Da qualche tempo Roma, nonostante le tante ferite, ha angoli e monumenti illuminati a giorno. Davanti il Campidoglio e quei meravigliosi Musei Capitolini, dove decidiamo d'indugiare, ci attende dirimpetto paziente il Teatro della Cometa. Anche qui brilla una luce: è quella di Annibale Ruccello che tornando da questa città ha lasciato la sua vita sull'autostrada in un tragico incidente, e infine c'è la luce del suo FERDINANDO. Il Teatro ospita la commedia diretta dalla raffinata Nadia Baldi e interpretata da Gea Martire, Chiara Baffi, Fulvio Cauteruccio e Francesco Roccasecca.
Ecco a Teatro l'ennesima ma riuscitissima commedia che trae ispirazione dai malumori postumi all'unificazione d'Italia. (In questo periodo Gullotta interpreta all'Arcobaleno un brano del Gattopardo e pure qui l'aristocratico principe di Salina rinnega l'impresa dei Mille e i Savoia). Donna Clotilde, qui un'esuberante Gea Martire, è la nobile borbonica che ripudia la nuova lingua barbara, gli usurpatori fetenti, e insieme quella piccola borghesia neonata che tenta di farsi strada nel nuovo regno di tutti. Esilaranti i battibecchi con la cugina che non gode delle stesse fortune e povera mira alle ricchezze della baronessa e intanto è confinata a serva e badante di una finta morente blasonata. Clotilde trova dopo nuovo vigore grazie a quella folata di aria fresca e giovane. C'è urgenza di denari e di affetti. Intervengono, a condire la storia e muovere le acque torbide e gli equilibri: un parroco quale simbolo di una corruzione clericale e della contraddizione dei sacramenti e un giovane Ferdinando, nipote di Clotilde. Siamo nel pieno del Risorgimento. Anno 1861. Garibaldi è l'eroe. Il sud è ormai unito al nord. La nobiltà teme per i propri privilegi. Ci sono già caste di vario tipo che resistono e che Ruccello mette in mostra: i medici, i notai, i preti. Donna Clotilde diffida di tutti e intanto disonora la memoria del marito con parole e fatti.
Commedia travolgente in vernacolo anzi meglio in napoletano arcaico: l'autore ne era uno studioso attento. Ha collaborato con Roberto De Simone autore della “Gatta Cenerentola” che abbiamo di recente veduto al Teatro Le Salette e recensito. Qui c'è l'ottima occasione per conoscere un momento della nostra storia e cultura. Dirompente e straordinaria la Martire nel suo fiume di gesti, espressioni e parole. Ci ricorda Isa Danieli (per quanto inarrivabile) diretta nell'86 dallo stesso Ruccello. Forse Gea da quella prima versione ha tratto ispirazione. Ottimi tutti gli altri attori: Gesualda, forte ma anche inaspettatamente sensibile nel ruolo; qui Chiara Baffi brava a toccare tutte le corde del personaggio. Don Catellino per noi Fulvio Cauteruccio, prete inottemperante che ama tutto tranne i paramenti che indossa ma fortemente innamorato dell'amore stesso inconfessabile per lui anzi per chiunque in quel secolo. E infine, c'è Ferdinando: bello e ambiguo e nudo; in questa messinscena interpretato da Francesco Roccasecca che sa cambiare faccia all'abbisogna. Dolce o salato asseconda del piatto che sta per servire.
La pièce dichiara senza reticenze virtù e condanna vizi dell'Italia unificata e lo fa con sguardo laico anzi anticlericale. E' divertente. Fa riflettere. C'è fame in tutti i personaggi, ma tutti rimangono col vivo appetito. Rimane l'insoddisfazione e la bramosia d'ognuno per qualcosa e in un momento di tutti per qualcuno. Il finale è una sorpresa per il pubblico e per i personaggi.
Azzeccati i costumi. Giuste ed evocative le luci. Il Teatro con la sua platea e palchi fa da cornice ad una originale quanto coraggiosa scenografia essenziale ma che tuttavia non distrae da quel metà ottocento. Eravamo abituati a scene più classiche. C'è un gioco di funi, di oggetti aggettanti sugli attori che ne fanno un uso armonico. C'è un sali e scendi di brocche, piatti e bilance. C'è una gestualità degli attori che fanno vedere certi oggetti come veri nel palmo delle loro mani ma è solo una magica finzione che contribuisce a rendere fascinosa la commedia.
Da vedere in caso di eventuali repliche.
Teatro la Cometa
fino al 21 aprile
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
con Gea Martire, Chiara Baffi,
Fulvio Cauteruccio, Francesco Roccasecca
regia Nadia Baldi
costumi Carlo Poggioli
scenografia Luigi Ferrigno
consulenza musicale Marco Betta
aiuto regia Rossella Pugliese
organizzazione Sabrina Codato
progetto luci Nadia Baldi
foto in videoproiezione Davide Scognamiglio