FAMILIE FLOZ torna al Teatro Sala Umberto con lo spettacolo “Teatro Delusio”, in scena fino al 17 Novembre.
Tanti i sorrisi che si levano dal pubblico di fronte a quest’opera: li provoca quell umorismo genuino che fa appello all’empatia degli spettatori. Tanta l’umanità che sprigionano queste maschere dai tratti esasperati, grotteschi. Ricorda lo spirito di qualche lavoro di Charlie Chaplin, una comicità che cammina sul filo della lacrima e della risata, e anche la comicità di quei comportamenti storpi, di quelle gerarchie sociali cangianti viste attraverso l’occhio di un teatro che ha un cuore definitivamente fanciullo. Il risultato è un’esplosione di riso e tenerezza.
Contenuti
FAMILIE FLOZ: tra danza, mimo e magie e 29 maschere
Tra danza, mimo, magia, circo e teatro di figura, i tre attori scompaiono e danno vita ai 29 personaggi delle maschere. Veniamo invitati a vivere le scaramucce e le avventure rocambolesche del backstage di un teatro d’opera. è un luogo particolare per la gente di spettacolo, qui si passano “gli ultimi minuti prima” e “i primi secondi dopo” l’entrata in scena. Tra liti, innamoramenti, fughe dal lavoro, i tre tecnici di scena Bob, Bernd e Ivan creano il cuore pulsante di questo spettacolo, che non ha una narrazione lineare ben precisa, è piuttosto l’avvicendarsi di incontri e quadri umani che si accalcano dietro la scena.
Impressionante il lavoro fisico compiuto dagli artisti per dar vita a ciascuna maschera, ognuna con la sua psicologia, la sua età, la sua professione. Dalla boriosa cantante d’opera alla ballerina ritardataria, dall’anziano musicista smarrito nella geografia teatrale all’allegra e civetta donna delle pulizie, che si lancia in un ballo con i guanti di gomma gialli insieme al tecnico aspirante attore.
Teatro Delusio: la maschera del "mistero"
Una maschera tra quelle presentate sembra alludere a un’intenzione da parte dei creatori di lasciare sempre qualcosa in sospeso, ricordare la presenza di un mistero. C’è una figura bianca dai tratti tristi e giovani, l’unica che viene portata in scena a volto scoperto dai tre attori, che la animano insieme con cura. Non è chiaro chi sia, forse è l’anima dello spettacolo? Viene a ricordare l’intangibilità del teatro? Non riusciamo a capirlo chiaramente, ma è il tassello che mette il racconto in una chiave di lettura non solo comica, ma poetica. E lo fa come sempre senza bisogno di spiegazioni: questo teatro rinuncia all’uso della parola in favore di una comunicazione diversa e intensa con il pubblico, con cui stabilisce una comunicazione diretta.
Grazie all’originalità della loro proposta, all’uso sapiente delle tecniche recitative, degli oggetti di scena e delle luci, Teatro Delusio è sicuramente uno spettacolo che vale davvero la pena vedere.
TEATRO DELUSIO
UN’OPERA DI FAMILIE FLÖZ
di Paco González, Björn Leese, Hajo Schüler e Michael Vogel
con Andres Angulo, Johannes Stubenvoll, Thomas van Ouwerkerk
Musica Dirk Schröder | Maschere Hajo Schüler | Costumi Eliseu R. Weide | Disegno luci Reinhard Hubert
Direttore di produzione Gianni Bettucci | Assistente di produzione Dana Schmidt
Regia di MICHAEL VOGEL
Produzione di Familie Flöz, Arena Berlin e Theaterhaus Stuttgart