WONDERLAND @ Teatro cantiere Florida: Alice cresce col Teatro e la Danza

A torto troppo spesso il teatro ragazzi, anche da molti addetti ai lavori, è considerato una tipologia di teatro di serie b, un intrattenimento pedagogico, semplificato, non esattamente teatro. Eppure il suo potenziale rivoluzionario sta proprio nella possibilità di una crescita collettiva e individuale: quei bambini e ragazzi saranno spettatori capaci forse di scegliere, una volta diventati adulti, di tornare a teatro.

Il Florida dei Piccoli è una stagione teatrale ‘per tutti’ – come più correttamente si definisce – che vede artisti e compagnie di rilievo, come Versiliadanza, Compagnia TPO, Kinkaleri, Abbondanza/Bertoni e altri, cimentarsi col pubblico più difficile, sincero e senza filtri che esista: i bambini. WONDERLAND in prima nazionale al Teatro Cantiere Florida, ispirato ai protagonisti di Alice nel paese delle meraviglie, unisce danza, teatro, mimo, musica e nuove tecnologie in uno spettacolo interattivo dove i due giovani danzatori Valentina Sechi e Luca Tomao, che ne firmano anche regia e coreografia, giocano con il movimento e la musica invitando i piccoli spettatori ad interagire dalla platea e direttamente sul palco, in una danza che narra la crescita di Alice e dei suoi compagni di avventura, senza bisogno di parole.

Alice in Wonderland: la dimensione onirica

Valentina Sechi e Luca Tomao, in Wonderland ph. di Giampaolo Becherini

La favola di Lewis Carroll Alice in Wonderland, pubblicato per la prima volta nel 1865, è stato oggetto di numerose interpretazioni, negli anni ha ispirato film, opere teatrali, cartoni animati; il romanzo, infatti, non è un semplice racconto per bambini ma è un testo pieno di riferimenti simbolici e culturali dell’epoca e di oggi, un viaggio onirico alla ricerca dell’identità, fatto di allusioni, sillogismi illogici, elementi fantastici, giochi di parole, seri quanto divertenti e attuali. Alice nel Paese delle Meraviglie è un percorso nel mondo dell’ignoto che Carroll ha intenzionalmente lasciato aperto alle possibilità interpretative, cosicché ognuno possa ritrovare se stesso nel viaggio che la bambina fa nelle meraviglie al centro della terra e nei personaggi fantastici che incontrerà di volta in volta. La sala è avvolta nella nebbia della macchina del fumo, sul palco un tavolino, sedie e due frecce colorate che segnano direzioni opposte; le luci a led disegnano a terra arabeschi in movimento. Un contesto ipnotico che incanta bambini e adulti già al nostro ingresso. Aspettiamo comparire stregatti, brucaliffi, fiori parlanti e tutto quell’onirico che riconduce all’inconscio di ognuno di noi.

Wonderland su un Tempo irregolare

Alice nel paese delle meraviglie, Walt Disney

Valentina Sechi e Luca Tomao hanno creato il loro mondo immaginifico a partire da una delle chiavi interpretative più note: il Tempo. Sospeso nell’aria un grande orologio segna fissa l’ora del thè, come nella lucida follia del Cappellaio Matto e della Lepre Marzolina. I danzatori iniziano nel ticchettio del tempo che passa, diventando loro stessi lancette e scansione sonora del ritmo, in un amalgama di corpi che si avvicinano e allontanano: “il Tempo non tollera essere battuto, se invece tu fossi in buoni rapporti con Lui, ti sistemerebbe le lancette secondo come ti gira.” A sottolineare la discontinuità temporale del mondo meraviglioso di Alice i danzatori sono accompagnati da suoni sconnessi, rumori senza una vera e propria melodia, ticchettii e ritmi irregolari, fino ad approdare nei panni di Alice e il Cappellaio alla ricerca della propria posizione attorno al tavolino, non seduti, non in piedi, ma in tutte le non posizioni. Del resto nel significato più profondo dell’incontro si cela l’eterna lotta umana contro il Tempo, l’aspirazione all’infinito, al puro divenire, in cui l’ora del thè è senza fine, dove tutto è sempre pronto ed apparecchiato, anche se la tazza riempita non è mai bevuta.

La Regina di Cuori di Wonderland

Compare volando come un oggetto proveniente da un’altra dimensione, la corona della Regina di Cuori. Ma come la protagonista di Carroll non conosce ciò che l’aspetta, così la danzatrice si avvicina incuriosita al misterioso oggetto, impavida, e al tempo stesso intimorita, lo rincorre nello spazio fino a farlo suo. Ma quando indossa la corona, in un capovolgimento narrativo, Alice perplessa e stupita srotola il proprio grembiule per rivelare un grande cuore rosso al centro. La vittoria sulla sanguinaria e perfida Regina che sbraita la propria rabbia ordinando di “darci un taglio” – pur sapendo che alle sue spalle non viene tagliata alcuna testa – avviene prendendo le sue sembianze. La bambina sconfigge il mondo degli adulti, degli ordini assurdi ed estranei all’infanzia, rappresentato dalla corte del mazzo di carte, con la forza della consapevolezza e della fiducia in se stessa, potendo essere lei stessa protagonista capace di stabilire le regole da sé. Del resto Alice è un’eroina che fugge dalla noia per inseguire il Bianconiglio fin giù nelle viscere della terra, nelle profondità del suo essere, una lunga discesa, un passaggio dall’infanzia all’età adulta, attraverso la coscienza e la conoscenza di sé.

