Martedì 20 e mercoledì 21 febbraio è andato in scena al Teatro Cantiere Florida F R A M E (tutto maiuscolo e tutto staccato) un omaggio al pittore statunitense Edward Hopper ed al suo lavoro pittorico. La regia è curata da Alessandro Serra, vincitore del premio UBU Spettacolo dell’anno 2017 con MACBETTU; spettacolo che andrà in scena al Florida a Marzo dentro la rassegna “Materia Prima” curata da Murmuris. F R A M E e MACBETTU fanno parte di una monografia dedicata a Serra.
a cura di Giulio Meoni e Alice Capozza
F R A M E non ha una trama. Lo spettacolo si compone di fotogrammi, frame appunto, ognuno separato dall’altro e non connessi tra di loro; da qui anche la scelta che il titolo si componga di lettere in maiuscolo e ognuna sia separata dall’altra. Questa scelta registica rispecchia molto lo stile rappresentativo di Hopper: ogni suo quadro è un’istantanea che congela l’istante in cui è stata scattata. Ogni scena dello spettacolo poteva essere una performance a se stante; il pubblico non viene coinvolto ma si comporta da spettatore nel vero senso della parola: osserva ciò che accade. Non c’è relazione tra i personaggi ed il pubblico, anche quando guardano verso di noi il loro sguardo non ci vede. In sostanza è come se tra spettatore e personaggio si interponesse un vetro che permette il contatto visivo ma non la comunicazione. Questo osservare ma non essere visto dello spettatore genera la stessa sensazione che si prova di fronte ad un quadro di Hopper: ci sembra di stare a spiare una scena intima e personale di qualcun’altro.
Il tema principale ovviamente è l’universo pittorico di Hopper. Universo costellato di paesaggi urbani e campestri; interni di case, di uffici, di teatri e di locali. Scene spesso deserte ed immerse in un silenzio surreale che porta la scena su di un piano metafisico. Nelle scene spesso vi è una sola persona, nei rari casi in cui sono più di una emerge una totale estraneità e incomunicabilità tra di loro; e tra loro e chi osserva il quadro. Tutte le scene delle opere di Hopper sembrano immerse in un silenzio totale, anche quelle ambientate nei centri urbani e quindi sicuramente piene di rumori; di lui infatti è stato detto che sapeva dipingere il silenzio. Alcuni dei quadri o parti di essi che si possono riconoscere in F R A M E sono: “Una donna nel sole”; “Tavola calda”(Automat); “Sole di mattina”; “Marciapiedi di New York”.
La scena è innaturale. É racchiusa da alte pareti grigie che sembrano tre enormi muri di pietra. Alcune parti di questa struttura sono semoventi, permettendo così l’entrata e l’uscita dei personaggi e la creazione di ambientazioni. Sul lato lungo una tela enorme che, una volta tolta, creerà diversi luoghi o meglio postazioni dove l’azione avviene. Il lavoro effettuato sul disegno delle luci è davvero efficace. Molte scene prevedono la provenienza della luce dall’esterno della scena, creando così un’atmosfera davvero emozionante. Nei dipinti di Hopper, quando le ambientazioni sono di interni, quasi sempre la luce viene dall’esterno ma non ne vediamo l’esatta provenienza. Così è anche in F R A M E. Inoltre, a volte, la scena molto buia e la forte luce che proviene dall’esterno ricordano la luce magica che si può ammirare nei quadri di Caravaggio, maestro di luci ed ombre. Altro strumento tecnico interessante sono i rumori: il raschio delle unghie sulla parete, il movimento della penna sul foglio posato sul tavolo, il rumore della tazzina quando si appoggia. Essendo un atto senza parole questi rumori squarciano letteralmente il silenzio che regna durante tutta la messa in scena. Suoni che irrompono in maniera molto diretta essendo amplificati, effettati con un riverbero, distorti per suscitare fastidio nello spettatore: come ad esempio unghie che raschiano sulla parete viene portato fin all’esasperazione per la sua durata.
Altro fiore all’occhiello di questo spettacolo sono gli attori: Francesco Cortese, Riccardo Lanzarone, Maria Rosaria Ponzetta, Emanuela Pisicchio, Giuseppe Semeraro. La loro padronanza del movimento, del gesto e della scena è davvero impressionante. Si muovono sulla scena con una precisione assolutamente impareggiabile, persino durante gli applausi, dall’inizio alla fine la loro precisione è impeccabile. Chiara Michelini, danzatrice che tiene anche seminari di danza e teatro-danza, ha collaborato alla realizzazione dei movimenti di scena.
In tutto lo spettacolo si apprezza l’enorme lavoro di regia, di studio e di ricerca. Sono rispettati a pieno e tradotti per la scena tutti i principi della pittorica di Hopper, con idee molto interessanti. Per coloro i quali conoscono Hopper si capisce bene che Serra ha compiuto degli studi approfonditi al riguardo.
Crediamo però che sia stata persa un’occasione per rendere più fruibile questo artista al grande pubblico. A nostro parere lo spettacolo parlava, forse volutamente, ad una ristretta cerchia di persone; estimatori e approfonditi conoscitori del pittore e delle sue opere. Coloro i quali non conoscessero o comunque conoscessero poco questo artista non potrebbero capire questo spettacolo a pieno in tutte le sue sfaccettature. Bisogna documentarsi prima. È uno spettacolo che parla per lo più ad “addetti ai lavori” e non anche allo spettatore medio che magari era la prima volta che sentiva il nome di Edward Hopper. Per questo motivo crediamo che sia stata, per così dire, un’occasione persa; in fondo il motore primario della cultura è la divulgazione e l’essere resa disponibile a chiunque l’osserva e la vive.
PER SAPERNE DI PIU’
Koreja – Centro di Produzione Teatrale I Cantieri Teatrali Koreja sono una realtà molto interessante ed innovativa presente nel Salento. La sede era una fabbrica di mattoni: un’area di 3000 m2 riprogettati per la Cultura e lo Spettacolo. Un luogo composito, dotato di spazi all’aperto e al chiuso per Teatro, Danza, Musica, Cinema, Video, Arti Figurative, Nuove tecnologie di comunicazione.
Compagnia Teatropersona Fondata nel 1999 ha la sua sede a San Casciano dei Bagni (SI). Agli albori l’interesse della compagnia verte verso il lavoro sulle azioni fisiche di Grotowski, i principi della biomeccanica di Mejerchol’d, le arti marziali ed il teatro orientale in generale. Solo negli ultimi tempi si dedicano al metodo del Teatro Corporeo di Yves Lebreton.
F R A M E
Progetto ed ideazione Alessandro Serra
Con Francesco Cortese, Riccardo Lanzarone, Maria Rosaria Ponzetta, Emanuela Pisicchio, Giuseppe Semeraro
Regia, scene, costumi, luci, foto Alessandro Serra
Realizzazione scene Mario Daniele
Collaborazione ai movimenti di scena Chiara Michelini
Ringraziamento a Anna Chiara Ingrosso
Tecnici Mario Daniele, Alessandro Cardinale
Organizzazione e tournée Laura Scorrano, Georgia Tramacere
Produzione Koreja – Centro di Produzione Teatrale
Co-produzione Compagnia Teatropersona
Teatro Cantiere Florida
21 febbraio 2018
FRAME teaser from Teatro Koreja on Vimeo.