Lo scorso 22 Febbraio abbiamo assistito nel grazioso TeatroSophia a “Confessioni di un burattino senza fili” di Luca Gaeta e Salvatore Rancatore, già vincitore del Martelive 2014 e primo di una
trilogia di spettacoli in programmazione a marzo e maggio sempre al TeatroSophia. Diretto con impeccabile maestria dallo stesso Luca Gaeta, un poeta prima di un regista, un’anima classica con
spennellate di originalità la sua, molto attento a raccontare l’animo umano.
Un monologo alternativo, interattivo, con l’aiuto da casa (in questo caso dal pubblico) supportato da scenografia calda, essenziale, decorativa, goffi movimenti scenici, la mimica di un prete chitarrista, interpretato da Fefo Forconi. Toccante e divertente allo stesso tempo. Ritmo incalzante, anche troppo, vista la densità dei testi pieni di poesia, quasi necessitassero di un supporto scritto, da poter gustare con calma a posteriori, così da poter fissare quelle riflessioni arricchenti, che ti riempiono, ti ispirano, ti danno delle risposte e delle volte ti generano anche domande, sulla vita, sul suo senso, gusto, ma anche sulle criticità. Le stesse che racconta il protagonista Salvatore Rancatore, agrigentino, classe 1975. La prima criticità sta nel titolo della storia. Un burattino, oggetto muto e passivo nell’ideologia comune diventa un personaggio assertivo, parlante, che si confessa, si mette a nudo, non dipende dalla guida di un filo ma parla di se e dei suoi sogni infranti. Una analogia con l’archetipo di Pinocchio. La fisicità e goffagine dell’attore, tinteggiano di ironia e leggerezza la scena e i temi profondi. Un folletto in boxer e papillon che salta di qua e di là cercando una cornice scenografica dove poter “iniziare” il suo spettacolo perfetto, nella versione ultima, quella ufficiale, ma per qualche strano volo pindarico o libera associazione di Freud non riesce a portare a termine.
Uno spettacolo inaspettatamente piacevole, che ti lascia quel senso di appartenenza e connessione con chi è sotto la luce (l’attore) e ti ricorda il tuo ruolo attivo nella storia. Un attore
non esiste senza quelli in penombra (il pubblico) e insieme creano qualcosa, che va oltre la storia e acquisisce il senso che ognuno di noi legge, con il proprio bagaglio e predisposizione di quel
momento, siamo esseri energeticamente e materialmente in trasformazione , proprio come Pinocchio.
Info:
CONFESSIONI DI UN BURATTINO SENZA FILI
di Luca Gaeta e Salvatore Rancatore
Regia di Luca Gaeta
Interpreti: Salvatore Rancatore
*questo spettacolo fa parte di una trilogia che comprende anche ALTROKESUPERMAN e RIP in scena rispettivamente a marzo e a maggio