DOPPELGÄNGER @Teatro Cantiere Florida: quando l’altro siamo noi  

Si è aperta la stagione di danza del Teatro Cantiere Florida di Firenze curata da Versiliadanza, che festeggia trent’anni d’attività, con DOPPELGÄNGER premio UBU spettacolo di danza dell’anno 2021. Frutto della collaborazione tra Nerval Teatro e la Compagnia Abbondanza Bertoni uno spettacolo di danza che parla con silenziosa eloquenza di simbiosi e di equilibrio, di uguaglianze e differenze, di fragilità e di infinita forza, e taglia con violenza le sicurezze dello spettatore.

DOPPELGÄNGER: il terremoto della bellezza

DOPPELGÄNGER, Francesco Mastrocinque e Filippo Porro

Che cos’è la bellezza? Terrore. Quando Francesco Mastrocinque, attore con disabilità, dopo un dialogo in quinta balbettante e ritmato con il suo partner, entra in scena e resta fermo, completamente nudo eccetto i brevi pantaloncini grigi – suo unico costume per tutta la performance – offre ai nostri occhi la perfezione del suo corpo imperfetto, alieno, scaleno, il suo sguardo altro, la sua presenza completamente inattesa e perforante. E ci fa male. Ci fa male quel corpo in tutto il corpo, per la pugnalata di intensità che fa vibrare.  Fermo immobile e tuttavia circondato dall’aura di rumori, echi, sospiri che costituiranno la colonna sonora dello spettacolo, tiene strette fra le dita le redini di un’intensità crudele che obbliga a riflettere: la bellezza non è previsione estetica, non è preconcetto, non è attesa soddisfatta e narcotica, è terremoto. Scossa sussultoria di meraviglia. Terrore.

DOPPELGÄNGER, trailer

DOPPELGÄNGER: la bestia a due teste

Entra in scena l’altro performer, Filippo Porro, stramazzando a terra come una magnifica statua caduta. E si forma la prima immagine terribile e magnifica di uno spettacolo che ne è una collana. Il compagno lo raggiunge, gli sale sul torace, gli incombe sopra, l’incubo di Füssli. Lo ingloba, o se ne fa inglobare. Nasce qui un passo a due vertiginoso, che si costella in combinazioni perturbanti, creando una shakespeariana bestia a due teste che, come in Otello, si snoda e si intrica in un abbraccio fatale. I corpi si annodano, si muovono come una testuggine capovolta, come due animali allacciati, come una pietra che rotola. Le luci perfette regalano loro consistenze diverse, rendendoli ora di gesso, ora di miele, ora di creta come idoli abbattuti. E non si tratta semplicemente di un elemento perfettamente atletico teso a proteggere e custodire il compagno imperfetto e fragile, anzi. L’ingenuità primaria, l’innocenza, la perfezione altra di Francesco Mastrocinque dirigono, stornano la sapienza motoria di Filippo Porro, la scrollano, la mettono alla prova. La sequenza magnifica in cui i due performer rimangono allacciati solo tramite la palla gialla che ambedue mordono e si muovono, invece, col resto del corpo, assumendo posizioni speculari che debbono per forza tener conto della specifica meraviglia della persona di Mastrocinque, è esemplare. L’uno è lo specchio dell’altro. Irregolari ambedue, su due punti diversi della scala, sono in grado per questo di annullare il concetto dell’alterità come separazione e di trovarsi insieme in un punto vibrante dove il mondo non si cataloga più per perfezione, ma per terribile e folgorante meraviglia, che trema come un diapason dentro e fuori di noi.

DOPPELGÄNGER e lo sguardo composito dello spettatore

Francesco Mastrocinque e Filippo Porro in un momento della performance

Cos’è la bellezza dunque? Terrore? Certo uno spirito così forte da trascinare via i preconcetti, i pregiudizi, proprio come Mastrocinque, con anelante fatica, trascina via dal palco il corpo inerte di Porro, nella chiusura dello spettacolo simbolica e misteriosa. Certo un’onda forte in grado di spazzar via tutto ciò che credevamo di sapere: di noi stessi in primo luogo. Le due entità che si muovono sul palco le abbiamo dentro. Tutti abbiamo un secret sharer, un Doppelgänger che ci rende complessi, imperfetti e meravigliosi. Lo spettacolo perturbante e carico di meraviglia tutto permette meno che la soddisfazione estetica. Ma una catarsi crudele e illuminante, questa sì che ci è garantita. E un altro sguardo, anche. Tutto lo spettacolo lavora sullo sguardo, e sulle modalità con cui chi vede guarda o può guardare. Una sequenza ci viene offerta da varie angolature, sotto varie luci, in varie prospettive. È uguale, e cambia. Profondamente. La realtà non è solo quella che si vede. Non è univoca, esclusiva, rigida. Usciamo da questo spettacolo dotati di un altro sguardo. Mobile, flessibile, nuovo. Un grandissimo regalo.   

Visto il 19 novembre 2022, Teatro Cantiere Florida, Firenze

DOPPELGÄNGER, chi incontra il suo doppio muore

uno spettacolo di Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Maurizio Lupinelli / Compagnia Abbondanza/Bertoni, Nerval Teatro
con Francesco Mastrocinque e Filippo Porro
disegno luci e direzione tecnica Andrea Gentili
tecnico di tournée Claudio Modugno
elaborazioni musicali Orlando Cainelli
organizzazione, strategia e sviluppo Dalian Macii
amministrazione e coordinamento Francesca Leonelli
ufficio stampa Susanna Caldonazzi
comunicazione Francesca Venezia
fotografia Tobia Abbondanza
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni, Armunia/Festival Inequilibrio, Nerval Teatro
con il sostegno di MiC – Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo, Regione Toscana, Provincia Autonoma di Trento – Servizio Attività Culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla Cultura

spettacolo riconosciuto con il Premio Ubu come Miglior spettacolo di danza 2021

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