DAVID E’ MORTO@Napoli Teatro Festival: un epitaffio cantato

DAVID è MORTO è un testo irriverente, che la compagnia veronese Babilonia Teatri affronta con l’intelligenza che la contraddistingue. Di Valeria Raimondi e Enrico Castellani al Teatro Sannazzaro il 5 e 6 luglio per il Napoli Teatro Festival. La compagnia alla fine di luglio riceverà alla Biennale di Venezia il Leone d’argento per l’innovazione teatrale, strumento di sensibilizzazione rispetto alla complessità della nostra società.

Una voce off informa che la vita di David è terminata, che è l’attore a prestargli il corpo e la voce. Sappiamo così sin da subito che quello a cui assisteremo è il racconto di una vita interrotta. “David è morto – scrivono Valeria Raimondi e Enrico Castellani – è il racconto di cinque morti che parlano”, della vita e della morte di una famiglia, e quella di un uomo legato ad essa per uno degli intrecci casuali della vita. Il testo è un “carnevale di follie contemporanee” attraverso cui dipingere dei tipi umani e dei caratteri, che racchiudono in sé il disagio di abitare questo tempo: cinque racconti di solitudini esistenziali, diversi ma accomunati da un unico finale, il suicidio, la rinuncia a vivere. David (Filippo Quezel) è un ragazzo di 20 anni dal grande cuore rosso (unico elemento scenografico fisso della messainscena), che batte ossessivo come il pallone da basket che palleggia al ritmo della sua canzone preferita: Tender dei Blur. Lui si sente un numero, spinto a sapere più che a essere. E’ ben istruito e sa molte cose, anche quale sia il modo migliore ed irreversibile di morire. 

Il soldato Iris (Chiara Bersani) sorella di David, si ucciderà impiccandosi dopo avere visto il fratello dissanguato in cucina, in quel mare di “ketchup” con cui si è trovata a fare i conti a colazione. Entrata in scena su un fuoristrada giocattolo, gira intorno al cuore rosso con un microfono in mano, incitando il pubblico, quei soldati senza anima e senza Dio a “fare esplodere i vostri papà, altrimenti prima o poi le lucine si spegneranno, salterà la corrente, game over”. Iris ha il corpo deformato dall’osteogenesi imperfetta, ma l’anima tutta di un pezzo. E’ tremendamente lucida e diffida di chi non sa apprezzare la vita, di chi non sa distinguere il giorno dalla notte, il dolce dal salato, la fiducia dalla paura. Anche Dario (Alessio Piazza) e Cristina (Emanuela Villagrossi), padre e madre dei due ragazzi, si impiccheranno. Lui un dottore, un clown dal nome Birillo, lei una venditrice di materassi. Tra di loro c’era una volta passione, ora quello che li caratterizza è l’essere lupi mannari alla ricerca di cibo, alla ricerca di un senso che hanno perduto, divorando per questo persino i propri figli. Sono corpi senza anima (Cristina dice di conservare il suo cuore e lo sperma del marito nel freezer), che vestono ruoli come maschere per fuggire da se stessi. Insensibili ed incapaci ad agire anche di fronte al suicidio dei propri figli, ulteriore e drammatica conferma del loro fallimento come esseri umani.

Alex (Emiliano Brioschi), il re del rap, diventato famoso con la sua Nuvole, ha un blocco creativo e ne accusa il colpo, l’angoscia di restare nell’ombra lo attanaglia. Il successo del suo primo brano nasce da un testo scritto per esorcizzare il dolore della morte di sua madre: una tossica che lui cerca invano di far curare in ospedale. E’ solo Alex, solo con il suo bisogno di essere qualcuno. Il sipario si chiuderà con la sua ultima esibizione canora in un cimitero di croci, accompagnato dagli altri personaggi che suonano con delle chitarre calate improvvisamente dall’alto, in una danza di morti a cui si unirà sparandosi alla tempia: David è morto è un epitaffio cantato. La neve, fresca e candida, cade sulla scena e anche il cuore pian piano si poggia sul pavimento cedendo al suo gelo; in sottofondo le parole di una canzone dei Blur “I’m waiting for that feeling”. Un testo ben scritto, simbolico e irriverente, lucido, con salti temporali tra passato, presente e futuro che esorcizzano la morte e creano possibili finali alternativi: David è morto ci indica una strada, un percorso di riflessione volto a recuperare una connessione con i nostri sentimenti più profondi, da ricercare dentro noi stessi, nell’innocenza della nostra infanzia, come simbolicamente fa Iris con suo fratello, curando la sofferenza del suo cuore: è sempre lui il centro di tutto, il cuore, basta solo saperlo ascoltare.

 

Riferimenti:

TEATRO SANNAZZARO

David e’ morto Teatro Sannazzaro  5 e 6 luglio 2016

di Valeria Raimondi e Enrico Castellani

NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA

 

DI/BY BABILONIA TEATRI – VALERIA RAIMONDI, ENRICO CASTELLANI
PAROLE DI/WORDS BY ENRICO CASTELLANI
CON (IN ODINE ALFABETICO)/WITH (ALPHABETICAL ORDER) CHIARA BERSANI, EMILIANO BRIOSCHI, ALESSIO PIAZZA, FILIPPO QUEZEL, EMANUELA VILLAGROSSI
MUSICHE ORIGINALI/ORIGINAL MUSIC CABEKI
PRODUZIONE/PRODUCTION 
TEATRO STABILE DEL VENETO – TEATRO NAZIONALE, EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
DA UN PROGETTO DI/FROM A PROJECT BY BABILONIA TEATRI

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