CUORI DI VETRO E FUORI NEVICA @ Teatro Porta portese: due atti diversi per raccontare la normalità 

Il Teatro Porta Portese ci accoglie garbatamente nascosto tra lunghe rampe e grattacieli o palazzoni romani. Indugiamo nel foyer prima che si faccia sala. Nel chiacchiericcio di qualche intimo amico di uno degli attori, comprendiamo (rubando parole) tutta l'ansia che anticipa la messa in scena dello spettacolo: le prove, i tagli, quell'argomento tanto scomodo ancora oggi: l'omosessualità. Come un tabù inconfessabile persino tra mura domestiche e affetti sinceri.Assisitiamo a CUORI DI VETRO E FUORI NEVICA, in scena fino al 14 aprile.

La pièce in vernacolo è in realtà la storia della normalità. I veri protagonisti sono i genitori del ragazzo che invita a cena il compagno. Accade qualcosa che toglierà il fiato, ma l'autore ha voluto soprattutto raccontare il dramma di chi non concede il diritto d'amare. I sensi di colpa del dopo divieto. C'è un retrogusto laico dato che non è la solita cena ma il cenone, quello della tradizione anche cattolica e non solo del panettone e pandoro televisivo. Siamo a natale: sullo sfondo uno spoglio albero da adornare che rimarrà così a dire che c'è ancora tanto da dire e da fare. Nulla è compiuto. Ci sono questioni sospese, nella fretta della vita, in attesa che avvenga il miracolo e scenda la neve a Roma. Nanni usa simboli: quel cuore di vetro incrinato icona di quel padre andato via senza sapere nulla del figlio, senza conoscerlo, quel rapporto fragile tra madre e figlio proprio come quel cuore sull'albero, il nuovo padre amorevole (qui Armando Puccio) che tenta di proteggere quel disastro consueto di routine familiare e, intanto, porta avanti la baracca.

La pièce è strutturata in due atti ben “diversi” che insieme raccontano “la normalità” di chi rimane e non sa che dire: “frocio” può ferire come un coltello fendente. Parole taglienti di chi non capisce perché pensa da subito alla vergogna: cosa diranno e penseranno quei vicini tanto vicini delle case popolari? Atti diversi dato che il primo è una cavalcata di battute, di parolacce che di solito non amiamo ma che qui sono contestualizzate e raccontano la realtà che rimbalza nella tromba delle scale. All'inizio sembra la solita commedia leggera sulle incomprensioni coniugali, sui viaggi mai fatti, sulle offerte “sola” scovate su internet, sugli acciacchi del tempo sull'essere perdente. Ma nel secondo atto cambiano le luci, l'atmosfera si fa scura, il clima è denso. Il peso della commedia adesso è un altro: accade qualcosa che cambia l'umore di tutti. Il figlio diventa così come la madre l'ha sempre voluto, idealizzato: studia, si siede sulle gambe della madre, è dolce da non crederci…

La pièce è ben riuscita. Dopo un ritmo lento, i due bravi attori: Armando Puccio e Flavia Di Domenico, entrano nel vivo della commedia e ci regalano momenti esilaranti di vita coniugale.

Ci piace Filippo Nanni che cura insieme la regia. Naturalmente, soffre della solita questione: è difficile essere attore e regista, dunque in alcuni momenti avremmo voluto intenzioni più forti per raccontare la disperazione di chi non viene accettato neanche dal nucleo affettivo primigenio. Debole Giorgia Passeri nel suo ruolo.

Consigliamo una maggiore cura e attenzione degli effetti audio e luci. Spettacolo interessante in scena fino al 14 aprile.

Teatro Porta Portese

Cuori di vetro  e fuori Nevica

di Filippo Nanni 

Regia di Filippo Nanni

con Armando Puccio, Flavia Di Domenico, Filippo Nanni e Giorgia Passeri

Fonico Alessio Soro

Disegno Luci Fabio Rambardi

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