FEDRA @ Teatro della Pergola: una tragedia classica ma sorprendentemente moderna

Elena Sofia Ricci debutta alla regia teatrale con Fedra, la tragedia di Seneca scelta nella traduzione di Alfonso Traina e rappresentata al Teatro della Pergola dal 3 al 7 maggio scorso. Lo spettacolo rivela lo studio profondo della regista sul testo per riuscire a trasmettere al pubblico tutta la modernità delle parole di Seneca, con un risultato estremamente potente.

Le scelte registiche di ELENA SOFIA RICCI

Fedra - Valentina Banci
Valentina Banci in FEDRA

“Quale può essere la mia visione di Fedra oggi? Dove posso collocarla?” – questo è l’interrogativo da cui parte la bravissima Elena Sofia Ricci per creare uno spettacolo teatrale in cui abbandona le consueti vesti di attrice per indossare quelle nuove di regista, raccogliendone la sfida. La chiave è stata per lei, come si evince dalla intervista di Angela Consagra, lo studio profondo ed accurato del testo che, seppur antico di stesura, cela nelle sue parole una forza “tragicamente contemporanea”. Tutti i personaggi rappresentati in scena, incluso il coro stesso, non sono altro che persone dilaniate dai loro drammi interiori e che si muovono in uno spazio, in una esistenza sfasciata, ridotta a pezzi in cui un po’ tutti noi possiamo riconoscerci.

FEDRA in una discarica – l’ambientazione scenografica mozza il fiato

Da qui l’idea vincente di ambientare la tragedia dentro una grande discarica e di concretizzarla in una scenografia imponente e mozzafiato, anch’essa quindi protagonista dello spettacolo. Il sipario rivela così dietro di sé una vera e propria montagna di detriti con i più disparati oggetti abbandonati appartenenti ad epoche diverse. Insieme abbracciano i personaggi, accogliendoli e nascondendoli in questo ammasso indefinito di detriti che spazia da vecchie auto a ruote, tricicli, chitarre elettrice, capitelli e così via, tutti di colori scuri e lugubri che si presentano in modo impattante allo spettatore, il quale ne rimane quasi piacevolmente disturbato al rendersi conto di come questo insieme di oggetti, seppur inanimato, riesca ad odorare di marcio e a dare la sensazione di trovarsi in un ambiente malato, dove tutto non va.

Anche i personaggi vestono abiti di epoche diverse, a brandelli come le loro stesse vite. Sono le luci, scelte in alternanza tra fredde e calde, a rendere la scenografia viva ed a smorzare un minimo la sua drammaticità. Nei momenti di pathos più alti diventano non a caso rosse, colore della passione, della rabbia e degli impulsi più nascosti, un colore che ritroviamo nella lunga chioma della impeccabile protagonista Valentina Banci, ed anche nelle strisce di stracci rossi lanciati in aria da Ippolito e con cui il coro poi si lancia in una danza-lotta disperata.

La sinergia degli attori di FEDRA

Valentina Banci, Gabriele Anagni in FEDRA

Elena Sofia Ricci ha saputo riunire un cast perfettamente sinergico per questo spettacolo. A partire dalla talentuosa Valentina Banci (Fedra) che insieme a Gabriele Anagni (Ippolito) e Sergio Basile (Teseo) sono riusciti a creare quel livello di pathos fondamentale per la riuscita dello spettacolo. La loro recitazione è ineccepibile, vera e totalizzante, impossibile non lasciarsi coinvolgere dalla forza espressiva che manifestano sia con la fisicità del corpo che con il timbro di voce rotto, spezzato e tremante di disperazione. Eccelse anche le interpretazioni della Nutrice (Francesca Mazza), della Sacerdotessa (Elisabetta Arosio) e del Messaggero, per il cui ruolo è stata scelta volutamente una donna (Ilaria Genatiempo), in quanto “è l’unico personaggio a pronunciare delle parole che potrebbero essere dette da una madre rispetto a un figlio fatto a pezzi” come ha dichiarato la Ricci sempre nella sua intervista. Immancabile poi il ruolo dei cinque coreuti, che si incastra perfettamente con quello degli attori principali, perché anche loro sono esseri umani con il proprio bagaglio di storia e di emozioni. Il coro rimane praticamente sempre in scena, a volte nascosto dentro la “montagna scenografica” ma partecipe anche lui delle tragedie dei protagonisti anche se allo stesso tempo vi si contrappone: il ruolo del coro è quello di incarnare sempre la verità, mentre Fedra, Ippolito e Teseo sono tutti personaggi mossi da istinti irrazionali ed accecati dalle loro passioni.

La potenza del testo di Seneca e la modernità di FEDRA

Una scena di FEDRA

FEDRA è sostanzialmente la storia di un dramma famigliare che si ripete. La protagonista della tragedia è la sorella del Minotauro, sposa di Teseo, che prova improvvisamente un amore folle ed incestuoso per il figliastro Ippolito. Quando decide di rivelare i suoi sentimenti al ragazzo, nonostante i tentativi della Nutrice di dissuaderla, quest’ultimo fugge via. Per vendicarsi allora Fedra racconta al marito che Ippolito ha tentato di abusare di lei e per tutta risposta Teseo scatena la furia degli Dei sul figlio che sarà barbaramente ucciso. Quando la notizia giunge a Fedra, in preda alla disperazione più profonda confessa la verità al marito e a sua volta si toglie la vita. Fedra aveva capito da dove proveniva quel malsano amore per il figliastro: lo stesso impulso che mosse sua madre ad innamorarsi di un toro. E’ proprio grazie al lavoro sulla parola che quindi Elena Sofia Ricci riesce a trasmettere al pubblico la incredibile modernità di Seneca, che lei stessa definisce precursore di Freud, “uno dei padri della psichiatria e del teatro”. Ognuno di noi si porta dentro un pezzo di storia della propria famiglia da cui può imparare molto su sé stesso. Scavando nel proprio passato famigliare si trovano spesso tante risposte ad interrogativi che ci ossessionano e solo noi possiamo utilizzarle come strumenti volti ad interrompere quei circoli viziosi che ciclicamente tendono a ripresentarsi.

Ringraziamento ad Elena Sofia Ricci per la regia di FEDRA

Vorrei congratularmi sinceramente con Elena Sofia Ricci, che ho da sempre seguito nelle vesti di attrice, e che ha dato prova con la regia di Fedra di essere una artista completa a 360 gradi. Una sfida che ha raccolto non solo con entusiasmo e professionalità ma con davvero grande umiltà, conscia di tastare un terreno a lei nuovo ma allo stesso tempo fertile su cui poter lavorare e soprattutto imparare. Il suo inchino al pubblico a fine spettacolo è stato il gesto che più mi ha commosso, un ringraziamento sincero allo spettatore che ha creduto in lei. Fedra è uno spettacolo energico e potente, è stato un onore poterlo recensire.

Visto a Teatro della Pergola

Il 3 maggio 2023 

FEDRA

di Seneca

traduzione di Alfonso Traina

con Valentina Banci, Sergio Basile, Francesca Mazza, Gabriele Anagni, Ilaria Genatiempo, Elisabetta Arosio

regia di Elena Sofia Ricci

E con Giorgio Sales, Alberto Penna, Valentina Martone, Aurora Cimino, Dafne Rubini

scene e costumi di Andrea Taddei
musiche composte da Stefano Mainetti

luci Stefano Limone

coreografie Elisa Barucchieri

aiuto regia Norma Martelli

Produzione Teatro della Toscana, Best Live

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