“CARMINA BURANA” DI SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET @ Teatro Bellini

Un balletto di danza contemporanea, storica produzione della compagnia Spellbound Contemporary Ballet, torna in versione aggiornata di fronte al pubblico napoletano.

 

Il titolo di questo spettacolo è tratto dalla famosa raccolta Carmina Burana (Canti di Bura), celebre corpus di testi poetici medievali dell'XI e del XII secolo, prevalentemente in latino, tramandati da un importante manoscritto contenuto in un codice miniato del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis 4660 o Codex Buranus. Ma la più nota versione musicale di questi componimenti poetici, una versione oggi molto popolare e addirittura inflazionata per alcuni brani come O fortuna, è quella del tedesco Carl Orff, che nel 1937 ne fece un'opera omonima. Tuttavia, lo spettacolo di Spellbound non si serve solo di queste musiche, bensì anche di altri brani classici, tratti da Vivaldi, Aleksandar Sasha Karlic e Theatrum Instrumentorum.

E' perciò legittimo, per lo spettatore, chiedersi se il titolo di Carmina burana non sia anche motivato proprio da esigenze di appeal, a cavalcare appunto la popolarità mediatica di cui gode oggi la musica di Orff. Perchè altrimenti includere dietro una tale presentazione anche i bellissimi brani di Vivaldi ed altri compositori? E, viceversa, perchè allora escludere tanti brani di Orff dalla drammaturgia musicale definita per la coreografia?

La coreografia di Carmina Burana, firmata da Mauro Astolfi per "Spellbound Contemporary Ballet", vede protagonisti una decina di giovani danzatori e una scenografia allo stesso tempo minimale e imponente.

I corpi di questi nove performers – Fabio Cavallo  Alice Colombo  Maria Cossu  Giovanni La Rocca  Mario Laterza  Giuliana Mele  Caterina Politi  Giacomo Todeschi  Serena Zaccagninisi esprimono con elasticità e forza attraverso le torsioni, le prese e gli slanci trattenuti nei quali si può riconoscere il marchio dello stile contemporaneo. Tutto molto bene eseguito e precisamente concertato. Corpi di gomma per movimenti instancabilmente rapidi, a evocare alcuni temi dei carmina.

Ma i temi presenti all'interno dei testi medievali del corpus di cui sopra sono tanti e tali – morali, satirici, amorosi, bacchici e conviviali, moralistici-sacrali – da non poter essere esauriti, e nemmeno tutti accennati, dal balletto. Forse una composizione di danza non deve proporsi un tale obiettivo? Ma il titolo altisonante della coreografia di Spellbound giustifica lo spettatore che si aspetti di assistere a un'opera che restituisca, anche se per cenni, la complessità del riferimento evocato. Del quale, invece, rimane poco più di un'ombra superficiale: sui costumi scuri delle danzatrici, ad esempio, è disegnata una croce rossa, tanto basta per far saggiare in immagini la violenta satira antireligiosa tipica di quei canti? I testi poetici poi musicati da Orff costituivano dei veri e propri attacchi – peraltro coraggiosi a quei tempi – per l'istituzione ecclesiastica, parodie balsfeme della liturgia, sferzanti critiche alla curia romana. Se questa è la posta in gioco, una croce danzante non basta.

Stesso discorso per il versante satirico sociale e i temi più esistenziali, le profonde riflessioni sulla condizione dell'uomo nel mondo, contenuti che meriterebbero di essere riscoperti dallo spettatore di oggi, perchè questi possa ripensare al medioevo come a un'epoca non soltanto oscura, bensì come a un tempo pieno di fervore culturale, letterario, vitale. Tanto maggiore è la responsabilità, in questo senso, di Spellbound, che sceglie di condurre il pubblico in atmosfere remote, a riscoprire una tradizione musicale che sarebbe ricca di sfaccettature e che invece appare, in questo balletto, schiacciata su un erotismo di facciata, non autenticamente performato dai danzatori.

 I ballerini si esprimono in composizioni di movimento a tratti anche interessanti e ingegnose, specie quelle giocate in rapporto alla scenografia di Stefano Mazzola: un tavolaccio che diventa anche parete, delle panche che diventano scivoli, un armadio che diventa anche barriera e soglia. Ma ancora una volta, il tema pare essere sempre quello erotico, pur nelle sue varie declinazioni: il baccanale, il corteggiamento, l'amore. Inoltre, la qualità di questa coreografia pare uniformemente esplosiva: tanti e tali sarebbero i ritmi, le sfumature dinamiche e le cadenze dell'argomento amoroso, che l'energia potente dei giovani danzatori in scena finisce per risultare piatta.

 Per uno spettacolo rappresentato da più di vent'anni in giro per il mondo, ci sono ampi margini di miglioramento, approfondimento, ripensamento.

 

 

CARMINA BURANA
coreografia e set concept Mauro Astolfi

con
Fabio Cavallo  Alice Colombo  Maria Cossu  Giovanni La Rocca  Mario Laterza  Giuliana Mele  Caterina Politi  Giacomo Todeschi  Serena Zaccagnini

 

musiche Carl Orff  A. Vivaldi  Aleksandar Sasha Karlic  Theatrum Instrumentorum
disegno luci Marco Policastro
scene Stefano Mazzola
costumi Sandro Ferrone

produzione Spellbound Contemporary Ballett

 

Anche per la stagione 2016/2017 il Teatro Bellini apre una finestra sulla grande danza contemporanea, proponendo una creazione di Spellbound Contemporary Ballet, la compagnia diretta da Mauro Astolfi e Valentina Marini. Forte di una cifra stilistica inconfondibile, esaltata da un ensemble di danzatori considerati tra le eccellenze dell’ultima generazione, la danza espressa da Spellbound è tra le più apprezzate al livello internazionale. Da oltre 20 anni, infatti, conquista il pubblico di tutto il mondo con un vocabolario ampio e in continua sperimentazione, che propone coreografie  diversissime ma accomunate da raffinatezza, ricerca e innovazione. Nei loro Carmina Burana le musiche di Carl Orff, Caracciolo e Vivaldi e la forza narrativa dei versi e della danza si fondono in un racconto di grande vitalità, che conserva tutta l'inquietudine e la solennità dei Carmina medievali e le esprime  attraverso un linguaggio coreografico fortemente contemporaneo, tutto “larghi” e “sfrenatezze”. Plasticità e virtuosismi sono incorniciati da uno spazio scenico decisamente materico, che crea un perenne gioco di forze tra contrasto e armonia, passione e equilibrio.

Carmina Burana è lo spettacolo più rappresentato di Spellbound: andato in scena in Italia, Spagna, Svizzera, Cipro, Germania, Lussemburgo e Thailandia, la versione presentata al Teatro Bellini è una nuova stesura, realizzata nel 2014 per il Panama Prisma Festival de danza Contemporanea. 

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