CHIEDI CHI ERA FRANCESCO @ Teatro Vascello: Politica, Sociale e Condivisione

Al Teatro Vascello, stabile di innovazione, la stagione 2017/2018, è iniziata già nei primi dieci giorni di settembre, una stagione densa e ricca che partendo dal teatro civile, attraversa musica, danza, prosa, e comicità surreale, arrivando fino agli spettacoli per bambini, perché per fortuna “piccoli spettatori crescono”, per diventare il pubblico di domani.
In questo panorama variegato, i Teatri di Vita, nei giorni 17/18/19 ottobre hanno presentato uno spettacolo che ha debuttato nel marzo di quest’anno, a 40 anni dalla morte di Francesco Lorusso: “CHIEDI CHI ERA FRANCESCO” di Andrea Adriatico, drammaturgia di Grazia Verasani, con Olga Durano, Francesca Mazza, Gianluca Enria e Leonardo Bianconi.

Riviviamo i fatti tragici di quell’epoca drammatica e straordinaria degli anni ’70 mediante il palco del Vascello, sul quale vengono proiettate le immagini storiche di quei tempi, mentre una voce fuori campo ci racconta la storia di Francesco Lorusso, classe 1952, di origini pugliesi, appartenente a Lotta Continua, gruppo extraparlamentare di sinistra, che frequentava con successo la Facoltà di Medicina a Bologna. Il profilo di questo ragazzo è di un giovane che viveva pienamente i suoi tempi, fatti di politica, socialità e condivisione. Tempi difficili ma assolutamente reali, in cui chi li ha vissuti prova un brivido di tensione che attraversa probabilmente anche chi non c’era.

Non è uno spettacolo nostalgico, anche se s’immagina che una radio privata con un nome comune come “Radio Nostalgia” l’11 marzo del 1977, giorno dell’uccisione del nostro Francesco, rievochi quel giorno nefasto. Telefonate di chi c’era e di chi non era neanche nei pensieri si susseguono, inframmezzate da musiche dell’epoca e contemporanee.

Gli attori, tramiti per rappresentare un passato che sembra venire dall’oltretomba, riescono in pieno a far sentire alla platea l’elettricità di quei lontani moti del ’77, che dimostrano lo sgomento di una gioventù divisa tra studenti, operai e poliziotti, che loro malgrado occupavano posti e ruoli non sempre scelti consapevolmente. Una gioventù divisa e dilaniata che è l’altra faccia di questa, 40 dopo, confusa, delusa e sbandata, in cerca di una collocazione che non riescono a rintracciare, alla quale auguriamo sinceramente una degna appartenenza. 

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