L’INTRUSA @Teatro di Rifredi: due ritratti al femminile per Lucia Poli

Non è certo “un’intrusa” Lucia Poli al Teatro di Rifredi di Firenze, ma decisamente “di casa” sul palco dello storico teatro di quartiere, di recente associato alla Fondazione Teatro della Toscana, dove porta in scena l’adattamento di due racconti dell’autore francese Eric-Emmanuel Schmitt, L’INTRUSA preceduto da È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA per la regia di Angelo Savelli. Il ritratto di due donne opposte e complementari, dipinte con eleganza e ironia da una maestra del teatro italiano, Lucia Poli, sorella del compianto Paolo, con cui condivide la sagacia e lo stile ineguagliabili. A Rifredi fino al 5 marzo tutte le date già sold out, le prossime a Milano al Teatro Gerolamo.

Recensione a cura di Alice Capozza e Martina Corsi

Due donne alla ricerca della felicità per LUCIA POLI

Lucia Poli in È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA, foto di Maria Grazia Lenzini

Un racconto intimo quello che Lucia Poli regala al suo pubblico, accolto sul retropalco di Rifredi, a pochi passi dall’attrice e dalla scenografia, a cui si accede passando per i camerini, con appesi i poster di vecchi spettacoli, tra cui la stessa Poli con il fortunato Animalesse. Sembra di entrare piano piano nella casa e nell’intimità delle due donne protagoniste di È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA e L’INTRUSA: una chiacchierata tra amiche con la cinica e spietata Helen, sempre attenta ad ogni dettaglio fuori posto, e nel successivo monologo una serata carica di mistero nel salotto borghese di una ricca signora confusa da una presenza inquietante.

Helen la protagonista di È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA

Una felicità astratta è sempre meglio di nessuna felicità, afferma Helen, protagonista del primo monologo, È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA, che ci accoglie con suo cinismo divertito per mostrarci il mondo svelato delle sue imperfezioni; racconta la sua vita, il suo matrimonio con Antoine, sposato perché aveva bisogno del suo ottimismo. Il suo sguardo implacabile l’accompagna sempre, non riesce a credere nella bontà, vede un mondo in cui i luoghi comuni sono ribaltati in negativo e quindi screditati, c’è sempre un ma in ogni sua frase, non riesce mai a fermarsi allo scontato entusiasmo iniziale: una sfibrante lotta con se stessa, di cui è prigioniera e carceriera allo stesso tempo, alla continua ricerca di un’entusiasmante superficialità, senza tuttavia riuscirci.

Odine la protagonista de L’INTRUSA

Ne L’INTRUSA si cambia registro, l’ironia si fa meno serrata e si apre la strada al realismo: la protagonista è una donna sola, bisognosa di attenzioni, abbandonata dal marito Charles e dalle amicizie. Odile tiene il conto dei morti annunciati dallo speaker televisivo nella canicola estiva (duemila, quattromila, quindicimila…), circondata ormai solo dai propri oggetti – una bottiglia d’acqua, un libro da scrivere, un diario di appunti – àncore di una mente che sfugge via, ossessionata dall’apparizione di una sconosciuta che gira per casa, alla cui esistenza nessuno crede, in compagnia dei fantasmi del passato e dell’ingombrante rapporto con se stessa, come riflessa in uno specchio.

L’ironia la chiave dei testi di Schmitt È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA e L’INTRUSA

Lucia Poli, foto di Barbara Paveri

I due monologhi sono entrambi fortemente ironici, ma se È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA gioca tutto su un umorismo graffiante, pungente, a cui il pubblico reagisce con visibile divertimento, L’INTRUSA affonda nel grottesco, mettendo in atto il sarcasmo tanto caro a Pirandello: si sorride con l’amaro in bocca, si ride con un velo di compassione e tenerezza. I due monologhi puntano l’accento su aspetti diversi, resi egregiamente dalle doti interpretative di Lucia Poli – forse più nelle sue corde il primo che il secondo – ma che riesce in entrambi a scavare in profondità l’animo femminile, in differenti fasi della vita, con uno stile iconico e senza tempo, con delicatezza e piglio invidiabili. Due ritratti unici, divertenti, sensibili, sinceri, delineati con cura e precisione che solo una professionista signora del palco come Lucia Poli riesce a realizzare con piccoli movimenti del corpo, una gestualità e mimica facciale che segnano il suo personalissimo stile. La messa in scena rende concrete la disillusione della prima e lo sconforto della seconda, entrambe alla ricerca di un angolo di riposo, un posto felice e sicuro in cui rifugiarsi, che se per Helen si concretizza nel marito ottimista e luminoso – e da vedova nei sette bauli di tranquillità che porta con sé nel giro del mondo per scoprire infine quanto sia bella una giornata di pioggia– nella seconda protagonista questa ricerca si frantuma in mille pezzi di vetro allo schianto con la difficile realtà. Lucia Poli, capace di adattarsi ai ruoli e alle atmosfere diverse che si respirano nei due monologhi, riesce nell’arduo intento di rendere l’umorismo sfaccettato tipico dei testi di Eric-Emmanuel Schmitt, contemporaneamente lieve e profondo, cinico e malinconico. Lo stesso Schmitt ne ha convenuto congratulandosi con Angelo Savelli e Lucia Poli: “due fantastici artisti, al tempo stesso vigorosi e sottili, e appassionati dell’animo umano”.

La scena di È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA e L’INTRUSA

Lucia Poli in L’INTRUSA, foto di Stefano Cantini

Nel primo monologo la scenografia è nascosta da leggeri teli blu e l’ambiente è disegnato dalle luci che si spostano da una lato all’altro del palco seguendo i movimenti dell’attrice, che rende in questo modo l’inquietudine e il disappunto del personaggio, incapace di soffermarsi a lungo in alcun luogo senza notarne i difetti, come un’ape in un erbario che passa di fiore in fiore. Blu anche l’elegante completino, con una giacchina in velluto, indossato di tutto punto dalla Poli, costume che ben si adatta al fastidio che prova Helen verso il mondo a lei estraneo. Perfettamente gestito il cambio scena tra un monologo e l’altro: con in sottofondo l’Hymne à l’Amour di Edith Piaf, i morbidi teli scompaiono tirati via lentamente nel semibuio. Ci troviamo in un borghese salotto affacciato sui giardini del Trocadéro di Parigi, tappeti persiani, mobili antichi, al centro la poltrona in pelle della padrona di casa, da cui osserva l’arido mondo fuori e il deserto dentro di sé; anche in questo caso la protagonista è in blu, con indosso una vestaglia decorata, che avvolge l’anziana signora come la sua solitudine. I due racconti di Schmitt È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA e L’INTRUSA adattati per la scena con la discreta regia di Angelo Savelli sono interpretati con grande eleganza e cura da Lucia Poli, che, ormai da tempo, sembra aver trovato nel Teatro la propria personale ricerca della felicità.

Visto mercoledì 22 febbraio 2023, al Teatro di Rifredi, Firenze

L’INTRUSA

preceduto da È UNA BELLA GIORNATA DI PIOGGIA

di Eric-Emmanuel Schmitt
con Lucia Poli
regia Angelo Savelli
produzione Teatro della Toscana
L’Autore è rappresentato in Italia da Paola D’Arborio – Roma

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