CONCERTO CON LEUCO' @ Macro Asilo: Agnese Ricchi porta in scena l'ultima opera di Pavese

Agnese Ricchi, artista allieva di Enzo Brunori e vicina registi a registi e autori come Aldo Trionfo, Luca Ronconi e Andrea Camilleri, ha presentato al Macro Asilo il 18 dicembre scorso, CONCERTO CON LEUCO' , uno spettacolo psichedelico e alternativo ispirato dall’omonima opera di Cesare Pavese.
Strutturato in forma dialogica, risulta privo di scenografia e di disegno luci tradizionale: uno spettacolo in cui la centralità sono i corpi delle attrici che vengono inondate dalle proiezioni e dalle musiche create personalmente dalla Ricchi. La poliedrica artista e attrice utilizza una tecnica di stratificazione di immagini e di opere elettroniche, creando un’immersione sensoriale che miscela mirabilmente arte, musica e teatro.

Emergendo da un sudario, Agnese Ricchi e Cristina Golotta rievocano le grandi figure femminili del mito classico. I dialoghi scelti sono tre e ognuno di questi rappresenta sia l’aspetto divino che umano dell’amore. In “LE STREGHE” assistiamo al dialogo fra Circe e Leucotea. L’immortale maga di Eea confida alla dea marina Leucotea il suo dolore e la sua disperazione per la partenza di Odisseo verso Itaca. La maga, pur amandolo, non lo trattiene con sé, ma lo lascia al suo destino di eroe.
In “SCHIUMA D’ONDA” le protagoniste sono la poetessa Saffo e la ninfa Britomarti. Entrambe gettatesi in mare e divenute schiuma, rappresentano la trasformazione dopo la morte. Mentre la ninfa accetta di essere diventata onda di mare, questo destino viene rifiutato da Saffo, che con la morte anelava alla fine assoluta dalle sue pene d’amore.
Nell’ultimo dialogo, “LA VIGNA”, torna Leucotea che questa volta ha come interlocutrice Ariadne. La giovane principessa cretese si dispera dopo essere stata abbandonata da Teseo, ma Leucotea le predice l’arrivo del dio Dioniso.

Il fil rouge è rappresentanto dalla femminilità, divina e carnale, che si dibatte all’interno dei vari archetipi della donna, e dall’amore come sentimento capace di esaltare e di distruggere, il cui potere risiede nel riuscire a parificare dee, maghe, ninfe e umane. Un copione che attraversa il tempo e le società, rimanendo intatto e adattabile.
Il duo attoriale è ottimamente assortito, sorretto sia dalle formidabili doti attoriali di Cristina Golotta che impreziosisce la scena con il suo talento ormai ben noto, che dalla profondità poetica espressa da Agnese Ricchi.
Riguardo questo spettacolo la stessa Ricchi ci ha detto: “Il progetto è nato dal testo originale di Pavese, che io adoro, e che studiai a suo tempo con Aldo Trionfo. Interpretare la Circe fu per me un’iniziazione al teatro. Ritornare dopo tanti anni sul palcoscenico e poter mettere in scena Pavese mi ha molto entusiasmato”.
Portare Pavese a teatro è di certo una sfida difficile, ma Ricchi ci è riuscita in modo eccellente.

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