MURATORI, grande successo del drammaturgo Edoardo Erba di oltre vent’anni fa, torna sulla scena per la regia di Enrico Falaschi del Teatrino dei Fondi al Teatro delle Arti di Lastra a Signa per la nuova stagione “uno spazio civile”: un testo sempre attuale sulla crisi e la resistenza del teatro nella società capitalista, reso intenso e divertente nell’interpretazione di Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Marta Paganelli.
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MURATORI: il testo di Edoardo Erba

Del testo di Edoardo Erba, uno degli autori più interessanti nel panorama del teatro italiano, MURATORI, sono stati fatti numerosi adattamenti: a Roma debuttò nel 2002 in romanesco con Massimo Venturiello, Nicola Pistoia e Paolo Triestino, diventando un cult in replica per sedici stagioni; in questi giorni al Piccolo Teatro Bellini di Napoli va in scena in dialetto partenopeo per la regia di Peppe Miale. Il Teatrino dei Fondi di San Miniato sceglie la parlata pisana, aperta e “sbracata” che rende fin da subito i due protagonisti, Fiore e Germano, familiari e simpatici. Nella notte i muratori devono alzare un muro sul palcoscenico di un teatro per allargare l’adiacente supermercato, che rende di più al proprietario dello stabile. Un lavoro clandestino per guadagnare il capitale iniziale per l’impresa: mettersi in proprio e acquistare il camion dello spurgo, significativo simbolo dell’agognata ascesa sociale. Ma il teatro è un luogo magico, capace di resistere allo scempio, risvegliando i sogni delle due povere anime. Ecco quindi che appare come un angelo celeste, Giulia, la tormentata protagonista del dramma di Strindberg. Questa fata turchina sconvolge definitivamente i piani dei malcapitati manovali.
MURATORI: il teatro dalla crisi alla resistenza

Non molla la presa, il teatro, resiste alla fagocitazione endemica del capitalismo, che lo vorrebbe morto da secoli, ormai superato, non al passo con la veloce tecnologia dell’oggi, con la logica del mercato e del profitto: del resto, cosa c’è di più antico ed arcaico di questo rito che fa incontrare le persone per emozionarle? Nella loro semplicità i due operai sono travolti dall’apparizione della Signorina Giulia, il delicato fantasma dell’opera che svela loro la dimensione ignota del sogno, dove il reale e il fantastico si confondono, e li spinge oltre lo stesso muro che stanno erigendo, ripensando la loro vita, valori e priorità. Entrambi dopo la visione, sono disposti a rivedere i propri obiettivi, pronti a lasciare tutto e a partire per sempre con Giulia verso l’ignoto; pronti a scalare la parete dei propri sogni, stavolta non più per far soldi e comprare il Mercedes, ma per vivere intensamente, innamorati e ricchi di emozioni. Il testo di Erba, con raffinata comicità, ci segnala il rischio del teatro di essere murato a favore di un supermercato, e oggi, dopo una pandemia, diventa ancora più necessario proteggere dalla barbarie questo luogo, questo “spazio civile“, come intitola il Teatro delle Arti: “un luogo dove le generazioni, i linguaggi, le culture s’incontrano, si confrontano e si influenzano reciprocamente, creando occasione di vita intensamente collettiva e migliore“.
La lotta di classe in MURATORI
La tragedia di Strindberg e la commedia di Erba offrono agli spettatori una fotografia delle interazioni tra classi sociali: il servo Jean, nella relazione con la contessina Giulia, è sostituito da Germano e Fiore, prima l’uno e poi l’altro, plebei lavoratori, disposti ad accettare pericolosi lavori abusivi, per un riscatto sociale, per non stare più “sotto padrone”. La miseria non permette l’amore, il sogno, l’illusione della favola. La riflessione umana si fa universale nel constatare che “non siamo nessuno, destinati, come tutti, al campo santo”. Il fantasma di Giulia scatena il mare dentro ai due uomini, che non possono fare altro che credere che la visione sia il prodotto dell’immaginazione, sia pura illusione. Sarà l’apparizione finale a convincerli, ad elevarli, a farli saltare oltre il muro per seguire quel sogno vero che sa creare il teatro.
Visto il 27 ottobre 2023 al Teatro delle Arti, Lastra a Signa
MURATORI
di Edoardo Erba
regia di Enrico Falaschi
con Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda
scenografia Federico Biancalani
tecnica Angelo Italiano, Marco Sacchetti
produzione Teatrino dei Fondi