La settima edizione di Orizzonti Verticali – la quarta con il sostegno di Fabbrica Europa e Compagnia Giardino Chiuso – valorizza dal 3 al 7 luglio gli splendidi luoghi di San Gimignano con progetti site specific, anteprime regionali e dibattiti contrassegnati da insolita apertura. Un contesto intimo e caloroso accoglie spettatori, critici, operatori culturali e artisti, protagonisti in quella scena che è la città stessa, muovendo da Piazza Duomo a Piazza Pecori, dalla Loggia del Teatro dei Leggeri, passando da Piazza delle Erbe, fino alla Rocca di Montestaffoli. Il festival dà vita e, al contempo, vive la città, incentivando il dialogo tra arte performativa, beni culturali e beni paesaggistici.
a cura di Serena Solpasso
Respiriamo l’atmosfera vivace del festival già dal primo giorno, quando il cuore di San Gimignano, la Loggia del Teatro dei Leggeri in Piazza Duomo, accoglie pubblico, artisti, operatori culturali e critici, impegnati in un dibatto aperto. Ospiti, i danzatori del Centro Internazionale di Movimento e Danza, tra cui il coreografo Davide Valrosso e la fondatrice del CIMD Franca Ferrari: uno scambio equo di riflessioni relative al mondo della danza contemporanea, un momento di condivisione di idee inerenti al valore della tecnica, un confronto e scontro presieduto dal critico Simona Frigerio. Instancabile come ogni buon pubblico da festival, segue tre appuntamenti durante la giornata: la Galleria Continua si trasforma in scenografia di Animanimale. Coreografia di Roberto Doveri, con Alessandro Torresin la performance mira ad esprimere le contraddizioni esistenti tra razionalità umana e istintività animale pronta a destituirla. Dalla Galleria Continua si va verso Piazza Duomo, luogo della performance dei ragazzi del CIMD con la coreografia di Davide Valrosso. Il titolo Abitare la città chiarifica in incipit l’intento dei danzatori di dialogare con lo spazio urbano: dalla maestosa scalinata di Piazza Duomo, il gruppo muove verso la “platea” per poi ridestarsi al punto di partenza. La serata termina con due performances del Balletto Teatro di Torino (l’evento più rilevante della giornata). Dove la prima, Timeline, mostra affinità e divergenze tra reazioni e modalità relazionali di culture differenti; la seconda, Balera, è tutta volta a rendere il contrasto tra disciplina e libertà.
I giorni di un festival si susseguono, perdendone il conto, si confondono in un clima di festa e di lavoro incessante degli organizzatori, dei tecnici, degli stagisti, oltre che degli artisti coinvolti. Il giorno successivo, quando già ci sembra di essere qui da sempre, assistiamo alla messa in scena in pirma nazionale di Luca Scarlini di La penna e lo specchio in Sala Dante: gli spettatori sono accompagnati in un viaggio nel passato, alla riscoperta di “artisti che, nel corso dei secoli, hanno contribuito con le loro opere alla ricchezza del patrimonio artistico e culturale della città turrita”. L’Orchestre tout Pouissant Marcel Duchamp incuriosisce gli abitanti del luogo e i turisti, catturati dalle sonorità afro delle musiche dell’album Sauvage formes. Piazza Sant’Agostino è affollata da bimbi e adulti in modo indistinto, gli stessi che, riponendo fiducia nello staff attento del festival, muovono verso Piazza Pecori, dove va in scena lo spettacolo del Teatro Koreja, La ragione del terrore. Il meraviglioso testo di Michele Santeramo è interpretato da Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta con fievole energia, aiutati dal forte impatto della scenografia e dell’illuminotecnica.
Venerdì 5 luglio, il festival ospita la prima nazionale di L’imputato non è colpevole di Tuccio Guicciardini, con Sebastiano Geronimo. Un testo di forte impatto sul tema delicato del massacro ad opera dei Turchi della popolazione armena. Presso la Rocca di Montestaffoli, la serata si chiude con un potentissimo Carnet erotico, con Francesca Zaccaria. Orizzonti Verticali svolgendosi tra le strade di San Gimignano è capace di suscitare interesse anche nei passanti del piccolo e bellissimo borgo medioevale, come è accaduto con la compagnia CIE Twain Physical Dance Theatre che ha messo in scena uno spettacolo itinerante, tratto dal ben noto testo shakespeareano Romeo e Giulietta, purtroppo alcuni problemi di logistica e organizzazione hanno impedito una visione fluida della performanceper il pubblco.
Ma è nell’ultima giornata che Orizzonti Verticali sorprende il suo pubblico: di e con Marco Cacciola, Io.Sono.Solo.Amleto sicuramente il più interessante tra gli appuntamenti del festival. Il capolavoro shakespeareano sulla relazione filiale è la base per un monologo che diventa dialogo incalzante con il pubblico. L’autore-attore diverte e commuove, coinvolgendo i convitati direttamente. “Chi è là?” urla il protagonista porgendo a distanza un microfono ben saldo ad un’asta metallica ad una ragazza seduta in platea. Ella risponde pronunciando il suo nome, così a turno altri seguono il suo modello. Le voci degli spettatori sono al servizio dell’autore: danno vita alle frasi che figurano su di uno schermo sul fondale. Il contatto con il pubblico è costante; con esso non dialogano solo i personaggi, ma anche l’attore in veste di se stesso, capace di superare i confini culturali nel rivolgersi a spettatori di nazionalità “altre”. Cacciola, autore e protagonista unico in scena, interpreta i personaggi fondamentali dell’opera, ricorre ad espedienti scenici di forte impatto nel rimandare agli eventi chiave della trama. Emoziona e diverte, indaga il rapporto tra padri e figli, inducendo a riflettere senza mai annoiare. Incarna un padre stanco, si trasforma in un figlio straripante di rabbia e di odio che dichiara a gran voce “Io posso essere, io posso essere-re, perché ho ucciso mio padre”, in cerca di una rivalsa, della sua libertà e autonomia che l’eredità paterna gli negano. Poi, ancora, dà spazio a sentimenti più leggeri, di un figlio che vive la relazione con la figura paterna in modo diverso, un figlio che abbraccia suo padre perché non avverte il bisogno di ucciderlo. Genitori e figli, dunque, rapporti filiali plurali e vari, rapporti che sono tanti quanti gli individui stessi che abitano il mondo. E, poi, l’essere umano con la sua voglia di libertà e di autoaffermazione che per essere se stesso ha bisogno di uccidersi.
ORIZZONTI VERTICALI VII edizione
Arti sceniche in cantiere
GENERAZIONI A CONFRONTO
TEATRO – DANZA – PERFORMANCE – INCONTRI3 – 7 luglio 2019, San Gimignano (Siena)