FINO AL CIELO RISUONA @Urgenze: un tentativo di raccontare la crisi contemporanea

E' andato in scena il 28 Maggio 2017, all'interno del Festival teatrale Urgenze 2017, rassegna/ concorso a cura di Francesca Romana Miceli Picardi, Lara Panizzi e Marianna Stoico, presso il teatro Tordinona di Roma, lo spettacolo "FINO AL CIELO RISUONA" dal testo di Giselda Palombi, con Alessia De Bortoli e Giselda Palombi, composto da due monologhi al femminile, incentrati sul tema della crisi economica nella società contemporanea. E' il secondo spettacolo che Gufetto ha seguito, dopo AVEMMARIA, andato in scena la scorsa settimana
Scopri il programma di Urgenze, in scena fino al 4 giugno!

In scena due donne, sedute su due sedie poste ai lati del palco e, al centro di esso, il musicista e compositore che segue lo spettacolo dal vivo, sulla scena, "per dare ancora più umanità alla vicenda", come chiariranno le protagoniste al termine dello spettacolo, quando il pubblico può rivolgere loro qualche domanda sulla pièce.
L'idea di questo spettacolo nasce in Alessia De Bortoli dalla lettura delle preoccupanti statistiche sulla crisi economica e sociale che attanaglia il nostro Paese, statistiche che parlano di un morto “ogni due giorni e mezzo", di suicidi dovuti alla disoccupazione e allo stato di abbandono in cui vivono i "nuovi poveri". L'attrice decide, allora, di condividere la sua idea con Giselda Palombi, autrice. Da qui nasce "FINO AL CIELO RISUONA ", che vuole raccontare la devastazione che questa crisi epocale porta nelle vite e nell'animo delle vittime.

Lo spettacolo è pensato come alternanza di due monologhi di due donne, entrambe innominate, le quali rappresentano due figure completamente diverse l'una dall'altra, come indica chiaramente anche il loro abbigliamento. Una, Alessia de Bortoli, è l'ipotetica e ricca first lady, con il suo tailleur elegante, i capelli raccolti in una elegante coda e un modo di parlare più moderato, mentre l'altra, Giselda Palumbo, è la spontanea donna del popolo, in abiti più semplici, dal linguaggio più spontaneo, portata in tribunale per aver gridato "Governo ladro!" e interrogata con l'accusa di essere una sovversiva.

Se l'idea da cui nasce lo spettacolo, un tema su cui frequentemente vengono proposte pièce e riflessioni, potrebbe risultare interessante da mettere  in scena, tuttavia la sua realizzazione riscontra delle criticità.
Da un punto di vista drammaturgico e registico sembra, infatti, mancare organicità tra i due monologhi, che appaiono come due parti divise, slegate, più che come un unicum. Sono due monologhi di due personaggi completamente diversi, certamente, ma manca il loro "incontro".
Il primo monologo, dai toni più drammatici, ci racconta della ricca moglie di un ipotetico Presidente, la quale si rende conto, anche a sue spese, della crisi economica di cui il marito, con le sue nefandezze, ha colpa. Crisi che provoca suicidi e accresce il numero di vedove, al cui cospetto la donna è costretta a fare i conti con lo scenario sociale da cui sembrava prima avulsa.
Il secondo monologo, più ironico, è quello di una popolana che sente ancora, in fondo, la speranza di un ritorno all'umanità e che in modo più bonario racconta la crisi dal punto di vista dalla gente comune. In mano ha tanti fogli, che controlla di tanto in tanto; anche lei ha delle prove del disastro in cui il nostro Paese è piombato, I dati sono sconfortanti, come ad esempio il confronto tra gli stipendi di un ricercatore del CNR e di un politico, confronto disarmante.
Tuttavia le due parti di cui si compone lo spettacolo non appaiono coese; le protagoniste si incontrano solo una volta sul palco, improvvisamente, nel finale, ma senza una motivazione forte, perciò questo non basta a donare armonia alla messa in scena.

Il testo risente anche di alcune ovvietà drammaturgiche, di cliché già visti, manca di originalità, come didascalico risulta anche l'uso delle luci, che si alternano a seguire prima una e poi l'altra attrice mentre raccontano la loro storia; ciò evidenzia una eccessiva semplicità nelle idee registiche.
Le attrici, inoltre, probabilmente a causa della tensione, talvolta appaiono insicure nella memoria e nell' esposizione del testo, non riuscendo a donare tutta l'intensità necessaria nel tratteggiare queste due donne vittime della crisi che, a modo loro, tentano di reagire. 

Il messaggio che "Fino al cielo risuona" vuole lasciarci è quello di aprire gli occhi sullo scenario contemporaneo, è una denuncia e anche un monito a reagire, tuttavia è un messaggio che avrebbe meritato una rappresentazione più sicura e solida.

Info:
28 Maggio (h 18.00) 

Fino al cielo risuona 
Di Alessia De Bortoli
Con Alessia De Bortoli e Giselda Palombi
Teatro Tor di Nona – Rassegna Urgenze 2017

 

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF