Torniamo ad assistere alla lettura scenica de LE CASE DEL MALCONTENTO dall’omonimo romanzo di Sacha Naspini, dopo il primo studio che ha debuttato a Materia Prima: in questa nuova tappa di lavoro, all’interno del festival estivo LE CASE: MONDI POSSIBILI, in avvicinamento allo spettacolo a cura di Murmuris e Atto Due che debutterà nel marzo del 2024 al Teatro Cantiere Florida, apprezziamo il lungo percorso di approfondimento e limatura che è proprio delle creazioni teatrali “in ensemble”. Il gruppo di attori (Sandra Garuglieri, Luisa Bosi, Laura Croce, Roberto Gioffrè, Francesco Mancini, Marisa Boschi e Marco Santi), guidati dalla regia di Simona Arrighi, si muovono tra le macerie dell’eterno cantiere di Sant’Orsola; a turno vestono i panni degli oscuri abitanti de LE CASE: personaggi ambigui, miseri e miserabili, incastrati nei propri segreti, duri come le rocce che incorniciano il paese nell’entroterra maremmano. Ciascuno assorto nel proprio dramma regala il suo monologo al pubblico, interlocutore diretto, confessore innocuo, mentre le altre anime storte si aggirano, ascoltano, guardano, impantanati nelle proprie colpe, nel proprio spacco del cuore. La voce nuda della cantante Monica Benvenuti, scorta le parole con canti di John Cage e Edvard Greig, in un inglese arcaico dai suoni gutturali e spigolosi come le vite de LE CASE.
Di seguito ripubblichiamo l’approfondito articolo di Francesca Valente, e ci diamo appuntamento a marzo 2024 al Teatro Cantiere Florida per la prima.
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LE CASE DEL MALCONTENTO @Materia Prima Festival 2023: una lettura itinerante e corale
La lettura scenica LE CASE DEL MALCONTENTO, tratta dal romanzo di Sacha Naspini, ha inaugurato il cartellone della decima edizione del Materia Prima Festival curato da Murmuris (Gufetto seguirà anche i prossimi appuntamenti. Clicca qui per ulteriori informazioni). Nello scenario suggestivo dell’ex Monastero di Sant’Orsola va in scena una lettura itinerante: le voci degli attori danno vita a una galleria di personaggi che ricostruisce l’anima del paese maremmano Le Case, vero protagonista del romanzo di Naspini.
LE CASE DEL MALCONTENTO: mettere in scena un romanzo

LE CASE DEL MALCONTENTO di Sacha Naspini è un romanzo visionario, a tratti allucinato, molto complesso. È impossibile riassumerne la trama, affollata da una serie di personaggi le cui vite si intrecciano sullo sfondo di un paesino della Maremma, Le Case. Provare a tradurlo in uno spettacolo teatrale è sicuramente una sfida e richiede scelte decise, capaci di interpretare il romanzo più che cercare inutilmente di rappresentarlo in toto. Nella lettura messa in scena da Murmuris e AttoDue, la prima scelta è stata proprio relativa alla narrazione: invece di mantenere l’ossatura della trama, legata al personaggio che nel romanzo dà l’avvio alle vicende, Simona Arrighi e Laura Croce hanno deciso di smembrarla in una serie di quadri giustapposti, in cui alcuni personaggi raccontano in prima persona frammenti della propria storia. A poco a poco, attraverso l’alternarsi delle voci, la trama prende forma ed emergono gli intrecci che legano le diverse vicende, dando corpo alla coralità, che è il tratto più caratteristico del romanzo. Se si è perso il filone narrativo principale del romanzo, si mantiene invece il suo tono, il suo sapore, quello di una storia che appartiene a un luogo prima ancora che alle persone che lo abitano.
LE CASE DEL MALCONTENTO: la voce corale dei personaggi

Con questa scelta si sottolinea l’immutabilità del destino dei personaggi, che appaiono quasi congelati nel racconto del momento rivelatore della loro esistenza: l’impressione è che essi ripetano ossessivamente la loro parte, quasi imprigionati in un meccanismo inceppato della memoria che li porta a reiterare il loro passato indefinitamente. E così si alternano le diverse voci che abitano Le Case: Don Lauro, Domenico Fioravanti, la Giovannona, il dottore Emilio Salghini, Adelaide Franci, Achille Serraglini e sua moglie Sonia… le loro storie sono allucinate e stranianti, cariche di violenza e di malizia, piene di segreti inconfessabili e di dolore. A legarle tra loro, oltre il sovrapporsi dei fili narrativi, è il ritorno della vedova Isastia, interpretata da Sandra Garuglieri, che diviene personaggio centrale della lettura, con la sua storia che si lega indissolubilmente a quella del paese. E Piera, la nana scrittrice, che chiude infine in chiave metanarrativa le storie de Le Case, come una sorta di deus ex machina che trasforma le vicende dei personaggi in libri nel libro.
il rapporto privilegiato con il pubblico
Gli attori portano avanti la lettura delle pagine del romanzo uno dopo l’altro, con interazioni minime tra loro, e sono per lo più immobili, chiusi nello spazio a loro dedicato; sono gli spettatori a muoversi per raggiungerli, richiamati a gran voce o accompagnati da qualcuno di loro. I personaggi sono dunque isolati e la comunicazione tra loro appare preclusa, l’unico vero interlocutore è il pubblico, che diviene parte attiva dello spettacolo, in un dialogo che dà vita alle storie e le inserisce in una ricerca di senso che passa attraverso la relazione: “lo spettacolo de Le Case è perfetto e va in scena solo per noi”.
LE CASE DEL MALCONTENTO: una storia, un luogo

Al centro del romanzo di Naspini è prima di tutto un luogo, un paese della Maremma, Le Case, arroccato su un’altura e attraversato da una strada che forma un curvone, dove si schiantano auto e moto che scivolano sul brecciolino gettato sulla strada ad arte da Domenico il marchigiano e suo padre. Un paese che “ti mette al mondo e poi ti stermina”, come dice la nana Piera. Il romanzo si apre proprio con una cartina che rappresenta il paese e qualcosa di molto simile viene consegnato agli spettatori per muoversi nel corso dello spettacolo, come se si trovassero essi stessi per le vie del paese. Ma a Le Case si sostituisce il cantiere dell’ex Monastero di Sant’Orsola, una location suggestiva, illuminata da luci colorate, che ne evidenziano la struttura e la matericità: prevalgono il blu, il viola e i colori freddi, che contribuiscono a sottolineare l’atmosfera inquietante e allucinata del luogo, mentre negli angoli in cui si svolgono i monologhi le luci assumono talvolta tonalità più calde e si ha l’impressione di entrare nell’interiorità dei personaggi. Lo spazio freddo e decadente del monastero si rivela specchio dell’anima del paese, che nel finale del romanzo inghiotte letteralmente i personaggi franando su se stesso: “le Case è un mostro che ingrassa a ogni respiro (…) ma anche per lui è cominciata l’agonia” annuncia il dottor Salghini. E se nello spettacolo non assistiamo all’implosione del paese, a Le Case è dedicato però l’ultimo quadro: in una delle sale del monastero dal pavimento emergono gli scavi delle fondamenta e quella che somiglia ad una catacomba. A questo punto le voci dei personaggi tacciono e a parlare è solo l’anima del luogo.
LE CASE DEL MALCONTENTO: lo specchio del mondo
La lettura procede per addizione, in un gioco potenzialmente infinito, in cui i personaggi sono frammenti di una storia che diviene universale. In scena infatti vediamo passare vizi, sentimenti, pulsioni e pensieri a tratti orribili, in cui tuttavia a poco a poco ci identifichiamo. “Le Case del Malcontento è uno specchio che deforma – spiega Murmuris – come quelli dei luna park di quando eravamo bambini. Ciò che vediamo in quel riflesso è esagerato e mostruoso”. Lo spettacolo dunque mette in scena storie estreme, deformi, respingenti, in cui tuttavia riusciamo a riconoscerci, a intravedere i nostri difetti, i tratti estremi della nostra personalità, i segreti e i desideri inconfessabili.
Visto a Ex convento di Sant’Orsola, Firenze – Primo Studio il 1 marzo 2023; seconda tappa il 15 settembre 2023
LE CASE DEL MALCONTENTO
Spettacolo itinerante
Una produzione Murmuris / Atto Due
Dal romanzo di Sacha Naspini
A cura di Simona Arrighi
con Sandra Garuglieri, Luisa Bosi, Laura Croce, Roberto Gioffrè, Francesco Mancini, Marisa Boschi e Marco Santi
Voce Monica Benvenuti
Allestimento tecnico Antonella Colella
Organizzazione Davide Grassi