CRY HAVOC @ Sala Uno Teatro: folgorati dalla voce di un veterano!

Direttamente dagli Stati Uniti d’America, per la prima volta in Italia e in Europa, al Sala Uno Teatro, il 19 e il 20 aprile, è arrivata la compagnia Bedlam di New York con “Cry Havoc”, scritto e interpretato da Stephan Wolfert e diretto da Eric Tucker, per “iniziare col botto” la rassegna SHAKESPEARE RE-LOADED che continuerà fino a domenica 24 aprile.

Entrato in sala il pubblico trova l’attore che attende l’ingresso e l’accomodarsi di tutti i presenti, poi le luci si spengono e lo spettacolo inizia.
Sul tetto di un treno che lo porta a Montana, Stephan ripercorre la storia della sua vita osservando il mondo che gli passa accanto. Si scoprirà nel corso della storia che egli è un ex soldato dell’esercito USA, e che svolgeva precisamente il ruolo di Ufficiale medico, e nel ripercorrere i momenti di questa fase della sua vita, la narrazione va a scavare nelle ferite profonde del suo animo. Si parte dalla formazione del soldato come macchina da guerra, quella che alimenta la così definita “BERSEKER ENERGY” (i berseker erano dei feroci guerrieri scandinavi che prima della battaglia entravano in uno stato mentale di furia) fino ad arrivare all’esperienza sul campo di battaglia in cui avviene quel fatto che per sempre tormenterà la sua vita: la morte del suo amico, dovuta a un proiettile dell’arma di un compagno americano, erroneamente esploso nel suo volto. La guerra regala immagini indelebili, e quando la guerra finisce, chi o cosa cancellerà tutto quel dolore visto e provato da ogni singolo soldato? E soprattutto: come si potrà ritornare nel mondo civile senza che ci siano gli effetti collaterali di quell’esperienza devastante? Dimenticare è impossibile, e anche la vita “normale” sembra impossibile per chi ritorna al suo paese dopo una guerra. Così è e così è sempre stato, fin dall’inizio dei tempi, o meglio, delle guerre.

Il tema sollevato dunque è toccante e delicato: quello dei veterani di guerra.
Stephan Wolfert ci indica quella che è stata la sua personale terapia di recupero: l’amore per quella che poi è diventata sua moglie e il teatro. Conclusasi la sua esperienza in guerra Stephan decide di lasciarsi trasportare dal caso ed entra in un teatro, vede per la prima volta “Riccardo III” di Shakespeare e da quel momento decide di dedicarsi per sempre all’attività teatrale. Perché attraverso le parole di Shakespeare e i suoi drammi, che sono pregni di storie di veterani, Stephan ritrova quel contatto con il sé più umano e spirituale, e scopre la forza per iniziare una nuova vita.
CRY HAVOC infatti nasce da uno studio sui vari monologhi dei veterani che compaiono nelle pièce di Shakespeare, (per citarne alcune: Riccardo III, Amleto, Giulio Cesare, Coriolano, Enrico V…), ai quali poi sono stati inseriti frammenti della storia personale di Wolfert.

È sorprendente infatti notare come lo Stephan attore riesca a mantenere un controllo perfetto durante tutto lo spettacolo, inserendo monologhi shakespeariani che prendono vita direttamente dalla sua energia più profonda, la stessa che ci racconta la sua storia in prima persona. Probabilmente chi non conosce i vari monologhi neanche se ne accorgerebbe che in quel momento l’attore sta declamando Shakespeare con la stessa semplicità con cui narra di sé, ed è proprio così che dimostra una grande e solida tecnica attoriale, quella che trasporta lo spettatore nella storia e allo stesso tempo lo tiene ancorato alla poltrona. Impossibile distogliere l’attenzione su questo attore così bravo, che unisce commozione e ironia nello stesso istante, che mantiene una concentrazione impeccabile, nonostante ogni tanto si lasci sfuggire volutamente delle interazioni con il pubblico, e nonostante parli una lingua che non è l’italiano.

La regia, giustissima, è puntata tutto sulla forza e sul valore dell’attore in scena che recita da solo, senza nessun supporto, ma solo grazie a una partitura fisica lineare e discreta, rende lo spettacolo perfettamente fruibile. Quello portato in scena da Stephan Wolfert è il teatro nella sua forma più pura: quello che nasce da un’urgenza irrefrenabile e che diventa un grido spirituale così forte da esplodere in tutto il suo ardore e splendore, richiamando il risveglio delle coscienze di chi assiste.
Uno spettacolo che colpisce al cuore e che difficilmente si dimenticherà.

Ringraziamo tutti gli organizzatori del festival, per averci regalato questa splendida occasione, e grazie ovviamente alla compagnia Bedlam che con questo lavoro ci mostra quanto il teatro sa essere potente per l’uomo e la società se adoperato nel modo giusto.

Info:
Foto di Monica Giusto

IL PROGRAMMA DI SHAKESPEARE RE-LOADED
AL TEATRO SALA UNO

9 e 20 Aprile ore 21 CRY AVOC (Bedlam Company)
21 Aprile ore 21 Misura per Misura
22 Aprile ore 21 Enrico V
23 e 24 Aprile ore 21 Shylock di alberto oliva

AL TEATRO ARGOT STUDIO
Il 28 aprile la Brite Theater con RICCARDO III
29 e 30 Aprile 
Shylock di alberto oliva

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