Cantiere Obraz per il secondo anno realizza nell’Oltrarno fiorentino Il Respiro del Pubblico Festival 22 e presenta il suo originale adattamento del romanzo di Bulgakov, CANE, e, tra le produzioni delle compagnie ospiti, Chiara Fenizi e Julieta Marocco portano al Teatro Cestello LEI LEAR, ispirato al Re Lear di Shakespeare. In cartellone anche il collettivo Teatro dei Borgia che conclude la trilogia La città dei Miti con ERACLE, L’INVISIBILE, adattamento contemporaneo del mito greco dell’eroe Ercole. Le tre drammaturgie, pur prendendo spunto da testi classici e antichi, tracciano un amaro e graffiante affresco del reale, compito primario del teatro contemporaneo.
Di Gaetano Barni, Scuola di Critica Teatrale Ciuchi Mannari, Cantiere Obraz
CANE: l’umorismo amaro che fa riflettere

CANE, una produzione di Cantiere Obraz per la regia di Alessandra Comanducci, mette in scena, ispirandosi al racconto “Cuore di cane” di Michail Bulgakov, la vicenda che vede protagonista un cane randagio a cui vengono trapiantati testicoli e ipofisi di un defunto grazie alle tecniche avanguardistiche del Professor Preobraženskij (Paolo Ciotti). Grazie a questo intervento il cane (Thomas Harris), di nome Pallino, assumerà sempre di più l’aspetto e il comportamento di un essere umano fino a rendere pressoché insospettabile la sua primigenia natura canina. Lo spettacolo si ambienta nella sua totalità all’interno di un condominio in cui si sono insediati un gruppo di inquilini, interpretati dal pubblico stesso, guidati da Svonder (Mario Raz), il direttore del Domkom, che provvede fin dall’inizio della narrazione ad abbattere la quarta parete interagendo direttamente con gli spettatori. A rendere chiaro fin da subito l’ambiente in cui si terrà la vicenda è la scenografia curata da Thomas Harris: la scena infatti è allestita come il normale interno di un appartamento arricchito di elementi che richiamano intelligentemente i temi trattati. CANE, che sembra inizialmente intriso di elementi politici e riferimenti alla situazione in Russia descritta nel racconto di Bulgakov, si evolve velocemente e arriva ad affrontare temi universali come la libertà di scelta e la definizione di uomo. Lo spettacolo porta in scena infatti attraverso un umorismo amaro e cupo la triste situazione di un uomo, o forse di un cane, che si ritrova di punto in bianco, parte della società, senza averlo desiderato. Pallino non sceglie volontariamente di sottoporsi come cavia agli esperimenti di Preobraženskij e dei suoi assistenti Zina (Michela Cioni) e Bormental (Alessandro J. Bianchi), ma si ritrova, da cane quale era, a dover affrontare una vita in cui è considerato dai suoi creatori sia cane che uomo e nessuno dei due contemporaneamente. Il protagonista viene catapultato in una realtà nella quale farsi spazio e nel momento in cui si fa vivo il suo desiderio di libertà e la ricerca di un’identità propria è lo stesso Preobraženskij ad ostacolarlo: colui che gli ha dato accesso alla vita umana, ora gli impedisce di viverla in maniera libera e consapevole. CANE non è altro che la storia della nascita e della morte di un uomo che affronta la vita per poi ricadere nell’abbraccio della morte e dell’oblio. L’atmosfera assurda della vicenda è perfettamente resa dall’umorismo tagliente della drammaturgia e interpretato in modo molto convincente dagli attori attraverso momenti di ilarità contagiosa e momenti di cupa riflessione, tutto quanto coronato da un’incredibile capacità di interagire con il pubblico in sala tenendo viva l’attenzione in ogni istante.
LEI LEAR: esasperazione ironica della cattiveria

LEI LEAR con la regia di André Casaca, Chiara Fenizi e Julieta Marocco, ripropone sulla scena due personaggi già noti al mondo del teatro: Goneril e Regan dal “Re Lear” di Shakespeare. Interpretate dalle stesse Fenizi e Marocco, le due malvagie figlie del re vengono estrapolate dal contesto tragico e solenne della tragedia shakespeariana e catapultate in un universo assurdo, surreale e quasi grottesco. I due personaggi parlano perfettamente all’unisono per tutto lo spettacolo, dicono le stesse cose, nello stesso modo e nello stesso momento e sempre con dei tempi comici perfettamente azzeccati. Grazie alla perfetta sincronizzazione delle due attrici Goneril e Regan si sovrappongono a tal punto da diventare quasi un personaggio unico, ma al contempo esse mantengono, o quantomeno cercano di mantenere, una loro individualità tentando più volte durante lo spettacolo di separarsi l’una dall’altra (anche fisicamente), intento nel quale falliscono puntualmente. Le Goneril e Regan portate in scena in LEI LEAR sono l’esasperazione ironica e consapevole delle originali di Shakespeare: due personaggi che viaggiano sempre in coppia e che rappresentano un duo inseparabile. Le due donne si muovono su una scena vuota e poco illuminata che trasporta in un’atmosfera surreale e onirica contribuendo ad incentrare l’attenzione del pubblico sulle protagoniste, sulle loro parole e sulle loro azioni spesso sconclusionate e confuse. Risulta molto interessante l’utilizzo del sonoro che, alternando musiche più cupe e altre decisamente più vivaci a momenti in cui le parole delle attrici sono immerse nel silenzio, contribuisce a creare nello spettatore un senso di alienazione e spaesamento. Anche le luci, in una scena quasi completamente buia, assumono la funzione di un terzo personaggio, a cui va aggiunto il pubblico, che viene più volte interpellato dalle protagoniste. LEI LEAR è una pungente e beffarda autopsia della cattiveria presentando due personaggi estremamente malvagi ma allo stesso tempo molto stupidi, decostruendo così l’immagine di genio del male spietato ma affascinante che molto spesso ci viene proposta.
