EX MOGLIE SI INNAMORA “DA MORIRE” DI EX MOGLIE – (ALLEGRA BARBARIE) @ Ar.Ma Teatro: il testo/inchiesta di Betta Cianchini su omosessualità  e femminicidio

Francesca Romana Miceli Picardi incanta dal 16 al 19 novembre all’Ar.Ma Teatro con un profondo monologo sulla dimensione femminile schiacciata dalla supremazia maschile. Lo spettacolo è patrocinato dal Digayproject  e dalla Cooperativa Sociale BeFree (attiva a Roma e a Pontegaleria che lotta per tutelare tutte le donne vittime di violenza).

Maria è una donna comune, innamorata di Salvatore, suo marito. Entrambi calabresi, nonostante le differenze fra i due, vivono una felice unione. Maria risente però della mancanza di dialogo con il marito, uomo taciturno e abitudinario. In lei freme l’esigenza di uno scambio intellettivo che non trova in Salvatore e sente l’ombra di una incompletezza interiore che non riesce a individuare. Gli anni passano e la coppia avrà una bambina, Alice. L’arrivo della piccola non riesce però ad avvicinare moglie e marito che con il tempo si sono sempre più allontanati. Maria è sola. Quasi ignorata dal coniuge e detestata dalla suocera, conosce Erica, una ragazza che vive nel suo quartiere, alla quale si avvicina, insolitamente attratta. Maria lentamente scopre di essere lesbica e, dopo un iniziale sconvolgimento, grazie anche all’amore che prova per Erica, riesce ad accettare il suo orientamento sessuale e a decidere di lasciare Salvatore. Si trasferisce quindi con Alice da Erica, assaporando le gioie di un amore vero, paritario e ricco di quegli scambi che Maria ha sempre desiderato. Salvatore però non accetta né la separazione, né l’omosessualità di Maria, iniziando dapprima a stalkerarla pregandola di tornare con lui e poi a minacciarla di sottrarle l’affidamento della figlia. Maria si trova a combattere l’ex marito completamente trasformato dalla gelosia, spaventata ed atterrita dalle azioni dell’uomo che, ormai fuori controllo, la tempesta di messaggi facendola perfino seguire. La donna è abbandonata dalle istituzioni e dal suo avvocato che non riescono a darle un concreto aiuto impossibilitati ad agire perché imbrigliati dalla burocrazia legale del nostro Paese, obsoleta in materia. Maria che aveva trovato la felicità è accerchiata dalla frustrazione e dalla crescente violenza del marito, fino al triste epilogo.

La drammaturgia è una profonda esplorazione dell’amore al femminile e della violenza sulle donne. Le distanze fra generi, le difficoltà relazionali, l’omosessualità, la maternità sono l’anima di questo testo. Ogni emozione di Maria palpita nel monologo che raggiunge punte opposte, talvolta comiche, altre volte profondamente tristi, come un poetico cielo marzolino che regala pioggia e sole allo stesso tempo. L’autrice Betta Cianchini fa parlare Maria a nome di ogni donna e di ogni vittima della violenza maschile. Gli spettatori scoprono i sentimenti più intimi, i pensieri più profondi di Maria e diventano partecipi della sua evoluzione. La scoperta della propria omosessualità è il giro di boa per la protagonista che si affaccia ad un nuovo io con tutti i timori e le esaltazioni del caso. Il percorso è difficile, ma Maria è consapevole che sia l’unica la strada per la libertà e la felicità. Il testo diventa intensamente carnale fino a sfociare nel sensoriale, quando Maria descrive le sue emozioni paragonandole a sapori e profumi. Ecco quindi che il rapporto d’amore fra le due donne “sa di burro e gelsomino”, che i dialoghi con Erica “sanno di cioccolata”. Il testo dosa comicità e dramma in modo sapiente, sconvolgendo la scena come un giro sulle montagne russe nel cuore delle donne, così capaci di concedersi ciecamente alle onde sentimentali della vita.

