DIARIO DI UN INADEGUATO @ OFF/OFF Theatre: eredità  vivente

All'Off/Off Theatre soffia spesso quel vento di Teatro che si respirava prima… e che piano torna a rivivere: c’è dunque un foyer zuppo di pubblico, che deborda sino alla strada. Costringe le vetture frettolose d’impegni a rallentare e accorgersi che si fa di nuovo cultura. Ed è lì che si consuma il rito della gente di Teatro e soliti habitués. Qualcuno propone una battuta, l’altra risponde, poi c’è chi ride, e intanto qualcuno può bere al banco elegante e lucido. A dirla in breve è una festa ben riuscita e per fortuna non è un compleanno perché l’evento si anima ogni sera e il festeggiato è il Teatro che sta scrollandosi di dosso tanta polvere e detriti di quel tetro periodo marchiato a fuoco con quell’infame numero “19”. Silvano Spada (direttore del Teatro) riesce a infoltire la sua platea con una programmazione variegata e interessante. Emanuele Salce va in scena con DIARIO DI UN INADEGUATO dal 23 al 27 febbraio.

Di cosa parla DIARIO DI UN INADEGUATO

È proprio in questo periodo di guerra (con e senza bombe) che si sente il bisogno di spensierarsi. Di guadagnare leggerezza. D’abbandonare il peso stantio da qualche altra parte. A casa, in macchina, ovunque. Su quella vellutatissima poltrona rossa ci si predispone fiduciosi e lievi. La zavorra cade giù per il dirupo quando si accendono i riflettori sulla commedia irriverente di Emanuele Salce. È un’irriverenza rara perché rivolta a sé stessi. La pièce diviene da subito il racconto di un’esistenza sincopata, mossa tra appuntamenti nervosi e obbligati da certe intraprendenze oltreoceaniche che ridicolizzano persino un funerale e da una nota frequentazione teatrale. Dentro e fuori il Teatro: sino a casa. Familiare.

Emanuele Salce, l'attore e i due padri

Emanuele è notoriamente figlio doppio: ha due padri. È figlio di Luciano Salce, ma dopo la separazione del padre con Diletta D’Andrea, cresce con l’altro padre: Vittorio Gassman. Lui stesso (autore della commedia), dirà perché lo pensa e perché glielo hanno detto tante volte, che assomiglia a Salce e parla come Gassman. In effetti, nella recitazione si sentono certi echi gasmaniani. La commedia è poi un’eco del primo lavoro di Salce, replicato per più di dieci anni con successo. Difatti il titolo completo lo denuncia apertamente e senza reticenze: Diario di un inadeguato ovvero MUMBLE MUMBLE atto II.
Lo sfondo è dunque quello dell’Accademia d’Arte drammatica Silvio D’amico e di quei sorprendenti ragazzi del ’22. Classe straordinaria entrata negli annali del Teatro e del Cinema. Il ragazzo cresce ma su di lui incombe “l’eredità vivente” di due mostri sacri: L’uomo dalla bocca storta e il Mattatore. Eredità gigante che rischia di schiacciare Emanuele e che sfocia come fiume in piena in malcelate nevrosi. Un’occasione è, ad esempio, l’appuntamento con la procace Amanda e il suo abbigliamento cangurato, al quale non rinuncerà neanche a Fiumicino, quando il giovane Salce del racconto andrà ad accoglierla insieme a quello stuolo mai assente di romani marpioni che le poseranno pesanti gli occhi addosso. E insieme ai commenti delle donne che naturalmente noteranno l’abbigliamento extraromano

Salce, un DIARIO di un'anima fragile

La piéce è presentata dall’autore e attore come il Diario che racconta l’anima fragile del personaggio. Non sappiamo quanto sia biografico e quanto romanzato. Crediamo entrambi. Salce mette in scena la nevrosi, la difesa goffa di quello spazio intimo che è la casa: luogo a quel tempo del personaggio oltraggiato da robuste valigie sconosciute, da cosmetici minuti, sparsi casualmente e privi di quel necessario ordine maniacale dall’effetto terapeutico. Placebo. La violenza è poi acuita da quell’eccessiva vitalità dell’ospite dagli occhi azzurri che con una naturalezza nuova per Salce, scuote quella sua ferma o pachidermica esistenza. Quieta. Vita controllata o almeno controllabile, intessuta di relazioni laconiche. Brevi, che Salce racchiude ad arte nel tempo breve di un weekend.

La commedia alterna racconti divertenti con punte drammatiche. Ci sono i primi esperimenti d’attore. E poi quel treno ferroso sotto il quale cancellare quell’esistenza inadeguata, sembra l’unica soluzione per annullare ciò che residua. Insiste. A quel gesto estremo il personaggio chiede l’indulto. L’estinzione della pena. Il finale di storia umana per alleviare e togliere di nuovo quel peso che annichilisce. Ma quel brutto finale non è il solo finale…

DIARIO DI UN INADEGUATO. Salce: recitazione energica ma troppo incalzante

Emanuele Salce è energico, mi convince, è preciso nelle battute. È incalzante infine: forse troppo. Il pubblico, magari per quell’esigenza precipua di cui parlavo prima (la spensieratezza), spesso non ha il tempo di sedimentare il racconto. Si passa con velocità inaspettata dal comico al tragico e qualcuno dalla platea ride quando si rappresenta il suicidio e in altre occasioni. Anche la platea sa essere inadeguata a volte, proprio come il personaggio di questo racconto. Non so bene di chi sia la colpa? Testo, recitazione, regia o pubblico. Forse è come quando si esce da un lungo incidente durato due anni… e si è costretti alla terapia. Il pubblico ha perso l’attenzione o ha necessità di ridere a ogni costo? In ogni caso qualche pausa avrebbe facilitato il cambio scena… Le pause di silenzio sanno intimorire anche un buon attore. Qualcuno ne ha fatta un’arte come Eduardo o Turi Ferro. Hanno un suono melodioso che qui Salce ci ha negato.

Bravo anche il compagno di palco di Emanuele, che si cala nei vari personaggi che accompagnano la storia: Paolo Giommarelli.

DIARIO DI UN INADEGUATO: dalla Scenografia alla Regia, le soluzioni di Giuseppe Marini

La scenografia non c’è. Si usa solo una poltrona spinta da una parte all’altra della scena e un diario da maneggiare con cura; ma Salce fa vedere tutto quello che dice, recitando con le mani, con lo sguardo, col corpo. Dunque se ne può fare anche a meno. Peraltro come fare? la pièce è un racconto che percorre luoghi e tempi diversi: dunque si lascia al pubblico il meraviglioso lavoro di immaginare le scene portati dagli attori come in una danza.

La regia è di Giuseppe Marini, è lui che orchestra i movimenti scenici precisi dei due attori, le intonazioni dei tanti personaggi ai quali gli attori danno presenza: l’inadeguato, il marpione, il rapper, Amanda, lo psicologo e molti altri. Ci piace anche il disegno luci di Giacomo Cursi e le musiche originali ed evocative di Paolo Coletta.

Spettacolo da vedere.

Visto il 23 febbraio 2022

DIARIO DI UN INADEGUATO

ovvero Mumble Mumble atto II

di Emanuele Salce con la collaborazione di Andrea Pergolari

con Emanuele Salce

e Paolo Giommarelli

Regia di Giuseppe Marini

Musiche Paolo Coletta

Disegno luci Giacomo Cursi – Costumi Duma D’Andrea | Assistente regia Marta Selvaggio

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