Fino al 20 gennaio al teatro Argentina è andato in scena il DON GIOVANNI di Moliere nell’interpretazione registica di Valerio Binasco, una produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Lo spettacolo passerà al Teatro della Corte di Genova e poi a Milano per proseguire la sua ricca tournée (*)…
Cominciamo dall’autore: Jean-Baptiste Poquelin detto Molière. Destinato a succedere al padre nel ruolo di tappezziere di corte, ma istruito in maniera eccellente. Autore di commedie “di carattere” di grande successo tra cui questa del 1665 riconosciuta come uno dei suoi capolavori. Egli scriveva sempre per la sua compagnia, sapendo da principio a quali attori sarebbero state assegnate le parti e spesso interpretò lui stesso i ruoli principali.
Si leva la tela del Teatro Argentina ma…che accade? Un battibecco tra il pubblico infiamma il centro della platea e costringe le maschere del teatro a intervenire. Si chiude il sipario allo scopo di spegnere il tafferuglio verbale e ripristinare la calma. Diversivo inaspettato per i ben disciplinati spettatori che generalmente frequentano le pomeridiane domenicali del Teatro di Roma.
Si alza per la seconda volta la tela: ha inizio il Don Giovanni diretto dal direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, Valerio Binasco, già apprezzato e promettente attore e regista, che non ha remore per l’innovazione e la sperimentazione. Appaiono riflesse in trasparenza frasi da “El burlador de Sevilla y Convidado de piedra” di Tirso de Molina.
Il regista aggiorna con Gianluca Gobbi il “Don Giovanni” facendone un farabutto, cinico, spavaldo, delinquente, e con Sergio Romano il servile Sganarello, caricatura di fantozziana memoria. Corpulento e massiccio il primo, esile e gracile l’altro, sprezzante il primo e vile il secondo. In una scenografia imponente con luna gigante e ingombrante e cambi scena velati da tendine trasparenti. Costumi contemporanei dentro cui si muovono personaggi che suscitano qualche ilarità e incolmabili vuoti d’intensità e profondità.
Sarebbe proprio dalla fisicità ingombrante del protagonista che dovrebbero nascere e trovare sviluppo le parole del testo. Don Giovanni e il suo servo Sganarello, sono i personaggi trasgressori che viaggiano nell’azione scenica infrangendo ogni regola o comportamento morale, fuggendo dalla loro stessa coscienza in un luogo più mentale che fisico. Si compie quindi l’ultimo viaggio all’inferno a riscattare una vita senza senso sentimentalmente arida.
Tuttavia è chiaro fin dalle prime battute che l’approccio al testo classico sia avvenuto considerando l’ormai frusto luogo comune di quando ci si accinge a mettere in scena un classico del teatro: l’attualità. Sembra che senza ricorrere a essa non possa più presentarsi un qualunque copione che appartenga al patrimonio storico del grande teatro. Tutto, quindi, diventa “varietà”, scenetta di genere, cabaret, citazione di ambienti pop o degradati ove persino la tanto deprecata “sceneggiata napoletana” nella rievocazione che a tratti appare anche in questo “Don Giovanni” si fa rimpiangere, non foss’altro per l'appartenenza a una precisa convenzione consolidata, sconfessando il talento di Binasco molto apprezzato per contro in altri lavori che portano la sua firma.
Per non dire poi delle musiche che infiorettano l’opera: Costello, Led Zeppelin, Benedetto Marcello e tanto per non farci mancare niente la grottesca bussatina alla porta fatta da uno dei personaggi con le quattro battute in “sol” della quinta sinfonia di Beethoven.
Gli attori ce la mettono tutta sopportando tutte le irresolutézze registiche ma la verbosità cui sono sottoposti riesce solo a evidenziare un’impotenza drammatica.
Abbandonando il passato non sempre si ricrea il presente!
(*) DON GIOVANNI – La Tournée
8 – 20 gennaio 2019 | Teatro Argentina | Roma
22 – 27 gennaio 2019 | Teatro della Corte | Genova
29 gennaio – 10 febbraio 2019 | Piccolo Teatro, Teatro Strehler | Milano
12 – 13 febbraio 2019 | Teatro LAC | Lugano
15 febbraio 2019| Teatro Il Maggiore | Verbania
19 febbraio 2019 | Teatro Fabbri | Vignola (MO)
21 – 24 febbraio 2019 | Arena del Sole | Bologna
26 – 28 febbraio 2019 | Teatro Nuovo Giovanni da Udine | Udine
2 marzo 2019 | Teatro Due | Parma
7 – 10 marzo 2019 | Teatro Metastasio | Prato
Info:
DON GIOVANNI
di Molière
regia Valerio Binasco
con (in o. a.) Vittorio Camarota, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel
Lucio De Francesco, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Gianluca Gobbi
Fulvio Pepe, Sergio Romano, Ivan Zerbinati
scene Guido Fiorato
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino
orari spettacolo
prima ore 21.00
martedì e venerdì ore 21.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
lunedì riposo
durata primo tempo 1 ora – 15' intervallo – secondo tempo 1 ora e 15'
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale