CHI È DI SCENA@Teatro San Babila Milano

Non nuovo a lavori in cui umorismo e thriller si coniugano in modo piacevolmente armonico tanto da rivelare un animo sfaccettato e duttile, Alessandro Benvenuti (Pontassieve/FI 1950) scrive, dirige e interpreta coadiuvato da due giovani e bravi attori (Paolo Cioni e Maria Vittoria Benvenuti) “Chi è di scena” al Teatro San Babila di Milano fino al 13 novembre 2016.

L’incipit è tranquillo e normale: in un ambiente poco luminoso si incontrano un anziano e raffinato uomo di teatro da circa un lustro ritiratosi a vita privata senza un motivo plausibile e un giovane ammiratore impacciato e turbato che crede di avere casualmente trovato l’occasione della propria vita di giornalista effettuando un’intervista scoop a questo signore compassato che pare disponibile a confidargli perché sia sparito improvvisamente di scena.
Presenza immobile e comunque inquietante una donna – dalla schiena bianca che spicca tra una stoffa di velluto rosso – sdraiata su una chaise longue, così ferma da fare supporre che forse non stia solo dormendo…

Tuttavia si può percepire serpeggiare qualcosa di irreale e indefinito man mano che lo spettacolo procede e il riservato attore rivela atteggiamenti strampalati con un eloquio surreale, seppure a tratti umoristico, che incalza fino a divenire sproloquio con rivelazioni sul proprio privato che insieme a citazioni dotte inframezzate, e a volte a sproposito, lasciano sempre più interdetto lo speranzoso inviato.
La tensione sale per l’inserirsi di elementi propri di un thriller e il giovanotto manifesta una preoccupazione sempre più palese e tangibile: nell’insieme si colgono segreti o meglio verità celate che saranno disvelate per opera della figura immobile.

Non è tuttavia questo l’ultimo atto del lavoro di Benvenuti perché quando pare di avere tutto compreso emerge improvvisa e inattesa una nuova verità che lascia spiazzato lo spettatore avvinto da questo gioco di scatole a incastro, ciascuna differente dall’altra tanto che l’ultima può sovvertire completamente la precedente: trasformazioni in diverse realtà possibili e realizzabili nel teatro, ma forse anche nel quotidiano tanto che Alessandro Benvenuti rivela in extremis un’altra delle infinite sfaccettature di quel diamante prezioso che è il teatro dotato anche di proprietà terapeutiche e specchio della vita reale in cui non tutto ciò che appare è e viceversa non tutto ciò che è appare.

Una pièce dinamica giocata sull’imprevedibile che tiene sempre viva l’attenzione e mantiene un ritmo vivace e scattante.

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF