CONTEMPORANEA FESTIVAL 2020 @Prato: donne alla ricerca attraverso la danza

Secondo reportage della redazione fiorentina al Festival Contemporanea 20, organizzato dalla Fondazione Teatro Metastasio di Prato e presente in vari luoghi della città. Dopo l’apertura con l’intensa esperienza della drammaturgia contemporanea (clicca qui per accedere all’articolo), ci siamo oggi concentrati sulle prime delle numerose performance di danza che il festival ha incluso nel programma: Plutone – Now, di Elisabetta Consonni, andato in scena presso lo Spazio K, Un/Dress – Moving Painting, di e con Masako Matsushita, presso l’ex Cinema Excelsior  dove si è tenuto anche e Love – Paradisi artificiali, con la produzione di C.I.M.D danza contemporanea. Tre spettacoli di donne, in cui emerge una ricerca, che sia di un amore forse impossibile, di un contatto o del rispetto di sè e del proprio corpo. Gustandoci splendide geometrie scorgiamo bisogni diversi ma un unico comune denominatore di movimento, del bisogno di fermarsi un attimo ad ascoltare (e ascoltarsi) e la voglia di scoprirsi al di là delle visioni consuete.

A cura di Martina Corsi, Federica Murolo e Susanna Pietrosanti

PLUTONE – NOW: UNA LUCE PER UNIRE

Martina Corsi – Intorno a noi un mondo bianco, bianche sono le pareti, bianco il pavimento e bianche sono le tre danzatrici, tre come le luci che dal soffitto arrivano quasi a toccare terra. Inizia una danza di cerchi concentrici, splendide geometrie in scena delle protagoniste (Marta Ciappina, Masako Matsushita, Olimpia Fortuni) che ruotano su loro stesse o compiono infiniti giri. Ognuna ha il suo passo, ognuna la sua fisicità, ognuna ha il suo modo di stare nella realtà, ognuna ha un peso diverso, eppure si percepisce una grande armonia fra di loro, che fa da contrasto alla musica che mano a mano si fa sempre più dissonante, quasi fastidiosa. Tre mondi paralleli, che si intrecciano senza incontrarsi mai, fino a che non accade qualcosa: un contatto tra le performer che diventa infine unione intorno alla luce centrale, la più luminosa, forse proprio il pianeta Plutone, il più lontano dalla Terra ma che adesso ha la capacità di creare un legame. Questo incontro si fa sempre più fecondo, diventa un abbraccio, in cui è necessario ascoltare l’altra, ascoltare il corpo dell’altra, i respiri altrui che si fanno sempre più profondi per non perdere la compagna di strada, per andare allo stesso ritmo, nonostante la diversità. La splendida coreografia incanta per una mezz’ora il pubblico di Contemporanea, che non riesce a distogliere lo sguardo, è quasi ipnotizzato dalle armonie dei movimenti delle danzatrici, così diversi, eppure così in relazione tra loro.

UN/DRESS – MOVING PAINTING : LA VERA ESSENZA

Federica Murolo – L’esibizione danzata di Masako Matsushita, artista italo-giapponese, ci colpisce da subito. La piccola sala dell’ex cinema Excelsior è diventata per l’occasione la scena dello spettacolo: è costruita con sfondo bianco e per terra vede disposti in maniera simmetrica delle lunghe strisce di tessuto nero alternate tra loro, ad effetto tastiera. Su un lato a destra, sono allineati verticalmente più di una dozzina di reggiseni dai colori vivacissimi e visibilmente più grandi rispetto al corpo della ballerina, che entra in scena di spalle, accovacciandosi a terra, indossando solo degli shorts neri. Con movimenti lenti ma estremamente precisi, ella avanza lungo la linea dei reggiseni, allacciandoseli rovesciati uno sull’altro, e creando già così interrogativi e curiosità. Arriva a coprirsi tutto il torace, e solo allora si alza in piedi, guardando il suo pubblico negli occhi. I reggiseni sono diventati un vero e proprio corpetto. Poi, inizia ad abbassarsi gli shorts ed una dopo l’altra innumerevoli mutande, anche queste coloratissime, che sembrano non finire mai, andando a creare una vera e propria gonna. L’effetto è sorprendente: tra sopra e sotto è riuscita a creare un tubino. Ma si tiene addosso per poco tutta la torre di completini, per abbandonarsi a terra tra i tessuti neri col corpo nudo. Inizia a danzare con le strisce, ad attorcigliarcisi ed avvolgervisi intorno, creando nuove immagini di vestizioni e svestizioni. Tutto in continuo e costante movimento, accompagnato da musiche e suoni di natura in sottofondo. Questo ritmo del vestirsi e svestirsi, focus dell’esibizione, dà proprio il nome all’esibizione UN/DRESS Moving Painting, un quadro in movimento. Lo spettacolo è estremamente convincente nel voler portare l’attenzione sulla donna e sul suo ruolo nella società. Una donna che purtroppo viene ancora troppe volte giudicata da come si veste e da come appare, a cui ancora troppo spesso viene tolto il rispetto. Masako Matsushita ricorda a tutti noi, donne e uomini, che è ciò che sta sotto le apparenze ad essere la vera essenza, e che una donna sola nel proprio corpo e nella propria anima dovrà essere sempre e comunque motivo di bellezza, di rispetto e di ammirazione.

LOVE – PARADISI ARTIFICIALI: L’AMORE E IL PROPRIO ABISSO

Susanna Pietrosanti – Tre danzatrici in scena (Chiara Ameglio, Olimpia Fortuni, Giulia Porcu), una tavolozza estremamente contemporanea, bianco base e rosso palpitante passione. Tre corpi in scintille geometriche per esprimere l’amore e l’impossibilità di amare. L’incrocio luminoso delle linee si rifrange nelle mani, nel movimento, nei corpi che fluiscono e si dissolvono. Del resto, ogni amore si dissolve, specie nel nostro tempo, col suo veloce pulsare di cambiamento. Eppure, lo dicono i corpi sulla scena, non facciamo altro che bruciare d’amore – e cercare un’alterazione, uno spegnimento della razionalità perché il pathos sbocchi più forte, più incandescente, ci faccia bruciare, ci annulli. Eros e Thanatos, naturalmente. Il titolo alla Baudelaire mette in guardia: ogni alterazione del quotidiano, del resto, è una dipendenza, e le dipendenze sono catene che non vediamo l’ora di chiuderci ai polsi. Ci promettono emozione, vibrazione. Ci promettono dolore, che è il contrario, comunque, del nulla. I corpi si cercano, si sfiorano, mancano la presa, la trasfusione profonda non avviene, ogni bacio è un morso mancato. Non abbiamo mai saputo amare, e nei tempi di oggi meno che mai. Il discorso estetico si snoda fluido, apparentemente comprensibilissimo, ma lo spessore è dato dal retroscena segreto che riusciamo a percepire, se non a decifrare. Il fascino di questo lavoro è l’essere insieme chiarissimo, gesto evidente in una direzione, ma essere abitato da cifre nascoste e segrete, che non verranno mai decifrate. Nessuno di noi guarda in faccia il proprio abisso: l’abisso, diversamente, guarderebbe in faccia noi. Questo il sussurro segreto di uno spettacolo candido e rosso, con uno spazio concavo e segreto di ‘macchia nera’, che irresistibilmente ci chiama.

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Contemporanea Festival 2020

LOVE – PARADISI ARTIFICIALI

concept Davide Valrosso
interpreti Chiara Ameglio, Olimpia Fortuni, Giulia Porcu
musiche Stefano Libertini Protopapa, Pierpaolo Moschino
produzione C.I.M.D danza contemporanea
con il sostegno di MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”
co-produzione Compagnia körper – TIR Danza
con il supporto di ADH – Anghiari Dance Hub, a.ArtistiAssociati, Cross Project, Centro Residenze per la Toscana Armunia
Venerdì 18 settembre – Ex Cinema Excelsior

UN/DRESS – MOVING PAINTING

di e con Masako Matsushita
luci Marzia Virzì
musiche Federico Moschetti
assistente produzione Paolo Paggi
con il supporto di Gabriella Biancotto, Lesley Millar, AMAT
residenze per produzione Teatro Sperimentale, Teatro Persiani, Naturalmente Sana, Bonnie Bird Theatre
management e distribuzione ULTRA – Michele Mele, Domenico Garofalo
Spettacolo selezionato dalla NID Platform 2019 e da Aerowaves Twenty20
foto Paolo Paggi
Sabato 19 settembre – Ex Cinema Excelsior

PLUTONE – NOW 

di Elisabetta Consonni
con Marta Ciappina, Masako Matsushita, Olimpia Fortuni
Domenica 20 settembre  – Spazio Kinkaleri

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