DEMOCRACY IN AMERICA @ Teatro Argentina: il collasso dell'immagine

Al Teatro Argentina è andato in scena DEMOCRACY IN AMERICA, liberamente ispirato all’opera Democracy in America di Alexis de Tocqueville, per la regia di Romeo Castellucci e testi dello stesso e di Claudia Castellucci.

Parole, parole e ancora parole, le parole come sangue, come corpo.
Linguaggi misteriosi, incomprensibili, un dono di Dio, fonazioni mistiche, la voce, il nome di Dio; l’appellativo utilizzato nella bibbia della tradizione ebraica per riferirsi a Dio. 
Romeo Castellucci, si ispira liberamente alle pagine scritte nel 1835 dal giovane aristocratico francese Alexis de Tocqueville dopo un lungo viaggio negli Stati Uniti d’America e partendo dall’Antico Testamento esplora le varie forme di linguaggio, le possibilità di espressione nella sua estetica che rimanda, come di consueto, alle origini, alle etimologie.
In questo modo egli riconcettualizza l’immagine del mondo. Sul palcoscenico la visione è riorganizzata rivelando un attaccamento quasi morboso alla matrice, alla madre, al principio, cioè il passato dell’uomo.

Attrici e danzatrici, tutto un cast al femminile… “la lingua madre”. 
Tante bandiere all’inizio, ognuna con una lettera a formare il titolo DEMOCRACY IN AMERICA, che sarà composto, scomposto e anagrammato in una molteplicità di nuovi significati.

Allo spettatore non è richiesto altro che di ricordare le proprie esperienze per creare “il proprio” spettacolo attraverso la visione offerta dalle strabilianti…sconcertanti apparizioni che si materializzano davanti ai suoi occhi.
Un modo di “fare teatro” che chiama in causa in primo luogo la dimensione corporea, nella sua nuda fisicità. E’ il corpo che produce il pensiero. 

Ovviamente fin dalle prime scene è chiaro che la narrazione dei fatti, nella drammaturgia dell’autore, non segua un andamento lineare perché quella che lui compie è una reinterpretazione simbolica degli episodi che fondano la base del racconto.
Anche i contesti biblici cui le scene sembrano far riferimento, come sempre nella sua poetica, sono provocatori, causando nel pubblico infinite possibilità critiche,  segnatamente per quanto riferibile alle numerose patologie sociali.  
Il regista ci mette così in una situazione precaria che richiede da parte nostra un’allerta perché ci sentiamo privati di ogni controllo sull’immagine che si manifesta.
Elizabeth e Nathaniel due contadini puritani vogliono trasformare l’America nella nuova terra promessa per una conquista compiuta non con le armi, ma con semi e aratro.  Orso Magro e Gambo di Mais, nativi indiani vogliono imparare la nuova lingua per “comunicare”.

La musica di Scott Gibbons intensa e inquietante sovrasta e riempie completando le scene, avvolte in trasparenze, velate e opache in atmosfere sfumate che sottolineano gli avvenimenti che hanno segnato la storia degli americani.
La vera arte, parafrasando una nota affermazione del pittore Paul Klee, non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo é. 
E questa della Societas è vera, grande arte.

Info:
IL TEATRO È UGUALE PER TUTTI
ANATOMIA DEL POTERE

Dall’11 al 13 maggio al Teatro Argentina
DEMOCRACY IN AMERICA
Liberamente ispirato all’opera di Alexis de Tocqueville
regia, scene, luci, costumi di Romeo Castellucci
testi di Claudia Castellucci e Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons
foto
 Giulia Perelli

con Olivia Corsini, Giulia Perelli, Gloria Dorliguzzo, Evelin Facchini, Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila
e con dodici danzatrici Donatella Ambrosio, Carola Amata, Erika Checchi, Dafni Crema,
Antonella Guglielmi, Rita Ines Grosso, Alessandra Diamanti, Mariacristina Paolini,
Roberta Ruggiero, Marie Corinne Soulabaille, Manuela Stefani, Cecilia Verdolini
coreografie liberamente ispirate alle tradizioni folkloriche di Albania, Grecia, Botswana, Inghilterra, Ungheria, Sardegna
con interventi coreografici di Evelin Facchini, Gloria Dorliguzzo, Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila
assistente alla regia Maria Vittoria Bellingeri – Maître répétiteur Evelin Facchini
sculture di scena, prosthesis e automazioni Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso
Produzione Societas
in coproduzione con deSingel International Artcampus; Wiener Festwochen; Festival Printemps des Comédiens à Montpellier;
National Taichung Theatre in Taichung, Taiwan; Holland Festival Amsterdam; Schaubühne-Berlin; MC93 – Maison de la Culture de
Seine-Saint-Denis à Bobigny con Festival d’Automne à Paris; Le Manège – Scène nationale de Maubeuge; Teatro Arriaga Antzokia
de Bilbao; São Luiz Teatro Municipal, Lisbon; Peak Performances Montclair State University (NJ-USA)
con la partecipazione di Théâtre de Vidy-Lausanne and Athens and Epidaurus Festival

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