Dal 27 novembre al 9 dicembre Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz in scena all'OFF OFF con CARTA STRACCIA di Mario Gelardi. Una commedia brillante ambientata nella Roma del '68.
Ambientato nel ’68 in piena rivoluzione sociale, i protagonisti sono due fratellastri, Agostino e Teresa, che decidono di chiudere il proprio laboratorio di carta artigianale nella Capitale per trasferirsi in provincia. A fare cambiare loro idea sarà l’arrivo di Remo, figlio di una terza sorella germana, che non conoscono e che sconvolgerà la vita ai due protagonisti.
Tanto divertimento e scompiglio. Merito delle battute e soprattutto degli attori in scena. Partendo da Pino Strabioli, vero maestro del palcoscenico, che veste i panni di Agostino. L’attore tratteggia questo delicato personaggio con tenera goffaggine che si controbilancia ad un’acuta astuzia di vivere. Convivente (oltre che socio in affari) della sorellastra, espone e dissimula allo stesso tempo la sua natura omosessuale. Disincantato e pratico, si concede fughe dalla vita quotidiana sia con la musica (ha un’adorazione per Patty Pravo) che con le sue misteriose uscite notturne.
Caratterizzandolo a tratti con un lieve, ma efficacissimo, accento napoletano, Strabioli non getta in pasto al pubblico una macchietta inflazionata, ma lo cesella tridimensionale, sfuggendo le ormai poco politically correct battute di settore e giocando sull’omosessualità con un manierismo atipico, moderno. Sempre Strabioli dimostra attenzione e grande capacità di intrattenimento, in un ritardo di musica dalla regia, sparando a caldo una battuta estemporanea, un fuori dialogo, che fa piegare in due la sala dalle risate.
L’unica donna in scena è Sabrina Knaflitz che fa della sua Teresa un adorabile personaggio che si accaparra la simpatia del pubblico. Tenendo fede ad una salda interpretazione, mantiene le peculiarità di Teresa ogni secondo dello spettacolo. Donna ambiziosa, artista mancata, terribilmente idealista, sognatrice e un po’ svampita, vive con il fratellastro omossessuale accanto al quale si sente al sicuro.
Entrambi i personaggi conducono le loro esistenze in una sorta di bolla, al riparo dagli eventi di quell’anno storico, dalla rivoluzione in atto, dalla vita che sembra restare al di fuori del loro legame e dal loro lavoro nel piccolo laboratorio di carta; un mondo che rifuggirebbero andandosene in provincia se non fosse per l’arrivo del conturbante nipote Remo, interpretato da Barnaba Bonafaccia.
Giovane e generoso nelle forme virili, vitale e in contatto con quel mondo nuovo pronto a cambiare il volto della società, irrompe e destabilizza i due fratellastri che arrivano a decidere di rimandare la chiusura del laboratorio accettando un nuovo ordine da parte di un fantomatico cliente straniero.
Non è certo per spirito di famiglia che i due si affezionano all’aitante ragazzo: strizzando l’occhio ad un lascivo erotismo incestuoso (trattato sempre con garbo e mai con morbosità) i due fratellastri si invaghiscono di quel nipote mai conosciuto prima, che li seduce entrambi, scombinando i limiti della decenza, in un balletto bisessuale di languido intrigo. I motivi che hanno portato Remo dalla zia e dallo zio sono nascosti proprio fuori dalle loro vite, nei meandri più oscuri delle vie romane e nella faccia più spaventosa della politica del tempo.
La drammaturgia ad opera di Mario Gelardi rende omaggio al ’68 (anno di nascita dell’autore n.d.r.) ed ai suoi molteplici eventi che l’hanno consacrato a vera cartina tornasole della Storia del nostro Paese. Alludendo agli intrecci amorosi proibiti, rimanda la storia di una famiglia più dei nostri giorni che dell’epoca. Anche i personaggi di Teresa ed Agostino, seppur alla soglia della società moderna, hanno già in sé quel seme di cambiamento sociale.
Seppure luci e regia non donano nulla di nuovo alla messinscena, nella loro funzionalità cedono più spazio agli interpreti ed alla storia, denudandosi di protagonismo e lasciando agli attori il compito di prendere pieno possesso del palcoscenico.
Non si lesina sulle risate in questa commedia brillante che ammicca a certe fantasie proibite, premiata da applausi a scena aperta.
Info:
CARTA STRACCIA
Off/Off Theatre
Dal 27 novembre â— 9 dicembre 2018
uno spettacolo di Mario Gelardi
con
Pino Strabioli
Sabrina Knaflitz
e con Barnaba Bonafaccia
musiche: Carlo Vannini
scene: Paolo Iammarone
costumi: Antonella Balsamo
coordinamento: Martina Sarpero