Nuova produzione in prima nazionale per il Teatro Metastasio di Prato con EX ESPLODANO GLI ATTORI, testo di Gabriel Calderón e regia di Emanuele Valenti. Una tragica commedia che oscilla tra il surreale e il fantascientifico nata per un desiderio di verità, quello di una ragazza che ha perso la sua famiglia e vorrebbe ancora capire cosa ha turbato per anni i rapporti tra i suoi componenti. La necessità di ricostruire un passato per raggiungere la felicità. Sarà questa la strada giusta da percorrere?
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EX ESPLODANO GLI ATTORI: una scenografia in divenire

Quando entriamo nella platea dai toni rosa antico del Metastasio, ci accorgiamo che da tempo non vedevamo il sipario chiuso con le lunghe tende rifinite di passamaneria dorata. Nella tendenza oramai preponderante di consentire l’accesso al pubblico a scena aperta, il mistero e il senso di attesa che già così si creano negli spettatori è accresciuto da quel lembo di scenografia che sembra ribellarsi ai limiti naturali del palcoscenico. Un triangolo bianco che è prolungamento quasi dispettoso, come facesse l’occhiolino a noi che ci godiamo nel frattempo l’allestimento del teatro con i tavolini, mantenuti dopo la fase pandemica. Nel momento in cui finalmente il sipario si spalanca, l’effetto è dilagante e letteralmente abbagliante per una scena che ci presenta una stanza totalmente bianca, illuminata da luci forti che quasi sembrano cancellare i contorni delle suppellettili, per la maggior parte coperte da teli altrettanto bianchi. Si sveleranno gradualmente durante lo spettacolo a costruire la scenografia in diretta insieme con la trama. E quando tutto infine comparirà alla luce del giorno, sarà amaramente tutto da rifare.
Trama e sviluppo di EX ESPLODANO GLI ATTORI
Un regalo d’amore è quello che Tadeo (Marcello Manzella) vuole fare alla sua Ana (Lisa Imperatore) nel giorno di Natale: riunire tutta la sua famiglia per sedare quell’agitazione che squassa l’anima e la mente della ragazza e concederle finalmente la felicità che lei brama. C’è solo un piccolo inconveniente: tranne la nonna paterna Julia (Daniela Piperno), tutti gli altri, dai genitori al nonno materno, fino allo zio, sono deceduti. L’ostacolo appare insormontabile ma il potere della narrazione supera la realtà: Tadeo, studente di fisica un po’ impacciato, inventa una macchina del tempo in grado di ripescare corpo e spirito dei familiari nell’ultimo istante prima del decesso, senza che essi ne siano consapevoli. Unica regola alla quale non derogare è che restino chiusi nella stessa stanza senza poter tornare nel mondo fuori e scombinare il normale flusso del destino. In questa maniera Ana potrà finalmente domandare, ascoltare, ricostruire e magari capire.
L’esperimento di Tadeo: una prova d’amore per Ana

Grazie al funzionale aiuto di un narratore in scena (Emanuele Valenti), che solo sul finale si rivelerà essere Josè, lo zio di Ana, lo sviluppo narrativo si intreccia tra passato e presente con continui passaggi che, mentre cuciono la trama, infittiscono il mistero per un passato segreto che pesa costantemente sui personaggi fino all’epilogo. Prima la madre (Monica Demuru) con le sporte della spesa, poi il padre di Ana Jorge (Christian Giroso) e il nonno materno Antonio (Lello Serao) per chiudere con lo zio: tutti faranno la loro comparsa dal passato grazie a quel marchingegno che, dietro la porta della stanza, sovverte l’ordine naturale delle cose, invisibile ai nostri occhi ma presente con il fragore associato ad ogni “nuovo” arrivo. Come suggerito nelle note di regia, un riferimento all’intervento dell’ex presidente uruguayano Mujica in cui riteneva necessario far esplodere i personaggi del passato per poter avere una visione obiettiva della storia e metabolizzare le pagine più nere.
La desolante umanità di EX ESPLODANO GLI ATTORI
Chi ha quindi ragione? Gabriel Calderón con questo testo sembra voler tentare un’altra strada, quella della maturità e della consapevolezza, in cui ognuno sia in grado di assumersi le responsabilità delle proprie azioni e dei propri pensieri. Sullo sfondo di una dittatura militare, che ha torturato e ucciso i due fratelli Josè e Jorge, rendendo Ana orfana di padre molto giovane, i personaggi esprimono tutta la loro disumanità egoistica, ognuno concentrato sul proprio io, senza considerare il contesto intorno a loro. Il panorama umano è desolante e neanche i due giovani sembrano davvero salvarsi: Ana troppo preoccupata a sviscerare, ignorando l’amore di lui, mentre Tadeo con la sua ingenuità diventa carnefice, anche di se stesso, perdendo il controllo della situazione nonché la sua stessa vita, sparato nel passato al posto di Josè. Ana continua ad implorare fino alla paranoia i suoi familiari per ricomporre il puzzle della sua giovinezza, ricevendo solamente “qualche storta sillaba e secca come un ramo”. Passo dopo passo, da un flashback all’altro, passando per il disvelamento delle suppellettili abbacinanti nel loro candore, eccezion fatta per l’immancabile albero di Natale, l’esperimento scientifico rivela tutta la sua debolezza e insensatezza, con il padre che perderà le parole, il nonno la memoria e la madre il controllo di se stessa. Neanche la nonna materna sarà mai capace di portare un contributo di umanità, con la sua vanità sempre alla ricerca di alcool da ingurgitare.
EX ESPLODANO GLI ATTORI: un cast all’altezza, quasi perfetto

