Dal 14 al 18 dicembre è andato in scena in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI, di e con Stefano Massini, tratto dal suo omonimo romanzo e prodotto da Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Roma in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano/Teatro d’Europa. Questo spettacolo pone una lente d’ingrandimento sul mistero della psiche umana, in particolare sul significato dei sogni, attraverso il percorso professionale e umano di Freud, letto da Massini.
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: IL PERCORSO DI FREUD

1891. Un giovane Sigmund Freud si trova nella casa di campagna con la famiglia e inizia a riflettere sul significato dei sogni, e da qui si aprirà, quasi per caso, il percorso all’interno del mondo onirico del medico austriaco. Freud inizia una discussione interna a sé stesso sui nostri viaggi notturni a partire dal racconto della governante della casa, è da lì che ha la prima intuizione che cambierà radicalmente la sua vita e la sua carriera: nei sogni avviene qualcosa che in realtà vuol spiegare un’altra cosa e che l’unico modo che esiste per capirli è quello di leggere dentro di sé. Una lettura complessa che apre al mondo dell’inconscio, fino ad allora incompreso ed inascoltato. Freud, anno dopo anno, incontra pazienti a cui cerca di dare risposte, come un ladro entra nelle loro teste e accompagna il pubblico all’interpretazione, all’analisi delle rimozioni, dei lapsus, di tutto ciò che durante il giorno cerchiamo invece di dimenticare. Le immagini intrecciate del viaggio onirico che inizialmente sembrano non avere senso, diventano più nitide, in tutto lo spettacolo siamo guidati nel trovare un significato a ciò che accade nella mente dei vari pazienti che fanno visita al medico. Ognuno di questi permette a Freud di collegare i pezzi per ricomporre il puzzle della psiche.

L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: CEDERE ALLA BESTIA
Lo schema dello spettacolo è molto semplice: Freud racconta il suo percorso professionale attraverso lo scambio coi sui pazienti, è un’analisi condivisa, infatti espone ad alta voce i suoi interrogativi e le intuizioni a cui arriva, spiegando quali simboli si celano dietro gli elementi dei sogni. Attraverso il racconto avvincente di Massini possiamo meditare sulla complessità della psiche umana, la vita ci viene mostrata come una continua lotta, come un carnevale in cui cerchiamo di nascondere quello che non vogliamo vedere, ciò di cui abbiamo paura o di cui, per senso comune, ci dovremmo vergognare. Freud è stato uno dei primi a capire che è inutile cercare di addomesticare la pericolosa bestia che abbiamo dentro, che di notte si palesa, ma dobbiamo andare in fondo al nostro Io, piuttosto dicendoci pazzi, consapevoli che forse i veri folli sono coloro che accettano ogni convenzione sociale, senza lasciarsi mettere in crisi. La vera sanità sembra che consista nell’arrendersi alla nostra complessità, alle contraddizioni e alle paure.
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: L’OCCHIO IL VERO PROTAGONISTA
In scena troviamo Massini e i musicisti da un lato (Saverio Zacchei con trombone e tastiere, alle chitarre Damiano Terzoni e al violino Rachele Innocenti), anche loro parte della narrazione, tanto che, come il protagonista, hanno vestiti borghesi di fine ‘800. Le musiche di Enrico Fink guidano il racconto, sono una colonna sonora azzeccatissima che va a toccare le corde emozionali dello spettatore. L’accompagnamento si interrompe in alcuni momenti chiave in cui c’è soltanto una luce che dà rilievo a Massini al centro della scena e tutto il resto in ombra. L’unico oggetto presente, che talvolta compare, è il lettino, evidente simbolo della psicoanalisi nell’immaginario comune. Sullo sfondo è presente uno schermo in cui inizialmente è proiettato un vortice blu mentre in seguito si delinea il profilo di un occhio che si farà sempre più nitido e che ci accompagnerà per tutto lo spettacolo. Di volta in volta ci saranno, sovrapposti all’occhio, gli oggetti e le situazioni dei vari sogni che vengono riferiti. L’occhio incarna sia Freud che indaga nella mente umana, sia il nostro Io che non dorme mai, il cui agire è inarrestabile e implacabile anche durante il riposo. Alla fine siamo costretti a vedere, siamo accecati dalla luce che ci trafigge attraverso il grande occhio. La performance di Massini affascina il pubblico perché per quasi due ore, con minime pause, fa da narratore e protagonista delle vicende, ripercorre gli eventi e le storie dei pazienti in maniera chiara e nitida, con un’energica costanza e una forza che riesce ad incantare il pubblico come un abile giocoliere, tenendolo con il fiato sospeso.

L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI: UN FASCINO SEMPRE ATTUALE
Il teatro gremito ha partecipato con grande interesse al racconto del padre della psicoanalisi e della psicologia moderna. Nonostante sia passato più di un secolo dall’inizio del racconto, continuano a subire un enorme fascino per i sogni, l’inconscio e tutto ciò che riguarda la psiche. Probabilmente perché, malgrado siamo ben lontani temporalmente dal benpensante mondo borghese di fine ‘800, ognuno di noi è accompagnato spesso da tante maschere, ancora il nostro inconscio può liberarsi soltanto nell’oblio della notte, forse è questo il motivo per cui ci sentiamo ancora così attratti da questo racconto. Massini ha il merito di aver intercettato l’attenzione del pubblico attraverso un racconto pulito ma efficace, a tratti emozionante, che senza fronzoli e con un’avvincente analisi va dritto al cuore e riesce a scuotere il nostro torpore.
Visto il 17 dicembre 2022, Teatro delle Pergola, Firenze
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
liberamente ispirato e tratto dagli scritti di Sigmund Freud
tratto dal romanzo L’interpretazione dei sogni” di Stefano Massini
con Stefano Massini
scene Marco Rossi
luci Alfredo Piras
immagini Walter Sardonini
musiche Enrico Fink
eseguite da:
trombone e tastiere Saverio Zacchei
chitarre Damiano Terzoni
violino Rachele Innocenti
contributo in voce e video Luisa Cattaneo
costumi e maschere Elena Bianchini
produzione Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Roma
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa