Eleonora Danco @Teatro Magnolfi: pittrice d’umanità

Nell’ambito del progetto A singolar tenzone – i monologhi del XXI secolo, voluto dal neodirettore Massimiliano Civica, al Teatro Magnolfi di Prato è sbarcata per la prima volta Eleonora Danco con due dei suoi più acclamati pezzi (vedi qui la recensione della redazione romana), ME VOJO SARVA’ e NESSUNO CI GUARDA: due ritratti che l’attrice romana ha saputo comporre con pennellate veloci ma senza sfuocare i dettagli e le sfumature. Quasi un regalo che l’artista, grata al direttore in chiusura di spettacolo, ha voluto concedere alla città e al pubblico, entusiasta ed acclamante.

ME VOJO SARVA’: il potere evocativo del dialetto materico di Eleonora Danco

Eleonora Danco

Un leggio nero al centro dell’intimo palco sopraelevato del piccolo teatro ottocentesco, illuminato da un cono di luce che evidenzia l’oscurità circostante. Come una tela bianca per il pittore così uno spazio scenico acromatico lascia piena libertà all’artista di esprimersi. Eleonora Danco non si lascia spaventare e in ME VOJO SARVA’ riempie lo spazio con pennellate energiche a tinte forti, contrastanti, materiche come il dialetto che l’attrice, romana, padroneggia senza risparmiarci nulla, neanche i meravigliosi neologismi di cui il romanesco è sublime inventore. Un fiume travolgente nel quale la Danco nuota con maestria tra le onde che sembrano sovrastare la protagonista, una ragazza che deve districare la sua vita tra la famija, in particolare un fratello scansafatiche dedito alla delinquenza, e un contesto sociale disagiato della periferia capitolina. Seguendo per la maggior parte il copione a caratteri grandi sul leggio, con qualche inghippo di volta pagina, il risultato ci ricorda l’arte di Pollock dove predomina il colore, arricchito dalle risate del pubblico in platea, con qualche tratto plumbeo che si traduce nel grido ME VOJO SARVA’ di una ragazza consapevole che la vita potrebbe darle di più mentre lei, legittimamente, combatte cercando di far uscire la sua richiesta d’aiuto fuori da quelle pagine.   

NESSUNO CI GUARDA: ritratto di bambina di Eleonora Danco

Solo una breve pausa di buio ci separa dal secondo monologo ma è sufficiente per catapultarci nella delicatezza a tratti onirica di NESSUNO CI GUARDA. Anche Eleonora Danco cambia registro, sia linguistico, con l’abbandono del dialetto, sia recitativo, allontanandosi in svariati momenti dal leggio e spostandosi più dinamicamente nello spazio. I fogli del copione, a tratti neanche consultato, vengono perlopiù sparsi sul palcoscenico mentre il racconto della nostra bambina sulla spiaggia impaziente di fare il bagno si squaderna davanti ai nostri occhi. Tra screzi domestici e ambizioni da majorette, la storia della piccola di nove anni plana sulla sua realtà familiare con tutta la fantasia e la vitalità dell’infanzia tra sogni, piccole umiliazioni e paure, a tratti condivise dal pubblico. Le tinte forti della prima parte lasciano così spazio a pennellate più morbide, armoniose, ma di una vivacità che l’artista porta anche in scena con i suoi movimenti, capaci di riempire l’intero palcoscenico, battuta dopo battuta.  

Umiltà e umanità nella prova di ELEONORA DANCO

Alla sua prima prova artistica a Prato, Eleonora Danco, con questi suoi cavalli di battaglia, ha dato prova della sua capacità, da autrice e da attrice di saper colorare con le parole, estrapolandone la multiforme consistenza che vi si nasconde. Un estro, quello della Danco, che non si limita a riempire gli spazi definiti da un preciso disegno, in scena nei panni del copione, capace com’è di saltellare tra un personaggio e l’altro, anche all’interno dello stesso monologo, con buona dimestichezza. Più a suo agio, a nostro parere, nei panni della bambina di NESSUNO CI GUARDA, forse per il ritmo meno concitato ma comunque veloce, l’artista non ha nascosto la propria emozione, soprattutto nei ringraziamenti finali, completando così quei variopinti ritratti, già colmi di umanità, con un tocco di umiltà che abbiamo molto apprezzato. Un ultimo colpo di pennello per sigillare le emozioni e sensazioni di una bella esperienza che porteremo con noi, grati come lei di esserci stati.

Visto il 17 novembre 2022, Teatro Magnolfi, Prato

ME VOJO SARVA’ / NESSUNO CI GUARDA

di e con Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
costumi Marisa Di Mario
disegno luci e regia Eleonora Danco
produzione Teatro Metastasio di Prato

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