In scena al Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio, in questi giorni iniziali della stagione buia dell’anno, la commedia gotica di Andrea Bruni, ripropone, rivisitato e arricchito dagli apporti musicali inediti di Alessandro Luchi, un lavoro nato nel 2013. Scrive l’autore “La prima versione di questo spettacolo è del 2013, l’ho scritto durante un momento di crisi personale, cercando di raccontare come si vive nel buio, in una di quelle prigioni interiori che più o meno consapevolmente abitiamo”. Nel cast troviamo un’importante new entry, l’attore, cantautore e scrittore fiorentino Nicola Pecci.
Due fratelli tornano dopo anni nella vecchia casa della loro infanzia, per l’occasione allestita nel retro palco del teatro, polverosa, abbandonata, sinistro rifugio di inquietanti presenze. Qui riemergono, dalle stanze segrete della villa inaspettati personaggi, figli del mondo delle ombre che, tra un sobbalzo e una risata costringono i due protagonisti ad affrontare i ben più spaventosi demoni interiori, a riconfrontarsi con la memoria di un padre scomparso e mai dimenticato, sulla cui assenza entrambi hanno costruito le loro armature dark di irriducibili inadeguati alla vita. Lui, stella mancata dell’heavy metal, incapace di accettare la propria omosessualità negata, padre sconclusionato di due figli nati da una relazione occasionale; lei, donna forte, rigida, imprigionata in un atteggiamento di lucida difesa da tutto e da tutti. Tutte le presenze che infestano la casa ruotano intorno ad un personaggio misterioso che risulterà di importanza fondamentale per permettere ai due fratelli di trovare la via d’uscita dallo stallo delle loro esistenze, dopo aver guardato a fondo nelle proprie paure e nelle memorie rimosse del loro vissuto.
Tutti gli ingredienti di questo spettacolo mirano a creare un’armonia audace tra generi eterogenei, coinvolgendo il pubblico in un’indiavolata giostra di emozioni e passando rapidamente dalla risata all’introspezione, giocando col farsesco e sorprendendo con squarci poetici, dove i colori, l’intensità dei movimenti, l’atmosfera gotica della scenografia ci ricordano che luce ed ombra sono dimensioni sempre compresenti nell’animo umano e che solo integrandole è possibile guarire dalle ferite profonde e inconfessate che ognuno di noi cova, appunto, nei suoi luoghi bui.
La recitazione segue un ritmo serrato, il testo brillante ma non facile è infittito di riflessioni che ti verrebbe voglia di avere il tempo di scriverti, per poterci riflettere con calma. Ma, come nella vita, le frequenze cambiano rapidamente e si deve solo lasciarsi andare al flusso, accettando che la matassa si sbrogli senza sapere né come né quando. Gli attori danno vita ad un caleidoscopico ventaglio di esseri umani (e non..), aiutati in questo da costumi dai colori forti e dalla foggia evocativa che ci conducono nell’eccentricità dark dei due fratelli (Alessia de Rosa e Gianni Bartalucci) , nella poesia retrò dei candidi fantasmi elisabettiani inguaribilmente appassionati di vita, (Annalisa Vinattieri, lo stesso Andrea Bruni, autore e regista dello spettacolo, e Francesco Renzoni), nelle sfumature cupe e inquietanti del mondo dei vampiri e delle loro vittime (David Cinelli e Veronica Natali). Un mondo dove anime inquiete e appassionate imparano l’amore nonostante l’orrore, come incarna la danza impossibile tra i due affascinanti interpreti Nicola Pecci e Chiara Barcaroli, personaggi chiave di cui però è meglio non svelare il mistero a coloro che non hanno ancora assistito allo spettacolo.
La vicenda è scandita da momenti cantati, con brani inediti (musiche di Alessandro Luchi e testi di Andrea Bruni) che ci trasportano nell’atmosfera del musical e dagli intermezzi esilaranti dell’impassibile maggiordomo, impersonato da Marco Bruni, imperturbabile testimone in perfetto stile British-toscano delle stranezza della casa.
Il pubblico è accolto sul palco del Teatro, in un contesto affascinante in cui gli arredi del dietro le quinte teatrali svelano gli strumenti del meccanismo della finzione. La scenografia, semplice, evoca con pochi oggetti e stoffe colorate l’eterno binomio di vita e morte, il rosso e nero dell’esistenza in cui malinconia e passione, paura e ispirazione si intrecciano come fili indissolubili di quell’unica matassa che chiamiamo Amore. Un bel viaggio, dentro atmosfere inedite che lascia una curiosa sensazione: Andrea Bruni ci porta dentro una sorta di cupo luogo uterino, una casa degli orrori che da fuori fa paura ma nella quale ci si scopre comodamente a proprio agio, al calduccio, in compagnia di personaggi familiari, al di là dell’apparenza inquietante. Tanto che si vorrebbe quasi non uscirne più, come da tutti i nidi dai quali il ritmo frenetico dell’esistenza ci insegna a separarci.
Ma come ci ricorda il testo la strada per risalire dall’abisso è ricordarsi che “L’Amore non è il tutto. L’Amore è il perché”.
DESMOND
Scritto e diretto da Andrea Bruni
Musiche originali Alessandro Luchi
Costumi Gianni Bartalucci realizzazione Sabrina Vanni
Aiuto regia Antonella Agati
Trucco speciale Irene Tronci
Trucco di scena Cristina Celentano di Beauty Art
con Nicola Pecci, Andrea Bruni, Alessia De Rosa, Annalisa Vinattieri, Gianni Bartalucci, Marco Bruni, Veronica Natali, Francesco Renzoni, Chiara Barcaroli, David Cinelli
Produzione ZerA
Teatro Dante Carlo Monni, Campi Bisenzio Firenze
30 ottobre 2018