Si è aperta ieri sera presso l’incantevole cornice del giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino la ventesima edizione di PIRANDELLIANA, la rassegna organizzata ogni anno dalla compagnia teatrale LA BOTTEGA DELLE MASCHERE, che andrà avanti per un mese esatto, alternando nelle serate dal martedì alla domenica la tragedia Enrico IV ai due atti unici, tratti dalle Novelle per un anno, "L’altro figlio" e "La giara": vedi il nostro pezzo di presentazione della Rassegna che si svolgerà fino al 7 agosto.
Ad inaugurare il consueto appuntamento estivo con le opere del geniale drammaturgo siciliano è stata la messa in scena di ENRICO IV, una delle opere più tipicamente rappresentative della poetica dello scrittore, magistralmente diretta ed interpretata da Marcello Amici assieme agli attori della compagnia: Anna Varlese nel ruolo della Marchesa Matilde Spina, Katia Maglione in quello di sua figlia Frida, Giacomo Bottoni ad interpretare il giovane marchese Carlo Di Nolli, Mario Vincenzetti il barone Tito Belcredi e Mario De Amicis, il dottore. Nei ruoli dei quattro giovani consiglieri di Enrico IV invece, Salvatore Iermano, Andrea Carpiceci, Giulia Paoletti e Lorenzo D'Agata. Valerio Ludo infine in quello del cameriere Giovanni.
Intento della regia è stato probabilmente quello di enfatizzare la carica energica del personaggio teatrale che il protagonista stesso, Enrico IV, assume su di sé, snellendo il testo originale e concentrando l’attenzione sul meccanismo in virtù del quale quella esibizione drammatica smaschera la funzione sociale della pazzia. Enrico IV non finge più a lungo del dovuto. Ha ripreso consapevolezza della propria identità un giorno guardandosi allo specchio, e da allora ha preferito mantenere la maschera della sua pazzia per meglio intenderla ma, una volta consapevolizzato il suo stato, non permette alla pagliacciata messa in atto dal nipote con la partecipazione di tutti i protagonisti della propria vicenda di andare avanti a lungo. Sin dall’inizio si dimena nei suoi panni, vaneggia alludendo al vero, intimorisce chi gli si presenta davanti e palesa immediatamente come inutile il progetto di guarigione del medico che vorrebbe risanarlo, rimettendo a posto l’orologio bloccato. Nella parete posteriore ai personaggi proprio un grande orologio senza lancette, uno dei pochi arredi della scena, simboleggia l'impossibilità di rimettere a posto eventuali lancette, in ragione della loro effettiva inesistenza, quasi a dire che i tempi, specie quelli di ogni presa di coscienza, quelli del ricordo e dell'elaborazione personale del proprio vissuto, sono del tutto individuali e non ascrivibili a qualsivoglia meccanismo di misurazione oggettiva.
I due piani della storia, quello della vita reale di tutti e quello della vicenda storica ricreata attorno al protagonista, risultano antagonisti tra di loro nei toni e nelle atmosfere. Completamente vestiti di bianco ed ansiosi i personaggi del primo, colorati e festanti quelli del secondo. Ciò che immediatamente appare certo è che un improbabile incontro tra quei due mondi può esser eventualmente possibile solo nella direzione di quello più vitale, che non è appunto quello della realtà considerata autentica.
Scegliendo di addossarsi il carico della pazzia, con tutto il suo potenziale esegetico, il protagonista decide di impartire una lezione che vuole essere innanzitutto uno scossone alle certezze dell'esistenza e lo fa a partire da coloro che sono stati assoldati per ricostruirgli attorno quel mondo del quale rimase vittima. Primi depositari del suo segreto di uomo rinsavito, i ragazzi al suo servito sono rimproverati di non aver creduto appieno nel ruolo rappresentato, poiché ciò che conta infine, decretata l'inesistenza di una dimensione univoca della verità, non è altro che la fedeltà assoluta al proprio ruolo, in qualsiasi circostanza. È una rappresentazione piena ed un coinvolgimento totale nel personaggio che si interpreta, ci dice l'opera parlando un po' di sé e del teatro in generale, la chiave di ogni appagamento del vivere.
Per la carica emotiva sempre forte ed attuale che le opere pirandelliane trasmettono, complice la naturale scenografia della basilica e del formidabile panorama che dal suo giardino si può godere, assistere alle notti di “Pirandelliana” resta un'esperienza imperdibile nell'ambito dell'estate romana. Enrico IV continuerà ad essere messo in scena nelle serate di martedì, giovedì e sabato fino al 7 agosto.
Info:
PIRANDELLIANA 2016 – XX Edizione
dal 7 luglio a 7 agosto 2016
–ENRICO IV
(in scena il martedì, il giovedì, il sabato)
–L’ALTRO FIGLIO – LA GIARA
(in scena il mercoledì, il venerdì, la domenica)
di Luigi Pirandello
con
Marcello Amici, Sara Berni, Giacomo Bottoni, Andrea Carpiceci, Lorenzo D’Agata, Mario De Amicis, Lucilla Di Pasquale, Alessandra Ferro, Valeria Iacampo, Salvatore Iermano, Valerio Ludovici, Katia Maglione, Giulia Paoletti, Anna Varlese, Marco Vincenzetti
Regia: Marcello Amici
Ingresso € 15,00 – ridotto € 13,00
Inizio spettacoli ore 21.15 – apertura botteghino ore 20 – Lunedì riposo
Informazioni e prenotazioni: 06.6620982 (10 – 13/16 – 20)
www.labottegadellemaschere.it
info@labottegadellemaschere.it
Comunicazione: Valeria Buffoni