimo percorso.

Il Mostro è un neo sulla faccia della terra e questa terra appare sempre meno luminosa e solare.

Elio De Capitani ancora una volta dimostra tutta la sua generosità dandosi totalmente al suo pubblico. In un unico abbraccio raccoglie la platea e la scalda con il suo amore per il teatro e con la sincera intenzione di accompagnarla nella riflessione che questo racconto porta inevitabilmente. Gli elementi sonori e i disegni realizzati con tratto deciso e che ben si sposano con l'atmosfera della rappresentazione sono realizzati da Ferdinando Bruni e sottolineano i diversi passaggi del racconto diventando così la perfetta cornice di un prezioso quadro. Uno spettacolo che scorre sulle tese corde emotive e che lascia quel consapevole amaro in bocca.

Da Frankestein, ovvero il Prometeo moderno
di Mary Shelley
disegni di Ferdinando Bruni
voce del dottor Frankenstein Ferdinando Bruni
luci Nando Frigerio
suono Gionata Bettini
assistente alla regia Alessandro Frigerio
produzione Teatro dell’Elfo

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF