COME TU MI VUOI @Teatro della Pergola: Lucia Lavia interpreta una donna ridotta a marionetta

In scena al Teatro della Pergola il dramma COME TU MI VUOI di Luigi Pirandello, rappresentato per la prima volta nel 1930 e riadattato per il cinema nel 1932 con il titolo “As you desire me” con Greta Garbo. Lucia Lavia interpreta l’Ignota, una donna alla ricerca della propria identità. Le atmosfere noir e l’ambientazione anni Venti, scelte di regia di Luca De Fusco, contribuiscono a sottolineare il tema pirandelliano dell’impossibilità di conoscersi e di essere conosciuti.

Recensione a cura di Sofia D’Andrea e Francesca Valente

COME TU MI VUOI: il dramma di una donna

Lucia Lavia, la protagonista, foto di Antonio Parrinello

L’opera prende le mosse da un fatto di cronaca, la vicenda del cosiddetto “smemorato di Collegno”, e reinterpreta in chiave femminile i temi pirandelliani dell’identità e del relativismo conoscitivo.

Il dramma è ambientato nella Berlino degli anni Venti, periodo a cui si ispirano i costumi dello spettacolo, curati da Marta Crisolini Malatesta così come la scenografia. La protagonista è una donna che Pirandello chiama l’Ignota: con il nome di Elma fa la ballerina a Berlino e vive con un uomo di nome Salter, ma, dopo essere riconosciuta e identificata come una donna veneta scomparsa durante la guerra, Lucia, detta Cia, come Mattia Pascal nel celebre romanzo, coglie l’occasione per fuggire da una vita in cui non si riconosce più e diventare Cia, andando a vivere in Italia con l’uomo che si presenta come suo marito, Bruno, inconsolabile per la sua scomparsa. Ben presto però la sua nuova forma si mostra altrettanto falsa e deludente e il riconoscimento si rivela legato a questioni ereditarie. 

“Sono venuta qua; mi sono data tutta a te, tutta; t’ho detto: Sono qua, sono tua; in me non c’è nulla, più nulla di mio: fammi tu, fammi tu, come tu mi vuoi!” dice l’Ignota a Bruno e da quel momento i dubbi sulla sua identità crescono sempre di più, alimentati da lei stessa, e culminano quando entra in scena una donna disabile, ritrovata in un manicomio austriaco, che potrebbe essere Cia perché ripete ossessivamente il nome della zia Lena: il contrasto tra le due donne e il dubbio sulla loro identità alimentano la tensione del dramma.

COME TU MI VUOI: atmosfere cupe e rigide geometrie 

La scenografia di Come tu mi vuoi, foto di Antonio Parrinello

La scenografia accentua l’atmosfera noir del dramma. La scena si presenta all’inizio totalmente nera, attraversata geometricamente da basse sedute su cui si dispongono gli attori secondari. Un velo, quarta parete trasparente, divide il palco dalla platea e su di essa vengono proiettate, a cura di Alessandro Papa, le immagini di Elma che danza sul palco, amplificando e duplicando la sua presenza: avviene così una moltiplicazione dei piani narrativi che diventa una realtà immersiva tra danza, musica e immagini.

Quando la donna accetta di diventare Cia e si trasferisce a casa di Bruno, il fondo si apre, mostrando una serie di specchi che riflettono la sua immagine, moltiplicandola e richiamando il tema di fondo dell’opera, l’infinito gioco di immagini attraverso cui gli altri ci vedono e che determinano l’impossibilità di conoscersi e di essere conosciuti. Tale gioco di specchi si ispira, come dice il regista stesso, a una celebre scena del film La signora di Shanghai di Orson Welles, noir del 1947 con Rita Hayworth.

La protagonista recita in posizione sopraelevata. Quando, nel finale, entra in scena la donna disabile che potrebbe essere Cia, il palco si apre lasciandola al centro della scena e intorno a lei si schierano gli altri personaggi, mentre l’Ignota è l’unica a muoversi quasi convulsamente da una parte all’altra, a partire dal fondo. È evidente la ricerca di una rigorosa corrispondenza geometrica tra la scenografia e la disposizione degli attori in scena con una marcata distanza della protagonista dagli altri personaggi.

COME TU MI VUOI: l’Ignota nell’interpretazione di Lucia Lavia

Lucia Lavia, la protagonista, foto di Antonio Parrinello

Tale rigida disposizione è spezzata dai movimenti accentuati e disordinati dell’Ignota, che diviene così l’unico elemento dinamico e la protagonista assoluta della scena. Lucia Lavia interpreta questo personaggio con una marcata attenzione al corpo: i movimenti coreografici, curati da Noa e Rina Wertheim della Vertigo Dance company, accompagnano infatti le sue parole con risultati espressionistici. Inizialmente sinuosa e seducente, la protagonista diviene, nel corso dello spettacolo, sempre più rigida, tanto da somigliare a una marionetta, uno di quei pupi che affollano l’immaginario siciliano dell’autore: “la vita sembra un’enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai”, scriveva Pirandello in una lettera alla sorella. A tale idea sembra ispirarsi l’attrice nei movimenti meccanici di una donna che non ha identità ma sembra guidata da invisibili fili in mano agli uomini che le stanno accanto. 

Anche la dizione pare andare in questa direzione: essa diventa via via sempre più innaturale, marcata, con risultati a tratti stranianti e respingenti, in una sorta di slow-motion che sottolinea le parole dei monologhi occupando quasi interamente lo spazio e il tempo della messa in scena.

COME TU MI VUOI: la regia interpreta la dissoluzione del teatro pirandelliano 

Lo smantellamento del meccanismo teatrale a cui Pirandello lavora in quegli anni non potrà che portare all’onirica e delirante distruzione dell’esistenza de I giganti della montagna. Il processo è in divenire, ma già in questo testo appare la riduzione della riflessione filosofica a una dimensione che diviene puro gesto.

Scarna ed attenta, gioco di luci, ombre e riflessi, la regia di Luca De Fusco si muove fra immagini, musiche e gesti e condensa la sceneggiatura, riducendola all’essenziale dramma di una donna: “Essere? essere è niente! essere è farsi! E io mi sono fatta quella!”. Nelle parole della protagonista sta la chiave di lettura di questo tardo testo pirandelliano, che è scavo psicologico prima che riflessione identitaria.

Visto il 22 febbraio 2023 al Teatro della Pergola, Firenze

COME TU MI VUOI 

di Luigi Pirandello

con Lucia Lavia, Francesco Biscione, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Alessandro Balletta, Isabella Giacobbe, Paride Cicirello, Alessandra Pacifico, Nicola Costa

regia Luca De Fusco

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

luci Gigi Saccomandi

musiche Ran Bagno

Movimenti coreografici Noa e Rina Wertheim – Vertigo Dance Conpany

proiezioni Alessandro Papa

produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tradizione e Turismo srl – Teatro Sannazaro

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