DONNE SENZA CENSURA @Teatrocittà : Patrizia Schiavo si racconta

Dietro i recinti di Cinecittà, in un piccolo e coraggioso spazio teatrale il Teatrocittà -Centro Di Formazione E Ricerca, Patrizia Schiavo denuncia con forza i mali del mondo al femminile, la difficoltà ad emergere e a restare puliti nell’anima e nell’intelletto, in una pièce intensa.

Lo spettacolo vede come protagonista il personaggio di Letizia Servo, attrice e drammaturga, ricchissima e di grande successo che viene intervistata sulla sua carriera. Una giornalista (voce fuoricampo) le pone domande che fanno da apripista a questo testo intimo e di denuncia. Letizia è il prototipo dell’artista donna che il mondo dello show business richiede: vanitosa e un po’ svampita, umile e compiacente, è comica, fa ridere, diverte. Il tipo di artista che il genere maschile desidera ammirare, ma soprattutto gestire. Indossando costumi bizzarri, eccessivi, risponde all’intervistatrice con voce doppiata, attenta a non uscire da quel sentiero tracciato dalla società nei limiti del quale le donne sono costrette a camminare. Per meglio spiegare un po’ di sé e per rispondere alle domande più scomode, lascia parlare due dei personaggi femminili che lei stessa ha creato. Due donne senza peli sulla lingua, avvolte in un telo da bagno, fresche di doccia, che si preparano accuratamente per un incontro non ben definito, analizzandosi, mettendosi sotto la lente di ingrandimento. Letizia i cui lavori, che per sua stessa ammissione sono privi di contenuti, ci tiene a sottolineare che se lo spettatore ne trova, è solo un caso, perché lei nei suoi testi mette solo tracce da seguire, non pensieri. Sia mai! “Peccato tu voglia fare l’intellettuale… avresti potuto fare l’attrice”. Lentamente Letizia però ha un mutamento come se una seconda donna affiorasse, desiderosa di uscire allo scoperto e di parlare. La seconda personalità è Patrizia, che non vuole sottostare a questo gioco. Non sta in questo ruolo falsato di Letizia che tutti vorrebbero vedere: la rassicurante e vuota donna che non ha un proprio pensiero se non quello di compiacere. Dismessi quindi i costumi, le parrucche, le mezze verità di Letizia, Patrizia si riappropria di Patrizia e parla con la sua vera voce, con la chioma leonina sciolta e senza censura. L’intervista continua e continuano a parlare le donne che nascono dalla penna dell’autrice. Parla delle debolezze e delle forze dell’essere donna. Del corpo mercificato a canoni di bellezza irraggiungibili. Della pressione che un’attrice è costretta a subire nel corso della carriera. Toccando i temi della maternità e del rapporto con gli uomini.

In conflitto fra essere se stessa ed essere ciò che ci si aspetta da una donna e da un’attrice, Patrizia Schiavo scava nei punti d’ombra del suo percorso artistico e riemerge brandendo quelle scomode verità che mettono a disagio i perbenisti. Si ribella al sistema maschilista, dove la carriera di una donna deve passare attraverso il letto di un uomo che abusa del proprio potere. E cambia completamente registro. L’intervista diventa un’iperbole in delirio. Patrizia si amplifica, si mescola alle donne che ha creato e che stanno alle sue spalle, come se il suo inconscio prendesse il controllo e cedesse al rancore nei confronti dei torti subiti. Denuncia. Lo fa raccontando di un incontro con un grande maestro del teatro italiano e di come si è ribellata alle dinamiche di un ricatto. Il suo testo, del 2013, è stato a dir poco profetico dell’attuale atmosfera di scandali che stanno facendo tremare tutto lo star system.

 

In una sorta di colloquio interiore, di domande e risposte fatte fra sé e sé, non solo la voce dell’intervistatrice è quella di Patrizia stessa, ma anche i personaggi interpretati da Silvia Grassi e Sarah Nicolucci sono le estensioni dell’ego dell’attrice-autrice, le sue voci interiori che non hanno paura di denunciare. Perché la Schiavo è tutto il palcoscenico. Parodiando se stessa e i personaggi che crea, sciorina ogni verità che dovrebbe essere raccontata, senza filtri, senza il timore delle conseguenze e, soprattutto, dei giudizi. Le umiliazioni, le occasioni perdute, la libertà conquistata a caro prezzo, la conservazione della propria dignità, la consapevolezza di aver intrapreso il cammino forse più difficile, ma sicuramente quello più onesto.

La regia è orchestrata con consapevolezza e cura nei dettagli: le entrate e le uscite di scena, lo sdoppiamento fra Letizia e Patrizia, i giochi di luci ed ombre che estendono visivamente la drammaturgia. La scena è divisa in due da un velatino nero oltre il quale c’è il mondo onirico e creativo della Schiavo e dei suoi personaggi che si preparano accuratamente a quello che verrà, dentro una sorta di camerino nella mente dell’autrice, in attesa di qualcosa che nessuno sa cosa sia, ma che permette di sperare nel futuro e nelle sue opportunità. Solo Patrizia valicherà il confine fra questi due universi separati, nella crescente allucinazione fra quello che si può dire e quello che si dovrebbe tacere, fra rivendicare i torti subiti e inghiottire il rospo.

Patrizia Schiavo ha fegato, non ha filtri, non ha nulla da perdere perché ha se stessa, il proprio percorso, le proprie scelte, i propri riscatti. Attrice intensa e fortemente evocativa, espande le sue emozioni e contagia il pubblico. Lo fa ridere, lo fa commuovere, lo punzecchia anche, senza mai lasciarlo indifferente. Assieme alle due bravissime colleghe mette in scena uno spettacolo sul ruolo della donna nel teatro e sul difficile cammino per la sua autoaffermazione. Spettacolo assolutamente da vedere sia per il tema trattato che per la straordinaria performance.

Lo spettacolo andrà in scena nelle seguenti date: 1 – 2 – 3 dicembre 

Info

DONNE SENZA CENSURA “Ispirato a tutto ciò che ha significato qualcosa”
Scritto e diretto da: Patrizia Schiavo
Intepreti: Patrizia Schiavo; Silvia Grassi; Sarah Nicolucci

Teatrocittà -Centro Di Formazione E Ricerca
Via Guido Figliolini 18 – Roma
Prenotazioni: 
M: compagnianuovoteatro
T: 339 861 0703

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