In prima nazionale dal 29 al 31 gennaio 2016 un vivace spettacolo che coniuga storia e testimonianze di letterati e uomini illustri siciliani con il canto in lingua locale di Toni Avanzato per fornire a un pubblico attento e interessato Cronache di Sicilia che delineano il Ritratto di una terra (come recita il sottotitolo) che quasi antropomorfizzata rivela le infinite sfaccettature del bene e anche del male che ancora oggi la attraversa deturpandone la straordinaria bellezza.
Il Teatro Officina, sito oggi in Via S. Elembardo 2 – in una costruzione destinata inizialmente a spazio per le cucitrici ed edificata nel 1939 in un cortile di un insieme di case popolari destinate dalla Fondazione Crespi Morbio a famiglie con più di cinque figli creando però un’involontaria emarginazione – dove si trasferisce da Viale Monza 140 (attuale sede del conosciutissimo Zelig) in cui è nato nel 1973 sull’onda del decentramento culturale, dal 1976 è affidato a Massimo de Vita quale direttore artistico che aggiunge la produzione di spettacoli all’iniziale offerta culturale.
De Vita è una figura singolare e anomala nel suo campo perché, dopo essersi diplomato con Giorgio Strehler nel 1957 alla Scuola del Piccolo Teatro e avere operato nello stesso Piccolo e in altri Teatri Stabili come attore e regista, sceglie un percorso di teatro sociale molto intenso e poco redditizio, ma di grande ricchezza spirituale e calore umano collaborando con Vittorio Franceschi, Dario Fo e Franca Rame e oggi il suo porgere non è altero o sdegnoso, ma è connotato da dolcezza e ferma franchezza.
In questa nicchia di calda e generosa umanità, quasi micro rappresentazione della Sicilia ardente, amorevole e accogliente nei confronti dei nuovi immigrati, una vibrante e coinvolgente pièce racconta con l’ausilio della penna di letterati e poeti siciliani famosi la storia di una terra oggetto di conquista per la sua posizione geografica e per la variegata ricchezza di tradizioni, cultura e ambiente.
Contribuiscono a rendere lo spettacolo di grande efficacia la musica cantata e suonata da Toni Avanzato (Campobello di Licata/AG 1957) – cantastorie siciliano che con la moglie ha fondato Zabara, Gruppo di Canto Popolare che ha al suo attivo successi e riconoscimenti anche al di fuori dell’Italia – e la stupenda scenografia costruita con rara efficacia e con tinte che richiamano l’assolata terra sicula dalla brava Alice Benazzi che ha da poco conseguito il diploma di scenografa e, pur ispirandosi ad artisti celebri, mostra una propria spiccata personalità.
Massimo de Vita, oltreché valido attore, cura con mano equilibrata la regia e riesce a dare l’idea di omogeneità, inserendoli in un contesto storico di ampio respiro, a brani tratti da Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa che pennella il ‘destino antropologico’ dei Siciliani, dall’affresco poetico del cantastorie Ignazio Buttitta, dal quadro lucido e tagliente operato da Leonardo Sciascia ne Il giorno della civetta e dalla denuncia del coraggioso giornalista Giuseppe Fava guidando attori preparati e affiatati e dando anche vita a un momento di comunione tra le persone presenti in una sorta di spontaneo dopoteatro volto a creare scambi di idee e a intrecciare fili di simpatica e cordiale alterità.