Salvatore però è ancora lì, pantofolaio e meschino, incapace di gestire la separazione e di digerire la nuova vita dell’ex moglie. Non accetta la felicità di Maria, né la sua omosessualità, fino a torturarla psicologicamente. Il testo quindi si rimodella, mantenendo un alto profilo emotivo, ma scandendo i fatti con date e avvenimenti, come la cruda ricostruzione di un fatto di cronaca nera, tratteggiando il profilo psicologico di Maria come una donna perseguitata che combatte da sola contro il suo carnefice. Salvatore è il personaggio-fotografia di un uomo malato, bieco e criminale, che si annida anche nel maschio apparentemente più normale, ma visceralmente mancante di empatia e privo della più elementare forma di rispetto. Uomini che, accecati dalla gelosia, dall’egoismo e nutriti dal secolare e orrendo concetto di uomo-marito-padrone, si arrogano il diritto di intervenire nelle esistenze delle compagne, fino ad ucciderle pur di soddisfare il mostruoso desiderio che li ossessiona.

Francesca Romana Miceli Picardi si dimostra all’altezza del ruolo incarnando perfettamente tutte le sfumature del personaggio. Protagonista assoluta, narratrice e interprete sopraffina, emoziona con un repertorio attoriale di alto livello. Sa far ridere, sa raccontarsi, sa commuovere, sa perfino spaventare, animandosi su un palcoscenico che fa suo e che riempie e strumentalizza come un oggetto di scena. Interagisce con gli spettatori entrando in platea, creando un contatto visivo e fisico che li cattura e li avvolge in uno stretto legame emotivo con i turbamenti di Maria. Realizza egregiamente anche il suo compito di rendere evidente il cambiamento della donna liberata da ogni preconcetto e la sua iniziazione come lesbica serena con se stessa. Attraverso la voce e la storia del personaggio, Miceli Picardi sa smuovere le coscienze nel profondo.

Il costume di scena è un semplice abito blu scuro che avvolge l’attrice staccandola solo in parte dallo sfondo nero del teatro. Una silhouette appena percettibile, come la semi-visibilità delle donne vittime di uomini brutali: donne che subiscono violenze domestiche e di cui il mondo non si accorge se non quando ormai è troppo tardi. Il nero si fonde con il blu scuro come le esistenze segrete fatte di soprusi e di paure si mescolano a quelle di vite apparentemente normali.

Il tema del femminicidio e della violenza sulle donne è attuale, presente ogni giorno nella cronaca nera. Dal 21 al 25 novembre si celebrerà la Settimana dedicata alla Violenza di genere.
Un fenomeno che non accenna a diminuire, di cui si parla molto, ma che non riusciamo ad arrestare e a cui si stenta a trovare una soluzione. Come il diario scritto a posteriori da una vittima, questo spettacolo porta in vita una testimonianza fortissima e terrificante mettendo in luce tutta la terribile esperienza di chi non è stato ascoltato. Il triste e feroce destino di queste donne entra nel teatro portando con sé il pregio di raccontare meglio di qualsiasi articolo o reportage i sentimenti delle donne, le loro paure e i difficili percorsi che le strappano alla vita. Un testo che si spera un giorno diventi solo la testimonianza di un orribile pagina dell’umanità ormai passata, un silenzioso olocausto da combattere oggi per la sicurezza delle donne di domani.

 

Info

Ex moglie si innamora “da morire” di ex moglie –(allegra barbarie)

Testo/Inchiesta di Betta Cianchini

Con Francesca Romana Miceli Picardi

Con il Patrocinio della Cooperativa Sociale Befree

(contro la violenza sulle donne)

Con il patrocino del Digayproject e Imma Battaglia

AR.MA TEATRO

via Ruggero di Lauria – Roma

dal 16 al 19 novembre

ore 21.00 – domenica ore 18.00

 

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