Al Teatro Quaranthana di San Miniato un episodio di riflessione etica e emotiva sul valore, il dolore, le difficoltà di essere madri e donne, nella nostra storia e adesso: I TRENI DELLA FELICITÀ una produzione del Teatro della Tosse e Fondazione Madè, con regia di Laura Sicignano.
Contenuti
I TRENI DELLA FELICITÀ: STORIA E MICROSTORIA
I TRENI DELLA FELICITÀ fonda la drammaturgia su un episodio di microstoria quasi sconosciuto al pubblico, si approfitta di fonti edite per ricostruire il viaggio dei bambini meridionali (affamati, ammalati, privi di risorse in un’Italia dissanguata al termine del secondo conflitto mondiale) verso famiglie accoglienti in Emilia, in Liguria, al Nord. Settantamila bambini si muovono su convogli che li portano verso l’ignoto, e comunque verso una sopravvivenza decorosa e una concreta possibilità di riscatto.
LA SCENA E IL CAST

Tre attrici in scena (Francesca Bellone, Federica Carruba Toscano, Egle Doria) coprono tutti i ruoli, incarnando talvolta l’angoscia dei piccoli (la bimba napoletana che piange perché vuole una pazziella, e tutto il paese emiliano si mobilita di fronte alla parola misteriosa, il sindaco pensa addirittura di telegrafare a Napoli per una traduzione simultanea, e si scopre poi che la piccola desidera semplicemente un giocattolo); talvolta il lutto feroce delle madri che devono separarsi dai propri figli, e da un lato non vogliono far loro perdere l’occasione, dall’altro sono lacerate dall’inevitabile separazione. Le interpreti sono preparatissime, scivolano con disinvoltura da un dialetto all’altro, indossano maschere fluide, si scambiano ruoli e atteggiamenti. Età diverse, aspetto fisico diverso, voci e caratteristiche molteplici le rendono capaci di incarnare mille fantasmi femminili con grande suggestione. Tre tavoli di legno, manipolati da loro stesse, a vista, servono a creare tutti gli spazi, sia fisici che emotivi: ampi teli bianchi diventano tutto, tende lenzuola tovaglie e sudari. Un solo musicista (Edmondo Romano) crea una vera e propria regia sonora riempiendo i momenti vuoti o eseguendo un tappeto di suoni con l’aiuto di molteplici strumenti. Pochi altri oggetti di scena, una gabbia di rete da pollaio, vuota, catini di ferro, sacchi di piume su cui una madre in delirio morirà, e infine fiori che abiteranno l’ultima, più poetica, scena. Non serve altro per parlare del mondo. In realtà bastano poche, piccole cose, per dire molto.
I TRENI DELLA FELICITÀ: L’ETICA DELL’ESSERE MADRI

La galleria di donne che ci vengono presentate, in tutti i loro aspetti – figlie, madri, politiche, donne capaci di unirsi e collegarsi per curare, aiutare, decidere – si apre in varchi contemporanei quando le tre interpreti abbassano la maschera per parlare di sé, delle loro scelte esistenziali connesse all’accettazione, al desiderio o al rifiuto della maternità. Un tema attuale e controverso, che ha l’effetto di trascinare bruscamente il plot ai nostri giorni, rifiutando di scegliere per la performance un territorio soltanto mimetico del passato, e di creare quindi un ‘teatro storia’, se esiste, preferendo piuttosto uno specchio tra ora e allora, il messaggio che, comunque, il passato non passa, e le motivazioni sono ancora attuali. Non si tratta solo di mettere in scena, sulle assi del palcoscenico, un episodio esemplare di cosa voglia dire essere madre, madre di cura, madre di accoglienza – allora, nel passato. Lo spettacolo crea una vera e propria riflessione etica sulla maternità, senza tempo. Questo il suo più efficace movente, il suo migliore collante, il suo scopo più degno e ammirevole.
Visto il 10 marzo 2023 al Teatro Quaranthana, San Miniato (Pisa)
I TRENI DELLA FELICITA’
Ideazione e regia Laura Sicignano
Testo Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
Con Fiammetta Bellone, Federica Carruba Toscano, Egle Doria
Musiche di scena eseguite dal vivo da Edmondo Romano
Scena Francesca Marsella
Costumi Daniela De Blasio
Luci, video Luca Serra
Coproduzione Fondazione Luzzati Teatro Della Tosse / Associazione Madè