Ci sono testi che non muoiono mai, non vengono dimenticati in vecchi cassetti in cui non si guarda, ma a dispetto del tempo, ciclicamente ricompaiono nei teatri di tutto il mondo.
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF? di Edward Albee, con l’ottima e fedele traduzione di Ettore Capriolo, è in scena al Teatro Vascello dal 9 al 14 maggio, la regia è firmata da Arturo Cirillo che interpreta anche la parte di George, Milvia Marigliano è l’agguerrita e insoddisfatta Martha, a Valentina Picello è affidata la parte della fragile Honey, mentre Edoardo Ribatto è l’ambiguo Nick.
Testo scritto per il teatro nel 1962 e andato in scena a Broadway nello stesso anno, fu immediatamente un grande successo di pubblico e critica, ma a causa di un linguaggio esplicito e scurrile, mai sentito in un teatro prima di allora se non in ambito sperimentale, era impensabile credere a una riduzione cinematografica. Nel corso di quegli anni la società americana subì dei forti cambiamenti e nel 1966 il regista esordiente Mike Nichols, diventato poi uno dei più grandi e acclamati registi statunitensi, ne realizzò il film celeberrimo con Liz Taylor e Richard Burton, rendendo così l’opera famosa in tutto il mondo.
Cos’è allora che rende immortale questa piece?
La storia è presto detta: in una notte post festa una coppia matura, che affoga nell’alcool tutte le traversie di una vita che non è stata capace di trasformare in ricerca del bello e quindi in ricchezza e che sceglie la strada più facile per sopravvivere dando l’uno la colpa all’altro, incontra una coppia più giovane che, in realtà, non sembra altro che la proiezione kafkiana e visionaria della prima, tanti anni prima. La ferocia e il massacro verbale ma a tratti anche fisico è dirompente: non c’è via di fuga di fronte ai fallimenti e alle inadeguatezze se non scagliarsi contro il prossimo più prossimo che molto spesso è una persona cara.
La messa in scena al Vascello è resa perfettamente, e ci duole dirlo, è molto attuale: gli attori riescono perfettamente a calarsi nei personaggi a volte confusi e un po’ cattivi ma sicuramente bisognosi di supporti che non hanno e che non sono capaci di costruirsi. Le scene sono di Dario Gessati, all’inizio appaiono tradizionali, un salotto borghese con divani ai lati, e centrale il bar, illuminato da una luce bianca e fredda, corredato da decine e decine di bottiglie e bottigliette, ma a metà dello spettacolo George divide la scena in quattro creando le corsie per ogni personaggio che va e corre parallelo agli altri per non incontrarli mai.
Alla fine, però, c’è un desiderio di tenerezza e una voglia disperata di amare che non rimane totalmente inespressa, come in ognuno di noi.
Info:
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
traduzione Ettore Capriolo
con Milvia Marigliano, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Edoardo Ribatto
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Mario Loprevite
regia Arturo Cirillo
produzione Tieffe Teatro Milano / Marche Teatro