COEFORE ROCK and ROLL @Fabbrica Europa: le mille mutazioni del mito

Seconda tappa della riflessione di Enzo Cosimi sulla tragedia degli Atridi, va in scena per il Festival Fabbrica Europa il secondo atto dell’Orestea, COEFORE ROCK and ROLL: un ripensamento pulviscolare e crudele dell’assassinio, del doppio, della gemmazione della vendetta, del valore del corpo, di quello che non possiamo dimenticare, ma solo riprodurre secondo il grande gioco dell’arte.

Gufetto è già stato al Festival in questa XXX edizione. Leggi i resoconti già pubblicati per DOMANI di Romeo Castellucci e per l’accoppiata SPEAKING CABLES di Agnese Banti + WOE di Giacomo Lilliù.

COEFORE ROCK AND ROLL: L’EROE A PEZZI

Esistono, nella storia della cultura europea, dei flussi sotterranei che determinano infiniti ripensamenti, un albero di miti e di rese drammaturgiche che si infiggono come spine nella carne degli artisti. Uno di essi è certamente la storia degli Atridi, l’Orestea di Eschilo che ha costituito l’atto di nascita della tragedia classica e ha galoppato la storia del teatro fino alla contemporaneità, con una catena di vette indimenticabili, la geniale e agghiacciante resa di Romeo Castellucci, l’antichissima e rivoluzionaria edizione di Anagoor, per citare solo le più recenti. Enzo Cosimi si era già confrontato con la prima tragedia della trilogia e aveva messo in scena un Agamennone, Glitters in my tears : adesso a Fabbrica Europa arriva COEFORE ROCK and ROLL, nella sua theatrical version che tuttavia non tradisce la frammentazione drammaturgica e la scelta di procedere per episodi e pulviscoli che il grande coreografo aveva intrapreso da subito per rendere in scena la seconda tappa del capolavoro eschileo. Se centro della riflessione di Cosimi è l’eroe ‘a pezzi’, destrutturato, dilaniato in un’operazione di girardiana memoria, allora questa performance – concerto, dilatata, fumosa, incalzante, evocativa – non manca il suo centro e colpisce al cuore quel momento sottostante le Coefore, quel clima – eschileo, pasoliniano, eterno – di un momento in cui l’innocenza finisce e il sangue, ineluttabilmente, scorre, in un pulviscolo di conseguenze e dolore brillante e irrefrenabile.

COEFORE ROCK and ROLL (P. Tauro ph.)

COEFORE ROCK and ROLL E I SENTIERI INCROCIATI DELLA TRADIZIONE

In uno spazio disseminato di giocattoli, coperte colorate (diventeranno tutto: mantelli tappeti elemento vorticoso della scena), una tana nido pulp e infantile, un gruppo di performer si scatena in una danza violenta, dolorosa e dionisiaca, traducendo le parole in corpo, frammentando il logos in onde di movimento, dimenticando il linguaggio per tradurre in cerchi vorticosi il messaggio profondo di un mito mai  dimenticabile – e del resto, negli Appunti per un’Orestiade africana, Pasolini scelse con poesia inaudita di affidare al movimento delle chiome di un gruppo di acacie scrollate dal vento il movimento d’assalto e d’angoscia delle Erinni alla caccia di Oreste. Del resto, le influenze del lavoro di altri artisti sono percepibili nello spettacolo, l’immaginario di Pasolini, crudele e decadente in Salò, ad esempio: e la violenta fisicità, la ripetitività dolorosa delle figure di danza, la nudità statuaria tesa come un arco, i liquidi organici ingeriti ed eiettati richiamano senza equivoci l’estetica contemporanea di Jan Fabre. E non solo si intuiscono suggestioni visive, ma con ogni evidenza le soluzioni efficaci di Enzo Cosimi nella loro originalità non possono mai essere estrapolate dalla tradizione. I due performer con passamontagna giallo che ingollano e sputano sorsate di latte – Oreste e Pilade? Lo status doppio di Oreste? Qualunque soluzione venga data alla scelta, qualunque spiegazione venga preferita, la radice classica è ineluttabile, la coppia Oreste/Pilade già ribadita come inscindibile nel testo eschileo (e nel Pilade di Pasolini, ovviamente): il latte, con la sua simbolica evidente, abitava già il testo tragico, innervava il gesto colmo di pathos con cui Clitemnestra si denuda il seno offrendolo a Oreste che le incombe sopra con la spada in mano: e, ricordiamolo, qualche episodio prima il sogno atroce della regina, di allattare al seno un serpente, connette con energia il presagio di figlio assassino che è proprio quello che la performance fa sibilare nelle orecchie e nella mente degli spettatori. Le due performer avvolte in veli color carne e con trucco insistito da smoking eyes sono Clitemnestra ed Elettra, gemelle diverse come le aveva immaginate non Eschilo ma certamente gli altri tragici e infinitamente Hofmannstahl. 

COEFORE ROCK and ROLL (E. Gambino ph.)

DANZA E MUSICA PER FAR RIVIVERE IL TRAGICO in COEFORE ROCK AND ROLL  

Intanto la danza pulsa e palpita violenta e sempre più stremata, i corpi si annodano cercando e rifiutando il contatto e generando ondate circolari di angoscia e di energia livida e forte. La musicista, Lady Maru, genera il tessuto sonoro quasi palpabile dell’intera operazione che insieme al disegno luci è responsabile della forza d’incantesimo perturbante e affascinante della performance. Musica e luci richiamano con violenza la contemporaneità di un dj set sfrenato e una gabbia crudele e ineluttabile. Il rifiuto drammaturgico di Cosimi crea così una drammaturgia diversa. Non sono necessarie le parole per far collassare lo spettatore in uno spazio fin troppo contemporaneo ed estremamente archetipico che evoca visceralmente non le azioni ma la dimensione in cui terribili delitti, inauditi tormenti, abbandono fisico e mentale, strazio e bellezza ebbero luogo, e dove non hanno mai smesso di verificarsi. La lezione che lo spettacolo offre è profonda. Come si attua un re-casting della tragedia? Ci sono infinite vie. Ci possiamo arrampicare sui rami dell’albero delle parole, ritraducendole, illuminandole, addirittura cercando sentieri concentrici che ricolleghino i riverberi del testo originale al nostro oggi. Possiamo riflettere sullo sfondo antropologico e politico di un testo che molti hanno visto come un passaggio alla democrazia e trascinare il suo vertiginoso ieri ai giorni nostri. O possiamo equilibrare passato e presente tramite un medium potente, il corpo, la danza, l’abbandono, lo sforzo doloroso, la perdita della lucidità, lo sprofondare in noi stessi, il perderci, il guardare la nostra tache noire, e in fondo tremare: “bellezza è terrore. Ciò che riteniamo bello ci fa tremare”. Come suggerisce Donna Tartt, usciamo tremanti e sopraffatti dall’overdose bellissima e crudele come sicuramente fecero gli Ateniesi dal teatro di Dioniso, in uno ieri così vertiginosamente vicino.   

Visto il 29 settembre 2023 al Teatro Cantiere Florida (Firenze)  

COEFORE ROCK and ROLL

regia coreografia scene costumi Enzo Cosimi

drammaturgia Enzo Cosimi, Maria Paola Zedda

in scena Alice Raffaelli, Francesco Saverio Cavaliere, Luca della Corte, Roberta Racis

musica dal vivo Lady Maru

produzione Compagnia Enzo Cosimi, Mibact, Regione Lazio   

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