ERACLE, L’INVISIBILE: la spietata realtà del teatro dei Borgia
ERACLE, L’INVISIBILE dalla regia di Gianpiero Alighiero Borgia e dalla drammaturgia di Fabrizio Sinisi, è uno spettacolo che insieme a Medea per strada e Filottete dimenticato della trilogia “La Città dei Miti” del Teatro dei Borgia, utilizza il mito greco, in particolare la produzione euripidea, per sviscerare e portare alla luce con spietato realismo alcune delle piaghe sociali che affliggono la società contemporanea. L’Eracle di Teatro dei Borgia, interpretato da Christian Di Domenico, si fa quindi portavoce del dramma di un padre che dopo aver perso il lavoro si trova a dover affrontare un divorzio e a dover sostenere il peso di spese che non può più permettersi: la storia di un uomo che, avendo perso tutto, si ritrova in un attimo di disperazione a compiere gesti estremi. Lo spettacolo propone un’esperienza altamente immersiva, lo spettatore si trova faccia a faccia con l’attore protagonista (nonché unico attore presente) e questo permette di empatizzare fino a rimanere turbati. Infatti tutto il racconto della storia dell’uomo prende vita nella mensa di un centro di assistenza, con gli spettatori seduti in maniera casuale e spontanea nella sala. ERACLE, L’INVISIBILE ci parla del dramma della paternità nella società odierna, della decadenza di un padre disperato, della disumanizzazione e della noncuranza della società verso un uomo senza più i mezzi per mantenere economicamente sé stesso né tanto meno la sua famiglia. Questo spettacolo sceglie di raccontare la storia di quelle vittime ignorate in maniera cruda e diretta attraverso un climax ascendente che porterà gli spettatori a trattenere il respiro più di una volta. Nonostante Di Domenico vada a toccare anche le corde emotive più profonde degli spettatori, grazie anche alla magistrale interpretazione, lo fa con una tale precisione e con un tale realismo che lo spettacolo non risulta affatto tenuto in piedi da un catartico pietismo ma riesce ad affermarsi come un’analisi sociale diretta, spietata e consapevole che porta lo spettatore a riflettere sulle tematiche affrontate anche dopo la fine dello spettacolo.
Il Respiro del Pubblico Festival 22: gli spettacoli
CANE
di Cantiere Obraz
da “Cuore di Cane” di Bulgakovadattamento e regia di Alessandra Comanducci
con Alessandro J. Bianchi, Paolo Ciotti, Michela Cioni, Thomas Harris, Mario Raz
scenografia Thomas Harris
aiuto regia Antonella Longhitano
luci Diego Cinelli
ufficio stampa Camilla Pieri
Spettacolo selezionato per la seconda fase di In-Box 2022 – Rete di sostegno del teatro emergente in italiano
19-20 novembre 2022, Garage P, Firenze
LEI LEAR
una coproduzione tra Muchas Gracias e Teatro C’Art
di e con Chiara Fenizi e Julieta Marocco
regia André Casaca, Chiara Fenizi e Julieta Marocco
Lei Lear è supportato da PimOFF e da Murate Art District
Vincitore del Premio PimOFF per il teatro contemporaneo 2021, del Festival Inventaria 2021 ed è tra i 10 semifinalisti di In-Box 2022 con menzione speciale
25 novembre 2022, Teatro di Cestello, Firenze
ERACLE, l’invisibile
produzione Teatro dei Borgia
progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia
con Christian Di Domenico
parole di Fabrizio Sinisi e Christian Di Domenico
consulenza sociologica Domenico Bizzarro
allestimento spazio scenico Filippo Sarcinelli
costumi Giuseppe Avallone e Elena Cotugno
progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia
in co-produzione con CTB e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Teatro dei Borgia ha vinto il Premio Rete Critica 2022, per il progetto “La città dei miti” e il Premio ANCT 2022
prima fiorentina
2-3 dicembre 2022, Progetto Arcobaleno, Firenze
Scuola di critica teatrale
L’articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Scuola di critica teatrale Ciuchi Mannari all’interno della seconda edizione de Il Respiro del Pubblico Festival 22 di Cantiere Obraz, con la direzione artistica di Alessandra Comanducci e Paolo Ciotti, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.
I partecipanti al Gruppo di visione Ciuchi Mannari sono stati (in ordine alfabetico): Ayaman Abouelkhir, Renato Bacci, Emma Bani, Gaetano Barni, Patricia Bettini, Viola Caliendo, Lorenzo Cervini, Yana Chimienti, Angel Grace Corales, Elena Faggioli, Medard Lekli, Alessandra Mancarella, Marika Sani, Livia Tacchi.