E’ andato in scena da venerdì 22 a domenica 24 settembre CONVERSATIONS AFTER SEX di Mark O’Halloran per la regia di Dimitri Milopulos con Barbara Esposito, Gabriele Giaffreda e Anastasia Ciullini nell’ambito della rassegna teatrale Intercity/Teatro delle Donne.
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CONVERSATIONs AFTER SEX CI PORTA IN UNA CAMERA DA LETTO DI DUBLINO

Andato in scena al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, Conversations after sex di Mark O’Halloran narra le vicende sessuali di una donna e dei suoi tanti amanti. Un letto ed una finestra: tanto basta per entrare ed uscire senza complicazioni nella fugacità e nella globalizzazione dei rapporti di oggi. “Ci vediamo per scopare, oggi si fa così” chiosano gli attori. Le quattro stagioni e il nuovo anno arrivano tra le lenzuola, le sigarette e il sesso in una camera da letto nella città delle pinte di birra. Una donna innominata e portatori sani, non tutti, di pene al centro della scena in una ridda di incontri sessuali dove il letto diventa un ring su cui si scontrano e si incontrano le solitudini di uomini senza mutande o calate a metà ginocchio, narcisisti in preda al loro delirio di conquista, tossici innocui che sanno sballarsi con erba e sesso, universitari alle prese con le milf.
IL NARCISISMO DEL LETTO
“Sono fottutamente egoista ma chi non lo è” ci dice la signora dai capelli rossi senza nome sulle lenzuola bianche del letto: viene portata in scena una donna che sceglie e determina di avere rapporti con più uomini correndo il rischio di trovarsi in conversazioni riguardanti gli avanzamenti degli stati di salute dei famigliari del partner, sul regalo fatto alla nuova ragazza da poco conosciuta, ma anche in un grazie da parte dell’uomo.
I LETTI DI TUTTI
Nella giostra di rapporti la Esposito e Giaffreda, in uno spettacolo difficile e stancante per i continui cambi di personaggi e di indumenti intimi, riescono a calarsi così bene nei letti di tutti che non vediamo più la signora dai capelli rossi e innominata dell’inizio ma le nostre menti si popolano di immagini di una qualunque donna intenta ad avere un rapporto sessuale. La regia di Milopulos in tal senso attua magistralmente una trasposizione teatrale del personaggio della donna. Quella stessa donna potrebbe essere la nostra vicina di casa, la nostra coinquilina, noi stesse.
LA FIGURA DELLA SORELLA

A riportarci tuttavia nella prima camera da letto, la sorella della donna senza nome che appare e scompare in qualche scena. Ha uno sguardo diverso dal nostro: è la sua antitesi. E’ l’immagine di chi ce l’ha fatta, di chi ha scelto la vita per i dettami borghesi. Mai un’ombra di gelosia o invidia nei rispettivi riguardi anche perché la Esposito sa bene che i propri partners non dicono mai bugie perché dicono poco di loro, in fondo proprio come chi credi di conoscere da sempre. Un caffè a letto, lo stesso movimento della sorella nel girarlo e il senso di colpa buttato sulle lenzuola. Da un lato, il senso di frustrazione di chi non c’è stato, di chi ha preferito costruire piuttosto che stare accanto e dall’altro il perdono che è sempre arrivato.
TUTTI PORNOGRAFI NELLA MORALE DI CONVERSATIONS AFTER SEX
“Siamo tutti pornografi ormai, creiamo contenuti per gli altri” ed è forse davvero così. Nel vortice del contemporaneo ci viene concessa l’autorizzazione ad essere solo un corpo su cui sfogare i desideri momentanei, ad essere solo l’ennesimo vuoto da colmare tramite un nuovo funambolismo sessuale. E’ forse, seppur non troppo poetico, più realistico e veritiero di tante parole dette, sussurrate alle orecchie degli amanti. Il letto è un rifugio, una sicurezza su cui non c’è più bisogno di bleffare e dove si mette in gioco la vera parte di noi. Non si avverte la necessità di flirtare perché tanto e comunque “siamo sempre qui entrambi”. Il vero problema è abbandonare il giaciglio, uscirne per cominciare a “non essere sempre qui”.
Visto al Teatro della Limonaia (Sesto F.no) il 24/09/2023
CONVERSATIONS AFTER SEX
di Mark O’Halloran
scene e regia Dimitri Milopulos
con Barbara Esposito, Gabriele Giaffreda e Anastasia Ciullini
assistente alla regia Marta Giusti
assistente Federico Franchina
traduzione Lorenzo Borgotallo
prima assoluta in italiano