Esilarante, intelligente, estremamente dissacrante: La pièce DOLCE ATTESA PER CHI, in scena già da diversi anni e ben conosciuta nel panorama romano del teatro off, debutta al Teatro Trastevere dal 5 al 10 Novembre: testo di Betta Cianchini, regia di Marco Maltauro.
La scena esplode da subito in un ritmo comico irrefrenabile, che per tutto lo spettacolo non rifiata dalla corsa se non per qualche istante di alternanza drammatica.
Abbiamo sul palcoscenico due personaggi: protagonista principale è una donna di trentasettenne anni precaria e con il progetto di avere un figlio, Giada Prandi, mentre la coprotagonista, un’energica e pungente Veronica Milaneschi, diventa un perfetto personaggio altro-da-sè. Entrambe intense, sostenute, tecnicamente pulite e perfettamente affiatate in una convincente interpretazione di coppia.
DOLCE ATTESA PER CHI: la crescita di una donna
La dualità intrinseca al testo è l’escamotàge che da il via a una storia universale sulla crescita della donna, sulle fasi di vita in cui deve traghettarsi attraverso innumerevoli paure e sui ruoli sociali in cui tenta di affermarsi; riflessioni sferzanti vengono proposte dissezionando ogni aspetto dell’universo femminile senza alcuna forma di pudore e riguardo.
Così, dopo un divertentissimo inizio shock in cui Veronica Milaneschi interpreta l’entitá-vagina come simbolo degli istinti sessuali femminili repressi, si susseguiranno ostacoli lavorativi, desideri di maternità e angoscia, sensi di colpa, relazioni interpersonali: tutti da lei plasticamente incarnati.
DOLCE ATTESA PER CHI: brillanti scelte registiche al Teatro Trastevere
Risultano brillanti e percettivamente chiare le scelte registiche che esaltano il ruolo portante dell’alterità: il movimento scenico e i cambi di costume hanno servito coerentemente il concetto di una narrazione dicotomica, dove il personaggio principale si racconta e si dispiega unicamente e necessariamente nel rispecchiamento e nella dialettica con l’altro, soprattutto nell’ottica di “ciò-che-manca”, “che-non è-più-me”, “che non-posso-più-avere”.
Una comicità tanto spigliata non fa che esaltare ancor di più la denuncia sociale sottostante, che si acuisce nell’evidenziare la mancanza del supporto istituzionale (e talvolta relazionale) al singolo individuo nei momenti di vulnerabilità: è un testo che parla di maternità e femminilità, ma è anche un urlo contro il precariato, e contro ciò che viene efficacemente definito come “qualunquismo provinciale”, di cui lo spettacolo sembra essere intriso appositamente per la realizzazione di una spietata catarsi critica.
Ancora una volta, in una scenografia seminuda prende corpo una recitazione intensa e serrata che ha come chiave di volta il testo. La recitazione è l’unico mezzo essenziale per fare teatro, coerentemente con la lezione di Jacques Copeau, delle cui parole si adornano le pareti del teatro: è come se egli stesso fosse passato a scrivere il muro d’inchiostro bianco.
Info:
Avviso ai Soci
dal 5 al 10 novembre
Teatro Trastevere
Via Jacopa de’ Sette Soli 3,00153 Roma
DOLCE ATTESA per chi? (nuova edizione)
di Betta Cianchini
regia di Marco Maltauro
con Giada Prandi e Veronica Milaneschi
Musiche originali Stefano Switala
Light designer Luca Carnevale
Scene Tiziana Liberotti
Costumi Chiara Paramatti
Assistente alla regia Francesca Blancato
Produzione Aut-Out