LA MERAVIGLIA – MOSTRA RESIDENZE D’ARTISTA @ Manifattura Tabacchi, Firenze

Dal 1 al 28 giugno (ora estesa al 26 luglio) 2020 la Manifattura Tabacchi di Firenze ospiterà la mostra La Meraviglia. Negli spazi dell’ex fabbrica di Stato verranno esposte le opere di sei giovani artisti coinvolti nel progetto di questa residenza d’artista.

In cosa consiste questa residenza d’artista? Si tratta di un’esperienza offerta a giovani creativi che, rispondendo a un bando, ottengono la possibilità di soggiornare e lavorare in un unico ambiente per alcuni mesi, durante i quali vengono formati e accompagnati in un progetto di approfondimento della loro ricerca personale. Al termine, un’esposizione aperta al pubblico documenta i risultati cui sono pervenuti gli artisti.

La residenza d’artista della Manifattura Tabacchi nasce come progetto triennale nell’autunno del 2018, quando il curatore Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento di Firenze, trova supporto nelle istituzioni e in Paolo Parisi, artista egli stesso e docente dell’Accademia di Firenze, che segue il progetto in qualità di tutor. La Manifattura ha aderito al piano triennale attraverso la collaborazione del responsabile Michelangelo Giombini e di Caterina Taurelli Salimbeni, curatrice della struttura.

La Meraviglia rappresenta il secondo momento di questo ambizioso progetto, nato per aprire Firenze, capitale del Rinascimento italiano, alle suggestioni dell’arte contemporanea. La residenza d’artista è iniziata nel settembre del 2018 con il tema La cura, e si concluderà nel marzo del 2022 con una riflessione collettiva su L’Armonia. Questa seconda residenza avrebbe dovuto terminare a marzo 2020, ma la situazione emergenziale di questi mesi ha costretto a rimandare l’evento al primo giugno.

Gli artisti selezionati per questo progetto sono Davide D’Amelio, Anna Dormio, Bekhbaatar Enkhtur, Esma Ilter, Giulia Poppi e Negar Sh. Durante il periodo della residenza, i giovani creativi sono stati affiancati da alcuni celebri artisti, come Stefania Galegati, Rä Di Martino, Pantani-Surace, Goldschmied & Chiari, Elena Mazzi e Robert Pettena. Lo scopo della residenza è infatti quello di sostenere e arricchire il percorso formativo di giovani, sia italiani che provenienti dall’estero – in questo caso da Iran, Turchia e Mongolia. Viene così loro permesso di confrontarsi con coetanei e artisti affermati, ma anche di conoscere la tradizione delle botteghe artigiane di Firenze e del territorio toscano.

Il tema di quest’anno ha offerto la possibilità di riflettere sulle possibili declinazioni della meraviglia, coniugando la ricerca di materiali insoliti al dialogo tra immagini artistiche, poetiche e lo sfondo industriale della Manifattura Tabacchi, con l’obiettivo appunto di stupire il visitatore.

Per Giombini, project development di Manifatture, si tratta di una magnifica sintesi che ha coinvolto tutti i protagonisti e che ora, giustamente, deve tornare ai fiorentini, ma anche ai turisti che riprenderanno nei prossimi mesi a visitare la città. L’emergenza del Covid-19 ha dimostrato come il turismo sia un gigante dai piedi d’argilla. Per risollevare le sorti di Firenze, una città intimamente votata all’arte rinascimentale, il progetto del 2018 viene oggi riletto e presentato come il possibile rilancio per mezzo dell’arte contemporanea. Questa risposta innovativa si propone di integrare passato e presente, Italia e mondo, in un instancabile quando ricco confronto tra culture diverse.

Il curatore Risaliti riprende le parole dello stesso sindaco Nardella, quando questi alcuni giorni fa ha sottolineato che Firenze non è città ripiegata su se stessa, perché va ricordato che la rendita passiva inibisce innovazione. Se il patrimonio di Firenze è stato messo in ginocchio dall’attuale crisi, bisogna avere il coraggio e la visionarietà di affiancare alla protezione del patrimonio l’audacia della sperimentazione. Gli stessi mecenati della Firenze rinascimentale, istituzionali ma anche privati, ebbero l’ardire di sostenere artisti che, di volta in volta, furono in grado di rinnovare lo sguardo dell’arte sulla realtà. Così oggi la residenza d’artista di Manifattura Tabacchi osa parlare un linguaggio innovativo e a cui la città non è forse abituata, ma a cui viene chiamata a rispondere.