Tutto si trasforma in Wonderland

Valentina Sechi e Luca Tomao, in Wonderland ph. di Giampaolo Becherini

Tutti i personaggi, le esperienze, o le situazioni che incontriamo nelle avventure di Alice, hanno un significato che corrisponde con il suo percorso interiore di crescita e che hanno un impatto importante nello svolgersi della narrazione nonostante, come in un sogno, la trama possa fare balzi o ripiegarsi per tornare la punto di partenza, nella stanza con le piccole porte e i pasticcini e le bottiglie con le scritte Mangiami, Bevimi. Nel Paese delle Meraviglie WONDERLAND lo sviluppo narrativo originale è mescolato da un susseguirsi di scambi di identità e di capovolgimenti dei personaggi del romanzo, nel fluire della trasformazione di sé, nel girare di elementi, tra passeggiate a testa in giù, capriole e giravolte, nella dimensione della fantasia che può andare ovunque. “Potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui? – Dipende da dove vuoi andare, disse il Gatto.” In questa dimensione Alice può diventare la regina e il re di cuori, il Cappellaio diventare Bianconiglio, ed entrambi Pincopanco e Pancopinco alla ricerca della strada, o il Brucaliffo creato dai corpi intrecciati dei danzatori; magari sul tavolino possiamo veder comparire il ghigno beffardo del Gatto del Cheshire, fino a trasformare il palco nel mare blu di lacrime di Alice con un abile gioco di luci. L’elemento della trasformazione, al di là degli stereotipi, è una delle chiavi di lettura più interessanti del romanzo, che giustamente questo adattamento di Versiliadanza sottolinea: Alice non è semplicemente la storia di una bambina che sta crescendo, è la storia di ogni essere umano che nel corso della sua esistenza affronta i cambiamenti. Per afferrare la mano di Alice, lasciandoci guidare nel paese delle meraviglie, c’è bisogno di coraggio: bisogna essere capaci di abbracciare la curiosità e non lasciarsi frenare dal timore che le aspettative possano essere tradite dalla realtà. “Chi sei tu? Disse il Bruco. Io ora come ora non saprei, rispose Alice timidamente, al massimo potrei dirle chi ero stamattina, ma da allora c’è stata una baraonda di cambiamenti.”

Il pubblico prende parte a Wonderland

La sala piena di bambini di ogni età è chiamata ad aiutare i protagonisti nelle avventure, per prendere parte alla scena. I piccoli spettatori sono invitati a salire sul palco a bere il thè con Alice e il Cappellaio, a sentire tintinnare le tazze sul tavolo, a correre attorno al tavolino per cambiare posizione come la matta Lepre Marzolina; giocano a croquet e partecipano ad una partita a scacchi musicale. La scenografia sonora fatta di sensori touch ideata dal musicista e sound designer Alberto Gatti, permette ai corpi in movimento di produrre la musica che accompagna le scene, saltellando su un tappeto sonoro, prendendosi per mano e attivando i sensori a cui sono collegati. Interessante il coinvolgimento dei bambini che Valentina Sechi e Luca Tomao scendono in platea a prendere per mano: intimoriti e lusingati, catalizzano l’attenzione del pubblico semplicemente stando sulla scena con la naturalezza e la curiosità dell’infanzia, comprendono alla perfezione le indicazioni di movimento degli attori, anche senza parole, ma solo attraverso il meccanismo innato della imitazione. Nonostante la straordinarietà e la stranezza della situazione in cui si trovano, i bambini sperimentano l’ascolto, il rispetto per gli altri e lo spazio circostante, danno spazio alla spontaneità creativa e all’improvvisazione – ricordandoci quanto possa essere determinante l’esperienza del teatro ragazzi.

Wonderland: la danza finale

I continui cambi di dimensione, i salti narrativi, le trasformazioni dei personaggi, terminano con un’emozionante danza finale, quando i due protagonisti si spogliano dei costumi dei personaggi che li hanno accompagnati: due persone che sono in grado di guardarsi negli occhi e scegliere di volare insieme come la farfalla in cui si trasforma il Brucaliffo. Valentina Sechi e Luca Tomao sinuosi e morbidi, dopo essersi confrontati con una realtà in cui norme e regole sono capovolte, hanno la possibilità di compiere liberi un cammino comune.

Visto il 18 dicembre, al Teatro Cantiere Florida, Firenze

WONDERLAND

produzione Versiliadanza
in collaborazione produttiva con la Compagnia TPO
con il sostegno di MiC, Regione Toscana e Comune di Firenze
e per le residenze Teatro Cantiere Florida (Firenze), Teatro Fabbrichino (Prato)
ideazione Valentina Sechi
coreografie, regia e danza Valentina Sechi, Luca Tomao
musiche, scenografia sonora, live electronics e sound design Alberto Gatti
disegno luci Gabriele Termine
oggetti di scena Eva Sgrò
costumi Annamaria Clemente

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