Non si può definire altrettanto desolante il cast attoriale dello spettacolo che, invece, abbiamo molto apprezzato. Pur percependo che si tratta di uno spettacolo neonato, non abbiamo notato nessun marcato inghippo negli scambi, anche serrati, neanche nei passaggi tra passato e presente, in cui gli attori non coinvolti restavano in scena immobili nelle loro posizioni. Ogni artista ha saputo ben interpretare le idiosincrasie del proprio personaggio, evidenziandone marcatamente le caratteristiche: dall’isterica madre – unico piccolo neo a nostro parere perché a tratti troppo sovraeccitata, alla nonna, secondo noi la migliore sul palco perché più equilibrata pur nella sua eccentricità, dal nonno, impenetrabile prima e quasi infantile poi, fino ai fratelli, che hanno saputo ben incarnare il vigore di una gioventù che ha tentato di difendere la libertà del proprio paese a costo di sacrificare la vita privata. Naturalmente meno eccessiva la coppia di giovani fidanzati che hanno giocato con perizia ad un gioco che è sfuggito loro di mano fino alla profonda delusione finale. Chi implorava una risposta è rimasto con un pugno di mosche in mano.
EX ESPLODANO GLI ATTORI: le esplosioni lasciano solo distruzione
Allucinata, surreale, velatamente fantascientifica, la precisa drammaturgia di Calderón: ogni spazio vuoto è volutamente presente, ingrediente fondamentale per un testo che provoca ilarità mentre nelle proprie viscere l’amarezza lentamente consuma. “Pensa ad una storia, riempi gli spazi e quella diventa la storia ufficiale”: se è sacrosanto il diritto alla seconda possibilità, che sia personale o collettivo, conseguiamo la felicità cercando in noi le risposte che ci mancano, perché interrogare insistentemente il passato non conduce alla meta. Così come i personaggi in scena, “esploderemo tutti comunque” accomunati da un destino a senso unico prima del quale avremo più domande che risposte (“ti chiedi molto e ti rispondi poco”). Calderón tuttavia una dolorosa risposta la trova in quel “ti amo” implorante ripetuto in chiusura da Ana, irrimediabilmente sola quando oramai ha perso anche il suo Tadeo: la ragazza avrebbe davvero trovato la strada per la sua felicità, lei che quelle due parole le aveva negate fin dall’inizio al suo compagno. Ma ormai è troppo tardi e i fuochi d’artificio celebrativi del Natale si trasformano in innumerevoli esplosioni, bombe che riportano in vita il passato ma lasciano infine solo distruzione.
Visto al Teatro Metastasio, Prato, il 24 febbraio 2023
EX ESPLODANO GLI ATTORI: il teaser
EX ESPLODANO GLI ATTORI
di Gabriel Calderón
traduzione di Teresa Vila
regia Emanuele Valenti
con Monica Demuru, Christian Giroso, Lisa Imperatore, Marcello Manzella, Daniela Piperno, Lello Serao, Emanuele Valenti
scene Giuseppe Stellato
costumi Daniela Salernitano
disegno luci Massimo Galardini
assistente alla regia Federica Sandrini
produzione Teatro Metastasio di Prato
in collaborazione con Teatri Associati di Napoli/Teatro Area Nord
un ringraziamento a Marina Dammacco e Luigi Sauro
PRIMA NAZIONALE