DIO ARRIVERà€ ALL’ALBA @ Cometa Off a Roma: Alda Merini continua ad emozionarci

Dal 16 al 21 Gennaio 2017 al Cometa Off di Roma, Antonio Sebastian Nobili ci regala una coinvolgente Alda Merini nell’intimità della sua casa tra relazioni quotidiane e amori.
Sul palcoscenico a scena aperta, l'interno di un appartamento, la famosa dimora milanese, lungo i Navigli della poetessa. Tre paratìe di sfondo, ricordano il famoso Muro degli Angeli, la parete della camera da letto, pieno di appunti, caricature e numeri di telefono, scritti anche con il rossetto direttamente sull’intonaco.

Tavoli e sedie disordinate e cicche di sigaretta sul pavimento ricordano l’idea poetica di Alda Merini che “non si può e non si deve pulire la polvere dalle ali di una farfalla”. Libri aperti e cibo e caffè e ancora sigarette, fanno credere di essere realmente al suo cospetto e infatti al centro della scena su una sedia è seduta di spalle e accasciata dormiente, una figura che ricorda proprio lei. È l’attrice Antonella Petrone.
Da un lato e presa dalle sue faccende, Anna (Sara Morassut), la ragazza che dà una mano nell’appartamento e si prende cura della padrona di casa. Sull’altro lato una bambina (Sharon Orlandini) che, seduta, disegna indisturbata sul muro. Si capirà dopo che è l’anima fanciulla della poetessa.

Il tempo che il pubblico del teatro si sistemi e inizia la pièce, dove la Petrone ci fa subito sobbalzare quando una volta svegliata dallo squillo del telefono, si muove e recita con impressionante somiglianza alla poetessa
Si susseguono una serie di visite, conversazioni e scene che raccontano episodi quotidiani della vita nella casa della Merini, dove tutto gira intorno alla sua poesia e straordinaria personalità.
Il suo amico editore Arnoldo Musca Mondadori (Daniel De Rossi) che le parla di un amore segreto; il suo medico Dott. Gandini (Alberto Albertini), che si prende cura di lei come un amico e Paolo (Daniel Terranegra) lo studente che per una ricerca commissionatagli dal suo professore universitario la incontra per intervistarla. 

Le conversazioni tra di loro sono tutte impregnate di citazioni e versi della Merini, amplificate dalla penna altrettanto poetica dell’autore Antonio Nobili, che ci regala il racconto di uno degli aspetti più straordinari della poetessa, il suo animo carismatico ed essenziale. 
Quello che nasce tra lei e lo studente Paolo infatti è un amore profondo, un’attrazione magica: “quella donna era fuoco, dietro il suo sguardo svaniva ogni forma del suo aspetto e diventava per me solo una sensazione di calore fortissimo (…)  Io non volevo essere più me. (…) era tutta una muta essenza che iniziavo a respirare di lei. (…) Ero in preda ai pensieri e ai gesti folli dei giovani amanti che a nulla servono se non a ricordarci che ognuno di noi in fondo è poesia.” 

Dalla descrizione di queste emozioni Nobili sembra aver vissuto egli stesso questo innamoramento e ci agevola nel comprendere quell’indecifrabile attrazione verso la celebrazione dell’animo umano che si prova dinanzi alla poesia della Merini. La testimonianza di un oltre artistico che è la vera vita, dove la totale assenza di vanità permette alla nostra anima di amare profondamente e liberamente.

Tutto il testo è interessante e gravido di parole che carezzano l’anima; messo in scena, però crea una rappresentazione troppo lunga, quasi di due ore senza una pausa e questo mette a repentaglio l’attenzione, anche del più innamorato di quelle carezze. È grazie all’interpretazione viscerale e appassionata della Petrone che si resiste, perché appare come un’opportunità di ascoltare la vera poetessa, anche se non è supportata da un Terranegra che dovrebbe appassionatamente rappresentare tutti noi; tutti noi innamorati di questo incanto delle parole e dei sentimenti che la poesia della Merini ci concede. Lui sembra attonito, un po’ assente, sopraffatto più dalla difficoltà del ruolo che dalla vera essenza dei dialoghi. È fondamentale credere veramente di poter essere rapito, perdersi e inebriarsi d’amore incontrando lo spirito di una persona più che invaghirsi del suo aspetto fisico, per poterlo rappresentare su un palcoscenico. 

Gradevoli e spigliati gli altri interpreti, che si muovono in una dinamica considerevolmente equilibrata, grazie anche ai giusti e benfatti costumi di Virginia Menendez. Si evince, tuttavia, una regia molto innamorata del contenuto dell’opera e degli attori che la performano, per accorgersi di alcune loro tenui rigidità emotive e piccole sviste degli altri elementi: la bella scenografia di Fabio Pesaro, che riprende il Muro degli Angeli perde di fascino mostrando i pixel della bassa risoluzione con cui è stata stampata e, anche il diligente intento didascalico di tutta la rappresentazione si inquina un pochino, quando la Merini/Petrone si accende una sigaretta senza rompere il filtro, com’era sua caratteristica informale e impulsiva; oppure Anna/Sara Morassut mostra una borsa della spesa riciclabile più attuale che dell’epoca, che stona un po’ con l’atmosfera vintage data anche dalle belle musiche di Paolo Marzo.

Nel complesso, però, uno spettacolo che fa emozionare, come è ormai raro, e che fa conoscere Alda Merini da un altro punto di vista, quello quotidiano e intimo, diverso da quello spesso sottolineato, della sua rinomata e presupposta follia. E che fa conoscere anche Antonio Nobili come un autore sensibile e attento ai messaggi umani che diventano sociali quando il messaggio della simbiosi delle anime, serve a insegnare la libertà di scelta del proprio amore, senza sovrastrutture terrene e mercificate.

Info:

DIO ARRIVERA' ALL'ALBA

Antonella Petrone (Alda Merini)
Daniel Terranegra (Paolo)
Daniel De Rossi (Arnoldo Mondadori)
Sara Morassut (Anna)

Dal 16 al 20 gennaio 2018 ore 21.00
Il 21 gennaio 2018 ore 18.00

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