IO NON SO CHI SEI @Teatro di Rifredi: la coppia in un trittico musicale

La Fondazione Teatro della Toscana presenta al Teatro di Rifredi IO NON SO CHI SEI di Giancarlo Pastore con il riadattamento e la regia di Angelo Savelli: al centro la complessità delle relazioni umane e l’amore, rappresentato da tre particolari coppie di uomini – interpretate da Alessandro Riccio, Nicola Pecci e Samuele Picchitre mini storie accompagnate dalla musica. Del resto la canzone per eccellenza non è forse quella d’amore?

IO NON SO CHI SEI: tre storie d’amore

Nicola Pecci e Alessandro Riccio in IO NON SO CHI SEI

Lo spettacolo è suddiviso in tre quadri narrativi: si parte da “Finocchi”, in cui Alessandro Riccio racconta direttamente al pubblico l’inizio, l’apoteosi e lo spegnersi della sua liaison amoureuse con un fioraio balbuziente, Samuele Picchi.  La vicenda non poteva che aprirsi con la celebre Grazie dei fiori di Nilla Pizzi. Sono proprio i fiori e i loro romantici significati, la particolarità della loro storia d’amore, che col finire della passione, vengono bruscamente spazzati via dalla vita del protagonista. La seconda microstoria Manca il latte” si apre con Il mio mondo di Umberto Bindi cantata da Nicola Pecci: in coppia con Samuele Picchi sembrano rappresentarci la banale routine di una coppia navigata, che sta trascorrendo una delle tante domeniche a un mercatino dell’antiquariato. Ma non è quello che sembra: vengono fuori le ombre di una coppia di amanti, in cui uno è preoccupato esclusivamente delle loro performance sessuali, l’altro vorrebbe vivere la banalità noiosa della quotidianità, in cui si scende da casa perché appunto Manca il latte. Nell’ultima gag Caravel” conosciamo Annamaria, un travestito che fa la sarta dopo un passato di prostituzione, ossessionata dalla classe e l’eleganza della grande Mina di cui interpreta le canzoni. L’incontro con il vicino di casa è l’occasione per farci assistere alle loro intime confidenze sui propri drammi amorosi, su amanti sposati e di innamorati sieropositivi. Infine chiude l’immortale Insieme di Mina (da cui è ripreso il titolo dello spettacolo).

IO NON SO CHI SEI: ad ogni storia il suo ritmo

La locandina di IO NON SO CHI SEI

Il comune denominatore del testo di Giovanni Pastore è l’amore, o meglio i rapporti di coppia e tutte le complicanze che ne conseguono. Ogni storia ha il suo ritmo e il suo tono. Nel primo domina la leggerezza e l’ironia, con frequenti e delicate allusioni sessuali, quella che potrebbe essere una delle tante storie che sbocciano e appassiscono in poco tempo, vampate d’amore che in fondo non lasciano troppo il segno. In Manca il latte si va su toni più drammatici, dall’ironia si passa ad una profonda amarezza, vissuta da chi ha prospettive diverse all’interno di un rapporto: “Senti, non essere pesante, altrimenti che siamo gay a fare?”. Concludiamo col botto, con Caravel l’ironia arriva a massimi livelli, ma allo stesso tempo sono toccati picchi di estrema tenerezza, conditi da tantissime risate del pubblico che partecipa felice e viene travolto l’incredibile energia di Riccio.

IO NON SO CHI SEI: il ruolo della musica e della scenografia

Tutto lo spettacolo è cullato dal pianoforte suonato da Federico Ciompi, appena sotto il palco: molto più di un accompagnamento, la musica e le canzoni rappresentano il narratore che dà linfa alle storie raccontate. Le scenografie e il cambio di fondale su di uno schermo, sono curate da Giuseppe Ragazzini: un modo essenziale ma immediato ed accattivante per portarci dal fioraio, in macchina e a casa di Annamaria. Poco altro è presente sul palco nero: i fiori, due sgabelli e il salotto in stile vintage. Anche la scelta dei costumi non è casuale: in “Finocchi” Riccio veste con un completo bianco, vecchio stile, come lo sono le canzoni che canta, in contrasto con il grembiule da giardiniere di Picchi; giubbotto di pelle e colori pastello chiari nel secondo sembrano simboleggiare il grigiore di una domenica anonima, qualunque, in cui la noia la fa da padrona. In “Caravel, invece, regna il colore rosa della vestaglia a fiori di Annamaria e il suo vestito bouquet antico che usa per interpretare Mina, il tutto chiaramente in pendent col suo salotto.

IO NON SO CHI SEI: uno sguardo sugli attori

Federico Ciompi, Nicola Pecci, Alessandro Riccio, Samuele Picchi in una scena di IO NON SO CHI SEI

I tre attori, Alessandro Riccio, Samuele Picchi e Nicola Pecci, che si avvicendano sul palco riescono a regalarci diverse sfumature dei sentimenti umani. Rilevanti le performance canore di Nicola Pecci e Alessandro Riccio, in particolare quest’ultimo incanta il pubblico con la sua eleganza nel primo sketch e nel finale col ritmo, l’energia travolgente e l’ironia. Del resto, Angelo Savelli ha puntato sulla nota capacità di trasformarsi e di mascherarsi di Riccio, che anche in questo caso fa centro.

IO NON SO CHI SEI è uno spettacolo a cui non manca niente: per un’ora e mezza il pubblico è a tratti incantato dalla meraviglia delle canzoni, a tratti non contiene le risate. Vengono descritte le relazioni in maniera non banale, riuscendo a toccare anche corde drammatiche, senza cadere in cliché pericolosi, parlando di argomenti delicati come l’HIV e il dover nascondere la propria omosessualità, tutto senza avere la necessità di una morale. Ogni storia ha la giusta leggerezza, e gli spettatori possono tornare a casa con un tenue sorriso ancora sulle labbra.

Visto il 28 ottobre, Teatro di Rifredi, Fondazione Teatro della Toscana, Firenze

IO NON SO CHI SEI

Di Giancarlo Pastore
Adattamento e regia Angelo Savelli
Con Alessandro Riccio, Nicola Pecci e Samuele Picchi
Video scenografie Giuseppe Ragazzini
Musiche eseguite al pianoforte da Federico Ciompi

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