Sapere artigianale, grandi artisti, tessuto spirituale e progettazione politica: questi gli ingredienti che resero immensa Firenze alle soglie dell’età moderna. Oggi Manifattura Tabacchi, inserita alle porte della più importante area verde della città, le Cascine, ambisce a diventare il microcosmo di un nuovo laboratorio multidisciplinare. D’intesa con il Polimoda, l’Accademia delle Belle Arti e le botteghe artigiane fiorentine, questo spazio industriale, da tempo abbandonato, vuole trasformarsi nel nuovo polmone artistico per la città.

I sei giovani artisti, scelti anche perché poco coinvolti con il mondo dell’arte e quindi capaci di uno sguardo potentemente ingenuo sulla realtà, sono stati chiamati a rileggere la propria biografia per trasformarla da elemento individuale a discorso universale perché aperto a tutti.

Negar viene dall’Iran, paese in cui non le è stato possibile esprimere la propria fisicità e femminilità. Allora il passaporto incastonato nel blocco di cera sigilla l’abbandono del passato da parte dell’artista per esprimere talento e sensibilità in una nuova casa. Lo specchio come strumento di autoriflessione permette allora il riconoscimento del sé ma anche l’apertura agli altri.

Se l’artista è da sempre chiamato a illudere lo spettatore, in questo caso l’artificio crea un tale gioco d’inganni tra l’opera e lo sfondo da stupire il visitatore. Questo è il lavoro di Davide, dove un getto d’acqua potrebbe sembrare un cencio, a seconda della prospettiva dell’osservatore.

Esma invece porta nel suo progetto quella missione di ponte tra Oriente e Occidente che riveste la sua città, Istanbul. Dal mondo degli adulti si entra così nella dimensione delle fiabe, delimitato da alcune sedie giganti e un telo colorato, a protezione di ciò l’occhio non può scorgere da fuori.

Anna ha scelto di porre le immagini di alcuni armi su una parete, alla ricerca di un confronto con quel Padre che, nella maiuscola, richiama anche il Potere, la Patria e la Politica. Trattandosi di armi disinnescate della loro forza, diventano sagome di forma leggera, puro gioco della mente e dell’arte.

Bekhbaatar, arrivato dalla Mongolia, ha realizzato animali fantastici servendosi di rami e cera. Il richiamo va a Medardo Rosso e a tanta arte informale contemporanea. Il suo contatto con natura richiama però oggi anche il bisogno di guardare all’ambiente con uno sguardo nuovo, tanto che le sue opere hanno avvertito l’esigenza di invadere lo spazio degli colleghi.

Giulia infine è l’unica artista ad aver cambiato progetto dopo la conclusione di un primo laboratorio. Rientrata in Emilia a seguito dell’emergenza Covid, ha scelto di impegnarsi in un nuovo percorso che l’ha portata, ora, a riflettere sull’esperienza che ha coinvolto il mondo intero colpito dalla pandemia. Si tratta di un fiore chiuso dentro una cella trasparente, a significare il bisogno di protezione avvertito in questi mesi, soprattutto verso i propri cari, ma anche il rischio che la cura possa trasformarsi in soffocamento dell’altro. La sua opera parla di fragilità umana e fragilità dei nostri sentimenti, entrambi bisognosi di ossigeno, fino a quando si scopre cosa si nasconde dentro la cella.

Tra i compiti assegnati agli artisti, oltre alle singole opere, vi è stata anche la collaborazione a un lavoro collettivo come esito di un workshop. L’artista dismette così il narcisismo profondo che lo alimenta per dare corpo a un elaborato comune. La visita poi agli Uffizi, alle industrie del vetro e del cristallo della Val d’Elsa, nonché le cave di Carrara hanno completato la formazione grazie al confronto con un patrimonio unico nel suo genere.

Per il futuro, il Museo Novecento è in attesa dell’approvazione istituzionale per diventare esso stesso ambiente di un nuovo modo di intendere la residenza d’artista. Si tratta di un progetto straordinario tra pubblico e privato, che renderebbe Firenze la città del contemporaneo, della sperimentazione e dell’innovazione.

INFORMAZIONI

Apertura della mostra al pubblico

Dal 1 giugno al 28 giugno 26 luglio 2020 | Ingresso gratuito

Da lunedì a venerdì: su prenotazione | Sabato, domenica e festivi: ingresso libero, ore 10:00 – 20:00

Manifattura Tabacchi, via delle Cascine, 33 – Firenze

L’accesso alla mostra sarà contingentato in osservanza delle misure adottate dal Governo italiano in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Ultimo ingresso: 15’ prima della chiusura.

Info e prenotazioni: info@manifatturatabacchi.com

manifatturatabacchi.com

#lameravigliamanifattura

Instagram: manifatturatabacchifi

Facebook: ManifatturaTabacchiFirenze

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF