FRAMMENTI CONIUGALI @Teatro delle Donne/Teatro Studio Scandicci: forme di amore possibili

All’interno di AVAMPOSTI Teatro Festival, rassegna organizzata dal Teatro Studio di Scandicci (da poco diventato sede del Teatro delle Donne) ed in corso fino al 5 Dicembre 2021, in scena in prima assoluta a FRAMMENTI CONIUGALI, testo di e con Gabriele Giaffreda ed Elena Miranda, liberamente ispirato a Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman. Protagonisti sono due coniugi e le sfide che la loro relazione è costretta ad affrontare dopo 20 anni insieme, tema sempre attuale e portatore di riflessioni su come in generale i rapporti umani possano essere difficili per non dire “ristretti”, condizione che specialmente oggi con la pandemia si è ulteriormente accentuata.

L’IMMOBILITA’ AL CENTRO DELLA SCENA DI FRAMMENTI CONIUGALI

Dopo esattamente un anno è molto emozionante poter varcare di nuovo la soglia di un teatro coperto. Il sipario non è chiuso e luci bianche e calde vanno ad illuminare la scena ben visibile allo spettatore. A decorarla ci sono un letto, un tavolo da pranzo con due sedie, ed un piccolo divanetto. Tutto perfettamente composto ed allineato, quasi in modo maniacale, come d’altronde la società vuole forse immaginare la casa di un medico ed un architetto. Lo spettacolo, a differenza del testo originale, è ambientato ai giorni nostri come testimoniano i costumi degli attori e la presenza dei telefoni cellulari. Una leggera musica strumentale accompagna l’entrata in scena del primo personaggio decretandone così l’inizio e ritroveremo poi direttamente alla fine la melodia di un pianoforte a segnarne la chiusura con un effetto ad anello. La scenografia è estremamente statica e si rende cornice perfetta della vita matrimoniale di Joan e Marianne, i due protagonisti, che vivono il loro tempo in modo apatico, scandito dalla routine degli impegni lavorativi e familiari. E così un amore puro, nato giovanissimo si ritrova corroso dalle abitudini di 12 anni di coniugalità, sommati ai precedenti di fidanzamento. I due preferiscono rifugiarsi in giornate tutte uguali piuttosto che lasciarsi andare a quel grido disperato di novità che nessuno dei due ha il coraggio di raccogliere finendo per non riuscire più nemmeno a toccarsi ed amarsi. Almeno fino a quando Joan, non sopportando più questa vita apatica ed infelice, decide di abbandonare il tetto coniugale rompendo così tutte quelle ristrettezze e schemi impositivi di cui si sente vittima.

LA GUERRA DELLE EMOZIONI ED IL CAMBIO DI REGISTRO

Quando marito e moglie si rincontrano però dopo svariati mesi lontani, iniziano a dare pieno sfogo alle loro emozioni represse mettendo letteralmente sottosopra quella casa così dannatamente perfetta e soffocante allo stesso tempo. Sono i protagonisti stessi quindi a sconvolgere la scenografia nel momento in cui hanno bisogno di scuotere in profondità le loro vite: vanno a disfare il letto, tirarsi addosso cuscini, lenzuola e vestiti pieni di rabbia e di dolore, buttano a terra le sedie e rivoltano il divano in una vera e propria lotta animalesca e liberatoria, per poi placarsi in un nostalgico bacio. Trascorsi due anni, la coppia è consapevole di non essere più in grado di sostenere una vita insieme, ma è altrettanto consapevole dell’amore che li lega ed, in virtù di questo, riesce a riformulare il proprio rapporto per trovare un nuovo equilibrio. Scopre quindi una forma di amore diversa e imperfetta ma forse, tutto sommato, più felice, accettando di vedersi nella casa di campagna senza regole e quando capita, ma solo con desiderio puro e sincero.

RIFLESSIONI SULLE SCELTE REGISTICHE

Lo svolgimento di tutta la storia è intervallato da momenti in cui gli attori/personaggi escono dalla dinamica del testo ed, illuminati con luci intense e mirate in stile interrogatorio, presentano cosa succede nella scena successiva, dandole addirittura un titolo. Una scelta che a mio avviso toglie un po’ di ritmo ed è tutto sommato superflua ai fini della comprensione o dell’evoluzione della storia.Gli attori rappresentano in maniera ineccepibile la pseudo vita dei loro personaggi nella fase iniziale, fatta più di senso del dovere che del piacere, con una recitazione alquanto impostata, senza cambi di tono o volume, né emozioni vere, che coinvolgono volutamente poco lo spettatore nella dinamica familiare. Solo quando viene spezzata questa routine le scene e i personaggi diventano coinvolgenti grazie alla recitazione estremamente empatica degli attori. L’assenza di palcoscenico, le piccole dimensioni del teatro e la forzata capienza ridotta dei posti a sedere rendono questo spettacolo molto intimo e raccolto, e permettono al pubblico di sentirsi così testimone di come questa vicenda sia molto più comune di quanto si possa credere. Le persone spesso si ostinano a voler raccogliere i frammenti di ciò che si è spezzato e volerli ricomporre esattamente come prima, quando invece avrebbe molto più senso trovare forme di incastro differenti e più felici.

FRAMMENTI CONIUGALI

spettacolo liberamente ispirato a Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman
testo di Gabriele Giaffreda e Elena Miranda
regia Gabriele Giaffreda
con Gabriele Giaffreda e Elena Miranda

Teatro delle Donne, Teatro Studio di Scandicci
10 ottobre 2021

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